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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

Venerdì 15 dicembre ore 15 Pisa, Stazione Leopolda, sala convegni
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San Giuliano Terme
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Da:mauro.manganelli@posteitaliane.it
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. . . . disse il figliolo di Annibale Ezio Landucci. .....
La cattiveria
La Russa: “La sinistra recida il cordone
da .....
E' chiaro che il sottoscritto ha una occupazione, .....
. . . . . . . . . . Piero ha un lavoro e uno stipendio .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
SERCHIO-MASSACIUCCOLI
Rifondazione: “Sbagliato investire un fiume di soldi sul tubone”

12/10/2013 - 18:19

Da qualche mese, anzi da qualche anno, il corso del Serchio è chiamato ad esser uno dei protagonisti nella “salvezza” del lago di Massaciuccoli con un progetto che prevede la “derivazione dal Fiume Serchio nei comuni di Vecchiano e Massarosa” per il prelievo di acqua in modo da eliminare i problemi di deficit idrico del lago.

Infatti, in molti politici e tecnici di Istituzioni e dei due bacini idrici, hanno pensato che un tubone che metta in collegamento il fiume con il lago possa, in alcuni periodi dell'anno, portare dal primo al secondo acqua rigenerante.

Questa idea ha trovato attuazione nel “Piano Triennale delle Opere 2013-2015”, approvato con delibera della Provincia di Pisa il 26 giugno 2013, dove è preventivata anche una grossa spesa: 20 milioni e 600 mila euro da finanziarsi con fondi della Regione Toscana.

Abbiamo manifestato sempre forti dubbi e perplessità sulla necessità di affrontare una tale opera in quanto il Serchio, fiume torrentizio che nei periodi estivi, proprio quando il lago necessita di acqua, è spesso ben al di sotto della portata media annuale. Ma ora i nostri dubbi e perplessità si trasformano in opposizione alla realizzazione di tale progetto.

Questo perché si sono svolte le riunioni della Conferenza dei servizi nel cui verbale è possibile leggere raccomandazioni, prescrizioni e soprattutto che “l’esatta quantificazione del beneficio potrà essere verificata solamente dal monitoraggio post operam”. Per questo ci siamo fatti la convinzione che quei 20 milioni e 600 mila euro dovrebbero essere essere destinati ad altri interventi anche di altri settori e servizi essenziali, tra cui quelli della messa in sicurezza dei corsi idrici del bacino del Serchio.

Abbiamo presentato alla discussione un documento in cui si chiede agli amministratori della Provincia di Pisa di escludere immediatamente il progetto dalle opere triennali con l'auspicio che, considerato i bisogni manifestati dai cittadini, quei soldi soddisfino altre necessità più impellenti e di sicuro beneficio.
 
Andrea Corti
Consigliere Provincia di Pisa
 
Luca Barbuti
Segretario provinciale
Rifondazione Comunista, Pisa
 



Fonte: In allegato il testo della mozione presentata in Provincia
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14/10/2013 - 19:18

AUTORE:
Alessio Niccolai

Naturalmente Ovidio non si tratta di una «leggerezza» di Luca e Andrea da una parte o tua dall'altra: ho voluto utilizzare una retorica da teatro dell'assurdo per rincarare un po' la dose. Figurati se per questi casi bisogna scomodare la grammatica italiana: sarei più propenso per la Sharìha islamica... una cinquantina di frustate al giorno a chi di dovere, e poi hai voglia di «Tuboni»! Ma non si pòle mica, sai: i «democratici» si scandalizzano!

14/10/2013 - 15:52

AUTORE:
odc

Stiamo alla logica. “Sbagliato investire un fiume di soldi sul tubone” è un titolo molto chiaro. Però qui c’è da preoccuparci. E qui concordo con l’amico Piero Chicca e mi complimento per la sua tabucchiana "comprensione anticipata".

Passiamo all’analisi. Qui possiamo divertirci. “Sul tubone” come complemento di argomento ho dei dubbi, forse “stato in luogo fig”. L’analisi logica è divertente per questo: ci fa discutere con l’amico Alessio che ha la lingua sciolta e la penna facile. Ma starei più attento alla preposizione che regge il verbo “investire”: si investe qualcosa su/in qualcosa o qualcuno.

In ogni caso Andrea e Luca non hanno commesso una leggerezza nella scelta del titolo semplicemente perché il titolo l’ho fatto io (che l'ho pubblicato) e loro l’articolo. E poi credo anche che il complemento oggetto ci sia «…investire un fiume di soldi sul…».

Per finire vorrei un gioco nel titolo e sottolineare la metafora “un fiume di soldi”. Si poteva scrivere “costa più del Serchio ai Lucchesi”. Si dirà (forse): “costa più del tubone ai Pisani”.

Dico tutto questo senza alcun titolo, dovrò consultarmi con gli esperti.

14/10/2013 - 10:06

AUTORE:
Alfredo

Il Tubone è la dimostrazione di come molti nella pubblica amministrazione spendono male i nostri soldi.

14/10/2013 - 9:30

AUTORE:
Alessio Niccolai

«Investire sui Beni Comuni e sulla collettività» (complementi di argomento) e non «investire i Beni Comuni e la collettività» (complementi oggetto).
L'analisi logica viene sempre in soccorso - a differenza delle opere inutili e dannose - di chi persegua ostinatamente l'interesse di tutti e, in questo caso, anche la semiotica del verbo «investire»: nel caso dei complementi oggetto di cui sopra, può significare due cose - per quanto concerne il «Tubone» perfettamente esatte entrambe.
Nel primo caso - quello più "nobile" - il significato determinato dal contesto è quello di «dissipare i Beni Comuni e la collettività» con accezione evidentemente non soltanto economica; nel secondo, più salace e caustico, quello di «asfaltare, aggredire, andare addosso ai Beni Comuni e alla collettività».
Andrea e Luca hanno commesso una leggerezza quindi alludendo nel titolo ad un «investimento sul» perché nel caso specifico si poteva tutt'al più ricorrere al complemento oggetto.
Il tema - come molte volte ho già affermato - è di soluzione estremamente semplice: come accade alle lagune (étangs) di Camargue ed Hérault, laddove per uno specchio d'acqua esista un immissario, che vi si provveda anche semplicemente un emissario.
L'acqua deve entrare e uscire, molto semplicemente (vedere appunto le Rhône-à-Sète)... altro che «Tubone»!

13/10/2013 - 19:19

AUTORE:
Piero Chicca

A CIASCUNO LA SUA TAV (31/7/2011)

Non ci accorgiamo quasi mai o per tempo delle devastazioni che si compiono intorno a noi (sempre a nostro danno e a nostra spesa) ma siamo subito pronti ad acclamare e portare in trionfo chi promette di rimediarvi. E allora rieccoci alla vecchia storia dei salvataggi: prima si devasta e poi si salva. Con il rischio, sempre tardivo e spesso irrimediabile che alla fine certi salvataggi risultano rovinosi perché non salvano niente, ma al contrario peggiorano la devastazione, e che l'unico salvataggio assicurato è quello del profitto dei salvatori (e dintorni).
Ve l'immaginate il Tubone, da Ripafratta al Lago, con tutto il percorso superficiale e sotterraneo che seguirà, col saccheggio di territorio, con il lavorio, con tutto il disagio che comporterà per tutto il tempo che servirà a realizzarlo. Senza escludere che alla fine la spesa dell'opera potrà raddoppiare, triplicare, e oltre, secondo l'italico sistema del costo dei lavori pubblici. E tutto questo per cosa? Per accorgersi che l'acqua dal Serchio non si potrà prelevare perché la sua portata non lo consentirà quasi mai? Mai quando è in piena, perché normalmente anche il Lago è in piena, e comunque le acque di piena non potrebbero esservi dirottate pena lo sversamento di grandi quantità di limo che andrebbe ad ingolfare ulteriormente il suo fondale, oltre alla distruzione del suo ecosistema. Mai quando il fiume è in magra (ed è il momento in cui il Lago ha maggior bisogno di acqua), perché sottrargli le acque in quella condizione comporterebbe la risalita a monte delle acque salse dal mare col pericolo di provocare l'inquinamento della nostra falda acquifera. Oppure si preleverà ugualmente, in ogni condizione, salvo accorgersi subito del danno e correre a un nuovo progetto di salvataggio.
Il Lago, col tempo, con molto tempo, si potrà riportare alla sopravvivenza in condizioni non di purezza ma di accettabilità solo restituendogli, depurate, le acque reflue del suo comprensorio, che ora gli vengono sottratte per dirottarle in altri depuratori e poi inutilmente in mare (vantandosi pure della grande idea). Naturalmente le condizioni di accettabilità del Lago si potranno mantenere solo se si comincerà a prendersene seria cura, a tutelarlo contro qualsiasi fonte d'inquinamento e non lasciandolo al suo destino com'è stato fatto finora. E inoltre non consentendo a nessun comune di scaricarvi direttamente le sue fogne, nemmeno temporaneamente (perché in Italia non c'è niente di più definitivo delle cose provvisorie).
Con la somma destinata all'inutile Tubone si potrebbero realizzare efficienti depuratori, valide barriere alle acque salse e vera sorveglianza in tutto il comprensorio del Massaciuccoli.
(E poi spendere 20 milioni di euro di questi tempi, quando la sanità stenta, la scuola stenta, la vita sociale stenta... fa pensare a quell'allegra finanza alla quale ci hanno abituato e che ci ha ridotto in queste condizioni).
Comunque il progetto lo dovranno presentare e allora saranno gli esperti (non quelli che propongono l'opera, perché di quelli faremo bene a non fidarci, ma quelli che dovrà richiedere chi ha dubbi sulla validità del Tubone) a dirci se è sballata questa idea di restituire al Lago l'acqua che gli sottraiamo e se certi allarmi e certe preoccupazioni sono ubbie o giuste paure.
Al di là di tutto resta tuttavia l'amarezza di concludere che se hanno deciso di farlo lo faranno; che di giustificazioni a vantaggio ne troveranno a iosa; che le proteste non serviranno a nulla.
Come TAV dimostra.