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La Pro Loco Ripafratta “Salviamo La Rocca” organizza per sabato 18 maggio una conferenza dal titolo “Crocevia di cammini - Il confine pisano-lucchese tra itinerari e cammini, beni storici, turismo sostenibile e volontariato culturale”. L’evento si terrà a Villa Roncioni, nel borgo di Pugnano, comune di San Giuliano Terme, alle ore 10

Teatro del Popolo Migliarino
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Domenica 12 maggio torna la Fiera di Paese a Migliarino
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Comune di Vecchiano
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. . . il sig Marino vuole metter becco dove da anonimo .....
Correva voce, al Circolo, che Bruno della Baldinacca .....
Il tuo forse lo ha guadagnato ultimamente ed il mio .....
Cara manuela
io non so con esattezza i pro e i contro .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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A cura di Erminio Fonzo
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da Museo del Bosco
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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Credevo di riuscirci mare
Ma non ti potei solcare
Ma è vero giuro è vero
Pur cambiando la vela e mura
Se gira il vento dritta
Al cuore
Per amarti .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
Cronache di un prof. tifoso
Perugia-Pisa 0-1
di Arbauz

13/10/2013 - 17:18

Viva Verdi (e Arma)!

In questi giorni cade il ducentesimo compleanno dell’insigne maestro Giuseppe Verdi. Non a caso ieri sera si assistette alla rappresentazione della “Traviata” al teatro comunale di Vecchiano. Dunque è d’uopo vergar queste note a mo’ di cronaca sportivo-verdiana e quindi melodrammatica. Innanzitutto come non considerare, prima della partita, il fatto che “un periglio ci sovrasta”, vale a dire la brama del Perugia di voler essere “sicura vindice” e di “lavar l’onta” della colossale beffa perpetrata da Ciccio l’anno scorso? E come non riflettere sul fatto, che con i suoi alti e bassi, il Pisa è “croce e delizia al cor”? E se, per disgrazia, dovessimo perdere? “Ecco l’unica sventura ch’io pavento a me fatale!”
 
Si parte, con la novità Bollino in luogo di Giovinco e senza il nostro estremo titolare, infortunato durante il riscaldamento; al suo posto ecco il giovine Provedel, che nelle battute iniziali “ben gagliardo si mostrò”. Il Perugia appare più impetuoso e preme, ma la prima occasione è di Arma, però “l’estro non gli arride” e di testa sbaglia da due metri. Subito dopo è il centravanti avversario che giunge solo davanti al nostro portiere, il quale compie un intervento gattesco e ci salva. I perugini continuano a tener palla e il brazileiro Favinho ci inquieta assai, ma al 32° ecco il guizzo del magico Arma e della sua testina d’oro: 1 a 0! E dunque, “dell’universo immemore, io vivo quasi in ciel!”. Purtroppo però poco dopo si fa male Rozzio e quindi ci indeboliamo parecchio. In ogni caso il tempo finisce: “dammi tu forza, o ciel” di sopportare la inesorabile sofferenza della ripresa.
 
Dopo un momento di panico nel quale il segnale di 50 Canale sparisce di colpo, la contesa riprende; Pagliari toglie Bollino (che nel primo tempo ha giovinchicchiato molto) e mette Favasuli (che certo da quelle parti non è proprio popolare). Comprensibilmente il Perugia attacca alla disperata e inizia l'attesa sofferenza. Si arriva al 20° e siamo ancora avanti. Al 25° Napoli butta via un’occasione invitante, ma subito dopo son loro che si mangiano un goal già fatto. Il match è vibrante, come il finale del secondo atto della Traviata, quando Alfredo getta i soldi addosso alla povera Violetta. Nel finale il Perugia, agitato da”un insolito vigore”, attacca, ma, come direbbe Violetta quando legge la lettera del mancato suocero, “è tardi!” Entra (metaforicamente?) il giovane Speranza e dopo qualche patema il match termina trionfalmente, quindi “la disfida ebbe luogo”.
 
Al Perugia, che mi è sembrato meno forte dell’anno scorso e al quale “dunque fu delirio la credula speranza”, possiamo dire solo: “Ahi cruda sorte! Oh, quanto peni, ma pur fa cor, rasciuga il pianto che t’inondò”. Quanto al Pisa, va menzionato il portierino Provedel (“forte il braccio, fiero il guardo, delle giostre egli è il signor”) e il gigantesco Goldaniga, la cui bravura in difesa è pari a quella di Alfredo Germont nei brindisi. Insomma, che altro dire? Sarà pur banale, ma “libiamo nei lieti calici” e, anche se “i casi del futuro non possiamo altrui predir”, auguriamo ai nostri nerazzurri di riprendere la cima della classifica. Ma sì, “non sono follie o delirio vano”, io ci credo: “tutto il futuro ne arriderà”.
Un’ultima cosa: chiedo umilmente scusa al maestro! Suvvia, è anche questo un modo per celebrarne la grandezza.
 

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17/10/2013 - 11:09

AUTORE:
Arbauz

A Rossocrociato: Mai dire mai, dunque.
A Giovanni: grazie; magari ora si potrebbe preparare una cronaca alla "Rigoletto"!
A Susanne: speriamo che il maestro sia orgoglioso davvero!
A Cervetto: ma insomma quand'è che ci si troverà allo stadio a tifare insieme?
Al prof. Vaccari: ci sarebbe domenica la partita con la Paganese: vieni o non vieni?
Ad Artilafo: mi hai fatto commuovere un casino. Mi ricordo benissimo del tizio (o dei tizi) che vendevano le seme e i Ramazzottini. Non solo: mi ricordo benissimo anche di Joan, un vero esteta del pallone. Bei tempi!

16/10/2013 - 14:40

AUTORE:
artilafo

Alcuni anni fa mi divertivo a realizzare video, ed uno studio di amici architetti mi chiese di realizzare un video su San Miniato. Il paese, s'intende.
C'è una giovane ragazza in studio, mi dicono gli amici architetti, che può darti una mano: va’ con lei a San Miniato, mi dicono, e lei ti darà indicazioni su cosa ci interessa di più, su cosa ci piacerebbe vedere nel video.
Così mi trovo con questa ragazza, alta e piuttosto bella, e una mattina, con questa ragazza, con la mia macchina di allora, andiamo a San Miniato.
Nel tragitto, tra le altre cose, vengo a sapere che questa ragazza alta, magra e dalla carnagione un po’ scura, è la figlia di Joan.
Toh! Sandro Joan, mezzapunta talentuosa del Pisa a partire dal 1967, e poi anche in serie A.
Io andavo all'Arena in quegli anni, mi ci portava il mi' babbo, e di Sandro Joan avevo anche la figurina. Alto e magro, Sandro Joan. E la casacca del Pisa era a strisce nerazzurre molto più larghe di quelle attuali: da spalla a spalla c’erano solo quattro strisce nere e tre azzurre, sette in tutto. E allo stadio c’era un tizio con la cassetta al collo che vendeva seme e boccettine di Ramazzotti, e la gente lo chiamava: “Capoo!”. E lui passava le seme o le boccettine di Ramazzotti a quello vicino, che le passava a quello dietro e di gradone in gradone arrivavano a chi l’aveva ordinate. E i soldi facevano la strada inversa. E il mi’ babbo c’aveva un impermeabile azzurro trasparente che piegato stava in una tasca. E una volta uno tirò l’ombrello al guardalinee. E gli arbitri erano vestiti di nero con sotto una camicia bianca. E una volta all'arbitro, correndo, uscì fuori la camicia bianca dai pantaloncini neri e uno gli gridò: “O pinguino!”
Toh! la figlia di Sandro Joan.

14/10/2013 - 20:39

AUTORE:
Prof. Vaccari

Ebbene, nel tentativo di rasserenare gli spiriti, e allontanare lo spettro della superstizione e della scaramanzia dall'Arena Garibaldi - Romeo Anconetani (con spirito illuministico anche nei confronti di Eupalla), me ne andai, in un fine settimana sabbatico (dal calcio) sull'Appennino pistoiese-bolognese-modenese, laddove le tifoserie della Pistoiese, del Bologna e del Modena confinano. E non mi si dica che il Pisa trasse giovamento da questa mia assenza, troppo scontato sarebbe

14/10/2013 - 15:24

AUTORE:
Cervetto

O Arbauz. Averne di partite così. Giocarne di partite così. Vincerne di partite così. Cervetto, pur reduce dalla memorabile strippata, se ne farebbe 100 e 100 spiedini. Eh sì, perché le partite come questa di Perugia ti mettono appetito. E quando sei sereno ne puoi divorare 100 e 100. Tanto poi, le digerisci bene. Avrebbe detto il Vate (Gd'A)che queste partite "ti scendono giù lisce per il gargarozzo...". Pensa, o divino Arbauz, se avessimo vinto rocambolescamente: ai paletti per 89 minuti, pressati, ingobbiti, pernacchiati, derisi. Usciti tra gli ululati. Assediati. Invece no. hanno voglia i perugini di essere un po' incacchiati: hanno perso e hanno perso bene. Mica come noi col Pontedera. Sennò col cavolo che Arbauz si sarebbe concesso le sapide divagazioni verdiane. E col cavolo che il pavido Cervetto (che di solito quando il Pisa segna si barrica in camera per non sapere come vanno le cose)avrebbe assistito tranquillo a tutta la partita senza dubitare della vittoria. Insomma, Sursum corda, o Arbauz. Cervetto è moderatamente ottimista.
Ave e ad maiora.
PS1: Per il buon Rossocrociato. Il trionfo dell'amato Vessillo ed il pareggio al 90° dei lanieri a Pontedera chiuse definitivamente la settimana degli ingorghi digestivi.
PS2: A proposito di Verdi. Cervetto ricorda un Verdi, portiere di riserva del Pisa 1961-1962. Giocò, forse una partita. Le turbe dalla tribuna gli urlavano: "Esci dai pali, brodo...! Nooo! torna fra i pali brodo...! Ed il tapino con l'espressione interrogativa ed inquieta che guardava verso la folla ed entrava ed usciva dall'area piccola come l'uccellino del cucù...

14/10/2013 - 9:47

AUTORE:
susanne

io al posto di verdi sarei molto orgogliosa. e detto tra noi - leggerei volentieri di piu di questo tipo!

13/10/2013 - 18:41

AUTORE:
giovanni

Ma che scuse al Maestro Verdi: se potesse leggerti Egli sarebbe fiero ed orgoglioso di vedere le sue parole - o meglio, quelle di Francesco Maria Piave - e soprattutto di udire l'eco della sua musica a suggello di cotale vittoriosa "disfida"! "Amalo, Pisa s.c., amalo quanto Arbauz t'ama!". Viva Verdi (e viva l'Italia!)
Giovanni

13/10/2013 - 18:13

AUTORE:
Rossocrociato

Apprendo or ora da arbauz dell'insperato ( almeno per me) successo dei nostri e mi vedo costretto moralmente a rinviare il sabbatico del tifoso, annunciato la settimana scorsa. Temevo che dopo un " eroico pareggio " e "un' immeritata vittoria " iniziasse una crisetta senza virgolette.
Così non è stato e i nostri si dimostrano più corsari che mai e approfittano del pareggio interno dei cuginastri per avvicinarsi alla vetta verso cui vola anche L'Aquila ( pardon, questa mi è proprio scappata e in un simile contesto letterario dovrei starci più attento).Rimane il mio sogno di una squadra tosta in grado di vincere il campionato senza playoff ma di questo riparleremo alla prossima o meglio magari al mercato di gennaio.Peccato solo di non giocare più spesso a Perugia.
Rimangono due domande fondamentali: il Vaccari assistette o no alla partita, dato che,almeno per quanto mi riguarda, il pensiero illuministico non si applica al calcio? 2) Cervetto digerì o no la cena pantagruelica della settimana scorsa, ovvero fuor di metafora la sconfitta col Pontedera?