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In questo nuovo articolo di Franco Gabbani viene trattato un argomento basilare per la società dell'epoca, la crescita culturale della popolazione e dei lavoratori, destinati nella stragrande maggioranza ad un completo analfabetismo, e, anzi, il progresso culturale, peraltro ancora a livelli infinitesimali, era totalmente avversato dalle classi governanti e abbienti, per le quali la popolazione delle campagne era destinata esclusivamente ai lavori agricoli, ed inoltre la cultura era vista come strumento rivoluzionario. 

Sei fuori tema. Ma sappiamo per chi parli. . .
. . . non so se sono in tema; ma però partito vuol .....
Quelle sono opinioni contrastanti, il sale della democrazia, .....
. . . non siamo sui canali Mediaset del dopodesinare .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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TOSCANA
Il 30 novembre saranno spesi 650mila euro per votare la gestione dei 6 consorzi di bonifica toscani

15/10/2013 - 17:31

Il 30 novembre saranno spesi 650mila euro per votare la gestione dei 6 consorzi di bonifica toscani
 
MARRAS, “VOTARE PER I CONSORZI DI BONIFICA
E NON PER LE PROVINCE E’ UN PARADOSSO”
 

 
“Il 30 novembre i cittadini toscani aventi diritto, fra i quali molti maremmani, saranno chiamati a votare per eleggere gli enti di gestione di 6 Consorzi di bonifica. Con una spesa di 650.000 euro. Dalla prossima primavera gli stessi cittadini non potranno più eleggere i propri rappresentanti nei consigli provinciali, ma le Province continueranno ad esistere sotto mutate spoglie. Meno efficienti e quindi inutili”.
Così il Presidente della Provincia di Grosseto, Leonardo Marras, interviene sul dibattito dell’abolizione delle Province e sui paradossi legati a questa misura.
“È uno dei paradossi imbarazzanti che testimoniano quanta confusione, e demagogia, si faccia cavalcando l’onda popolare dell’abolizione delle Province in nome della semplificazione dello Stato e della Pubblica amministrazione – sottolinea Marras - Non m’interessa qui difendere l’ente Provincia rispetto all’oggettiva necessità che abbiamo di governare funzioni di area vasta, cosa che ho già fatto fin troppe volte, ma spostare l’attenzione sul deficit di democrazia che si vuole introdurre con la forzatura del Decreto legge. Impedendo alle persone di votare per i propri rappresentanti ancor prima dell’effettiva abolizione delle Province, che dovrà necessariamente avvenire con legge costituzionale. E quindi con tempi medio lunghi”.
“Quello della democrazia non è un tema banalizzabile con una battuta – precisa il Presidente della Provincia di Grosseto -. Il rischio vero è che i cittadini vengano espropriati di un diritto fondamentale, e che le decisioni collettive che incidono sulle nostre vite quotidiane, finiscano inevitabilmente per essere delegate a burocrati al di sopra di qualunque controllo. D’altra parte, se circoscrizioni territoriali ed enti di governo assimilabili alle nostre Province esistono in Francia, Germania, Spagna e Inghilterra, probabilmente un motivo dal punto di vista amministrativo, oltre che storico, ci dovrà pur essere. Per questo mi chiedo a chi giovi abolire un Ente di rilevanza costituzionale eletto dal popolo sovrano, e continuare a mantenere in vita 3.000 enti, agenzie, consorzi di gestione e quant’altro, che esistono solo per complicare la vita a cittadini e imprese”.
“Purtroppo ho abbastanza esperienza – chiosa Marras - per predire che fra dieci anni il dibattito sarà all’insegna del rimpianto per il grossolano errore commesso, su come ricostituire un ente di area vasta con funzioni d’indirizzo e gestione dei servizi, che nel frattempo saranno stati parcellizzati. Intanto, mi auguro di non dover vedere a breve in Toscana, come certi segnali lasciano intuire chiaramente, una fioritura fuori stagione di qualche decina di mini-province in competizione con gli attuali capoluoghi, sulla falsariga dei vecchi consorzi intercomunali. La balcanizzazione della rappresentanza politica dei territori ispirata a un neocampanilismo modernista contrapposto al centralismo regionale, è l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno. Ma il rischio c’è, ed è serio”.

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