In questo nuovo articolo di Franco Gabbani viene trattato un argomento basilare per la società dell'epoca, la crescita culturale della popolazione e dei lavoratori, destinati nella stragrande maggioranza ad un completo analfabetismo, e, anzi, il progresso culturale, peraltro ancora a livelli infinitesimali, era totalmente avversato dalle classi governanti e abbienti, per le quali la popolazione delle campagne era destinata esclusivamente ai lavori agricoli, ed inoltre la cultura era vista come strumento rivoluzionario.
"Puossi far forza ne la deitade, / col cor negando e bestemmiando quella, / e spregiando natura e sua boutade;…
INFERNO - CANTO DECIMOPRIMO vv. 43 e segg
E se Dante dispregiava chi spregiava la natura e la sua bellezza, Rigoletto chiamava i cortigiani “ vil razza dannata” e noi spregiamo e condanniamo i bestemmiatori della Natura che si fanno passare per “pescatori” ma non sono altro che “peccatori vil razza dannata”, i pescatori sono altri, questi sono solamente merde di “fori” e stronzi di “dentro”, non c’è scusante né offesa abbastanza pesante per questi sudici che trattano le rive del Serchio alla foce in questa maniera e anche più.
Loro non sanno di essere entrati in un Eden, loro che dovrebbero invece stare all’Inferno!
Non bastavano i rifiuti delle piene, ci voleva anche questa gente che viene, dicono, a divertirsi, secondo loro!
Caro amico Bobo che scherzavi con le caverne del muraglione, ci cascassero dentro e si troncassero una gamba, no meglio tutte e due.