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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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C'è qualcosa, un tesoro
che tutti cercano.
Non è pietra preziosa
ne' scrigno d'oro:
si chiama semplicemente
LAVORO
Se poi al lavoro
si aggiunge .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
Cronache di un prof. tifoso
Gubbio-Pisa 1-0
di Arbauz

27/10/2013 - 16:26

Un Pisa bruttino
 
Oggi sono qui a casa mia con l’amico Enzo; in assenza di cuoche all’altezza il penoso menu del pranzo è stato il seguente: tortellini alla carne della Còppe (doppia vaschetta) al burro (o a scelta all’olio), ultimo pezzo di uno sformato con ingrendienti imprecisabili (senz’altro delle patate) preso dal frigorifero e riscaldato, una noce (sempre della Còppe). Sì, ma l’importante è continuare la marcia nell’alta classifica: ci aspetta il coriaceo Gubbio, una squadra che ha pareggiato quasi tutte le partite fin qui giocate. La trasmissione inizia in ritardo (dopo che il collega Vaccari -che doveva venire ma non è venuto perché confuso dall’ora legale- aveva telefonato chiedendo: “ma che succede?”), e mi pare che il Pisa, che anche qui gioca con Arma e Forte insieme, si muova benino. Noto alcuni cross troppo lunghi, però vedo poco, perché il segnale del satellite è debole; sul video appaiono vari quadrettini colorati e non si capisce un tubo di quel che succede. Nel videocasino intravvedo un goal del Gubbio di testa, annullato per motivi che non ho capito. Oltre al video anche l’audio arriva spezzettato e incomprensibile (“puniz accord dall’arb” e “rim del port in contr”). Col passar del tempo mi pare che l’agonismo del Gubbio prenda un po’ il sopravvento, ma spero di sbagliarmi. L’amico Enzo sentenzia: “si fa fatica”. Per un bel po’ non succede quasi nulla, poi Arma si libera alla grande in area, ma sbaglia di un soffio. Fine tempo.


Nell’intervallo emergono alcune acute riflessioni tecniche: è una partita che si potrebbe anche vincere; d’accordo, ma ci sta anche di perdere; sì, ma se poi finisse in parità? Fine della disamina tecnica.


Si riparte senza più problemi di satellite. Però il Gubbio è più aggressivo e noi più flosci. Entra Giovinco e per l’ennesima volta si spera che finalmente si sblocchi (se non ora, quando?). E invece si sblocca il Gubbio che, dopo ripetuti pasticci della nostra difesa (era da qualche partita che non se ne vedevano), in contropiede segna. E ora è dura, perché loro difendono in venticinque: entra Cia (un altro che sarebbe ora si sbloccasse). Giovinco si procura qualche punizione, ma niente da fare. Solo qualche mischione confuso. Andrea Orsini dice che si tratta di una sconfitta immeritata, ma onestamente non son tanto d’accordo. Per quel che ne so, nel calcio vince quasi sempre chi fa un golletto in contropiede (anche se, come nel caso del Gubbio, non si è davvero uno squadrone, anzi). E’ andata così. Pace.

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30/10/2013 - 16:25

AUTORE:
artilafo

Qualche anno fa mi trovavo ad un Festa di Divorzio.
In queste Feste di Divorzio viene celebrata la fine di un matrimonio, all’incirca con le stesse modalità del suo inizio: ci sono partecipazioni, torte, invitati e testimoni. Testimoni di divorzio, s’intende.
Questa Festa di Divorzio a cui sono stato invitato io si celebrava in una nota Discoteca di Marina di Pietrasanta, in Versilia. Molti buffet monotematici, ognuno con un diverso antipasto, circondavano il vasto prato: il tavolo dei salumi toscani, quello del fritto di verdure, quello del sushi, l’ostricaro e molti altri.
Mi trovavo già da un po’ presso il tavolo del fritto di paranza, piatto che io prediligo sopra ogni altro, quando notai proprio accanto a me Romeo Benetti, l’ex calciatore italiano. La cosa sgradevole è che egli non utilizzava le posate da portata in argento placcato, ma si riempiva il piatto di trigliette e nasellini usando le proprie mani, che, sebbene ci trovassimo nient’altro che ad inizio serata, apparivano già unte e bisunte. Come i baffi, peraltro.
Non ho mai avuto grande simpatia per Romeo Benetti, specie dopo l’entrata su Franco Liguori del 10 gennaio 1971 a Bologna. Con quell’unica entrataccia compromise i legamenti crociati, il collaterale interno, il menisco interno e la capsula posteriore del ginocchio destro; certo però averlo accanto in un Festa, di Divorzio per giunta, non è cosa da tutti i giorni. Per un attimo pensai anche di chiedergli conto di quella brutta entrata, ma dopo breve rimuginamento desistetti.
Terminato il mio piatto mi avvicino alla divorziata e le chiedo “Toh! o com’è che conosci Romeo Benetti ?”
“Ma quale? quello lì al fritto di paranza? Ma quello è Luciano, lo zio del mio ex marito.”
Ecco com’è che ad un Festa di Divorzio scambiai lo zio Luciano per Romeo Benetti.

27/10/2013 - 22:27

AUTORE:
Rossocrociato

.. che senza opportuni riinforzi si rischi di finire nell'anonimato in attesa magari che Giovinco si sblocchi.

27/10/2013 - 21:54

AUTORE:
Salmantino

Fine settimana dedicato alla "cosecha de aceitunas" (raccolta delle olive) presso amici agricoltori dei dintorni di Plasencia, in Extremadura, ma questo non mi ha impedito, durante una pausa di lavoro, di assistere in streaming, alla triste partita del Pisa. Gli amici che con me hanno condiviso il dolore, ai quali traducevo le parole di Orsini, a un certo punto hanno esclamato: "Ma Oorsini di quale partita e di quale Pisa sta parlando?". Eh sì, come non condividere; un Pisa proprio bruttarello, specialmente nel secondo tempo.
Colgo l'occasione per rivolgermi direttamente al sommo Arbauz: presso il Pisa Club di Salamanca, inaugurato ufficialmente in settimana, i soci non credono al connubio scaramanzia e calcio. Ma oggi, o Arbauz, anche i più scettici si dovranno arrendere all'evidenza della ragione: il prof. Vaccari non ha asistito in tua compagnia all'incontro, e il Pisa ha perso.

27/10/2013 - 19:55

AUTORE:
Stefano

Quando si va in Umbria, è meglio fermarsi a Perugia!!!

27/10/2013 - 17:58

AUTORE:
Cervetto

Mah! o Arbauz, che dirti. Hai ragione: partita un po' moscia, quella del Pisa. Cervetto pensa che quando si mollano i remi e si abbandona la vigilanza della nave, si finisce quasi sempre per naufragare. Cioè, un atteggiamento del tipo "Ohé, arriviamo noi! Ma l'avete mai vista voi l'Arena? Ma l'avete visti i capelli di Pagliari? Ma l'avete mai vinta, voi di Gubbio, una partita col Vaci Izzo in Mitropa, Mi-tro-pa dico, Cup? toglietevi di mezzo, sgommate cialtroncelli e fateci trionfare. Marsch!". Beh, Cervetto non crede poi che l'atteggiamento dei ragazzotti sia stato proprio questo ma poiché gli piace farsi del male lo dice lo stesso. E per farsi ancor più male pensa che stasera i 20 tifosi eugubini raccolti a commentare la partita al Circolo ARCI di Gubbio in frazione Schioppatrombone siano gonfi di soddisfazione nel raccontarsi di come hanno steso la capolista e di come sono stati bravi e forti in 10 e senza allenatore. Insomma, o Arbauz, in buona sostanza Cervetto pensa che quando nel Pisa cala la concentrazione tutti possano più o meno tranquillamente metterci sotto. E a Cervetto questa sconfitta oltre a dispiacere per scontati motivi, dispiace molto anche perché ben volentieri avrebbe voluto dedicarla al comune buon amico, grande sportivo pisano che tu ben sai o Arbauz.
PS: A proposito di telecronaca. Mentre ascoltavo il primo tempo "Caccaval retropass lung Piffer rilanc" pensavo al Cattivik della nostra giovinezza: "Adess facc un macell apr la finestr butt di sott la TV..."