L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia.
Sabato scorso si è tenuta l'Assemblea provinciale del PD a conclusione della prima fase del percorso congressuale ed è stata ratificata l'elezione di Francesco Nocchi alla segreteria della Federazione. I congressi di circolo nella nostra provincia hanno registrato un'ottima partecipazione e il risultato ha riconosciuto pienamente il valore positivo del lavoro svolto da Nocchi nella guida del partito, sempre ispirata ad una impostazione unitaria.
Ora siamo entrati nella seconda fase e nei prossimi giorni gli iscritti saranno nuovamente chiamati a votare per i candidati alla segreteria nazionale. Verrano in questo modo selezionati i tre che andranno alle primarie dell'8 dicembre. Sarà un passaggio importante soprattutto per realizzare un confronto sulle piattaforme politiche proposte dai candidati. Se si crede nella necessità di tenere in piedi un partito presente e radicato nel territorio, sostenuto dall'impegno volontario degli iscritti e volto a sollecitare e allargare la partecipazione attiva alla politica, bisogna dare peso e ruolo ai militanti. Altrimenti si trasforma il partito in una specie di comitato elettorale permanente che si muove in ragione delle candidature, siano alla segreteria del partito come alla guida del Governo o delle Regioni e dei Comuni. Per essere un vero partito gli iscritti devono avere modo di dire la propria, sulla politica e sugli organismi dirigenti, in un quadro di diritti e di doveri riconosciuti. Dire che il loro voto conta poco o niente perché contano solo le primarie disvela un'idea di partito assai diversa. Quella di un partito a misura, per la promozione di candidature e di campagne elettorali, con una forte caratterizzazione personalistica. Addirittura c'è chi, come il Sindaco di Bari Emiliano, propone di abolire il tesseramento e lasciare il PD nelle mani dei leader, dei parlamentari, dei Sindaci o dei Presidenti di Regione, eletti con le primarie.
Non credo che questa sia la via per rispondere alla crisi della politica e nemmeno per rilanciare il progetto del PD. Il Partito Democratico è nato come soggetto politico plurale, fondato sull'incontro di storie e culture diverse, con l'obbiettivo riformare la politica per cambiare il Paese sulla base di una larga e attiva partecipazione democratica. E le primarie in questo contesto sono un fattore di allargamento e non di sostituzione della funzione del partito e degli iscritti.
Se il progetto non è decollato come volevamo e i risultati delle elezioni non ci hanno premiato, e se nei principali passaggi politici ci presentiamo incerti e divisi, come sulla vicenda dell'elezione del Presidente della Repubblica, ciò è dovuto soprattutto all'assenza di una base comune di cultura politica e, di conseguenza, alla crescita di una pratica correntizia che esalta la frammentazione sulla base di posizionamenti personali. Se questo è il punto principale, allora il congresso serve per mettere al centro il tema del partito e con esso la necessità prioritaria di rilanciarlo. Per fare questo di vuole un impegno straordinario, di progetto, di cultura e di dedizione, da indirizzare prioritariamente nel lavoro di ricostruzione sul territorio e a livello nazionale. Per questo penso che la candidatura di Gianni Cuperlo sia la più adatta a questo compito.
Inoltre penso che sarebbe un errore far passare l'idea che con il congresso decidiamo il candidato del PD alla guida del Governo. Ciò aprirebbe la strada a chi punta alla delegittimazione e all'indebolimento del governo Letta per andare subito a nuove elezioni anticipate con la legge elettorale in vigore, il "porcellum". Obbiettivo chiaramente perseguito da Berlusconi e da Grillo, che per ragioni diverse ma convergenti, temono che se Letta resiste fino al 2015, la loro forza attuale si ridurrà di molto. Anzi, per Berlusconi significherebbe anche la decadenza politica accanto a quella per condanna giudiziaria, come dimostra la spaccatura che si è aperta nel Pdl sulla questione del sostegno al Governo. In questo quadro la tenuta del governo Letta, pure in una situazione di crisi economica, sociale e democratica molto dura e difficile, costituisce la possibilità concreta di archiviare Berlusconi come leader del centrodestra. Per queste ragioni bisogna evitare una interpretazione sbagliata delle nostre scelte congressuali e il modo per farlo è cercare di discutere e non solo di votare.