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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non é certo colpa mia e dello mondo difficilerrimo .....
. . . anche te racconta che c'entrano i voti del 1978, .....
. . . . chiebita perché l'acqua calda la scoperse .....
Salutoni a Bruno e al suo fido fiorentino
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
Parco regionale
Pesca illegale delle “cee”, più controlli nel Parco regionale

28/11/2013 - 18:33

Pesca illegale delle “cee”, più controlli nel Parco regionale
 
L’Ente Parco regionale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli lancia in questi giorni una campagna di prevenzione e repressione per combattere la pratica, odiosa e illegale, della pesca degli avannotti di anguilla, conosciuti localmente anche col nome di “cee”: il Direttore del Parco Andrea Gennai, in collaborazione col Servizio Vigilanza dell’Ente Parco, col Corpo Forestale dello Stato, con la Capitaneria di Porto e con la Provincia di Pisa, ha deciso di intraprendere una forte azione in questa direzione per ridurre il grave danno ecologico ed economico che deriva da tale attività illegale.

 
L’attività di pesca delle “cee” ha non solo gravi conseguenze di natura ambientale, che stanno alla base delle normative comunitarie e nazionali di riferimento, con la previsione del divieto assoluto di questa tipologia di pesca, ma anche ripercussioni serie sulle attività regolari di pesca dell’anguilla nelle acque interne di tutta la Toscana. L’esercizio di tale pratica illegale è ancor meno accettabile in un’area protetta e nei corsi d’acqua interni ad essa.

 La cattura delle “cee” ha un impatto devastante sulla specie e sull’economia legata alla pesca legale dell’anguilla 

 L’anguilla è uno dei pesci più straordinari delle nostre acque, se non altro per gli spostamenti che fa per riprodursi, viaggiando fino al Mar dei Sargassi e da qui ritornando sotto forma di avannotto.

 Proprio questi avannotti, da noi chiamati tradizionalmente “cee”, arrivano dal Centro America ai nostri fiumi per risalirli addirittura fino alle sorgenti, dove dovrebbero diventare adulti: una fatica immane, oggi resa ancora più difficile dalla qualità delle acque dei fiumi e soprattutto dai moltissimi sbarramenti artificiali presenti lungo il loro corso.

 Le acque interne della Toscana e di tutto il Paese stanno così spopolandosi di anguille, facendo registrare una drastica diminuzione di questi animali, tradizionalmente sempre piuttosto numerosi, e causando danni economici seri all’altrettanto tradizionale pesca effettuata nel pieno rispetto delle regole.

 Per ovviare a questo problema, l’Unione Europea sta finanziando progetti per l’allevamento di “cee” e il rilascio delle giovani anguille nei tratti interni dei fiumi toscani: nella nostra zona la Provincia di Pisa ha realizzato un apposito incubatoio, proprio nella Tenuta di San Rossore, dove le giovanissime anguille vengono allevate con cura fino a quando non raggiungono dimensioni tali da poter essere liberate nei fiumi toscani.

In questa situazione è evidente che la pesca delle “cee” appare inaccettabile non solo per l’enorme impatto sulla specie (per un semplice piatto di “cee” si uccidono molte centinaia di animali) e sull’ecosistema in generale, ma anche per il colpo mortale che questa attività illegale inferisce alle forme di pesca regolare dell’anguilla, che è un’antica tradizione ed un’attività importante dal punto di vista economico.

 L’invito della Direzione del Parco

 Il Direttore del Parco naturale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli invita cittadini e pescatori sportivi a non pescare le “cee” e a non introdurre nell’area protetta regionale neppure gli attrezzi utilizzati per la cattura, espressamente vietati dal regolamento: sono infatti previste  pesantissime sanzioni amministrative (fino a diverse migliaia di euro), oltre alla confisca del pescato e delle attrezzature. Laddove possibile, le “cee” che venissero confiscate saranno donate alla Provincia di Pisa, per il loro utilizzo nell’incubatoio e la successiva liberazione nei fiumi toscani, dove non sarebbero altrimenti mai potute arrivare: gli interessi dei pescatori in regola, degli ambientalisti e di tutta la collettività saranno così finalmente tutelati.

Nei giorni scorsi il Direttore ha inoltre inviato al personale addetto alla vigilanza nell’area protetta una direttiva affinché vengano predisposti adeguati servizi di controllo, prevenzione e repressione, concordando auspicabili forme di coordinamento e collaborazione con le altre amministrazioni competenti.

«Un appello va infine a tutti coloro che dovessero riscontrare o essere a conoscenza di attività di pesca illegale delle “cee” – conclude il Direttore del Parco; – a loro chiedo di segnalare tempestivamente al Servizio Vigilanza dell’Ente Parco (vigilanza@sanrossore.toscana.it) ed alle altre autorità di controllo, casi sospetti all’interno del Parco naturale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli. La collaborazione con i cittadini è d’altronde un aspetto essenziale di questo nuovo corso che si intende dare al nostro Parco.»
 

Fonte: Enrico Lippi - Giornalista (Tessera OdG n. 133023) - Consulente Ufficio stampa Ente Parco
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