Una serata di storie, sapori e voci.
Abbiamo scelto un gustoso menù vegetariano e un filo rosso di racconti: Silvia Belli condurrà l’incontro, presentandoci alcuni autori MdS; Daniela Bertini darà voce a brani tratti dai loro libri.
Con il biglietto è incluso un libro MdS a scelta dal catalogo: lo scegliete voi, al tavolo.

Gianni Cuperlo, che è considerato il meno televisivo dei candidati alla segreteria del Pd, ieri mattina era ospite di Agorà.
E qui ha detto delle cose che speriamo rimarranno, nella coscienza politica nazionale, anche se non dovesse essere lui a vincere le primarie.
Per esempio, ha molto insistito sulla battaglia culturale da condurre per rimontare quella subalternità culturale che la sinistra ha scontato nel corso del famigerato ventennio berlusconiano.
Per recuperare, tra l’altro, il valore e il significato della «parola» stessa, abusata e stravolta in un dire e negare, dichiarare e smentire a stretto giro di tv, che ne ha sgretolato la credibilità e perfino la sacralità. Perché, ha detto Cuperlo, la parola è una guida per l’intelligenza.
Negli anni passati abbiamo assistito invece a fenomeni abbietti, come quello di ministri della Repubblica che giuravano sulla Costituzione e poi non si vergognavano di sostenere la secessione, ingiuriando storia e simboli della nazione.
Ma, di questa tollerata anomalia si sorrideva, considerando che, ma sì, si trattava solo di folclore leghista.
Un folclore che poi si è colorato di cinismo e ruberie, con la penosa family bossiana al centro di un «cerchio magico» di ladroni, mentre si assisteva allo svelamento dei ridicoli riti nordisti in messenscena per i gonzi.
Una rivelazione che non è ancora finita, visto che ogni giorno la cronaca ci porta qualche notizia in più sull’attaccamento all’inesistente patria padana, tra gli altri, di Roberto Cota.
Il Tg3 ci ha fatto sapere che il presidente della Regione Piemonte, non pago di esercitare l’ubiquità delle note spesa, ha messo in conto a noi contribuenti italiani perfino dei boxer.
Ma l’ideale leghista è salvo, visto che le mutande in questione erano verdi. Cosicché, finalmente sappiamo dove se la mettono, la padania.
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