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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ecco la lista di Vicopisano in Cammino.
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di Umberto Mosso
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di MARIAROSARIA MARCHESANO (Il Foglio)
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di Vittorio Ferla
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Di Alexia Baglivo
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Se oltre a combattere
quotidianamente
Con mille problematiche
legate alla salute
al reddito
al lavoro
alla burocrazia
al ladrocinio
alla frode
alla .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
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di Paolo Magli, direttore de La Voce del Serchio

Vale la pena di vivere a Migliarino?

7/12/2013 - 1:15


 
                    Vale la pena di vivere a Migliarino?

 

La domanda che ha fornito lo spunto per una riflessione sul territorio, e da cui poi sono usciti gli interventi che adesso sono raccolti in un libro, per me ha un significato più ristretto, rispetto a molti altri che hanno partecipato al dibattito.

 

 Non saprei che risposta dare se qualcuno mi chiedesse se vale la pena di vivere a Vecchiano o San Giuliano, o addirittura a Pisa. Sono zone che conosco benissimo, essendoci vissuto per trent'anni, ma sono anche realtà per me estranee.

Per me l'unica zona a cui sono rimasto  legato affettivamente è sempre stata Migliarino, il suo microcosmo di persone, di conoscenze, di abitudini. Anche perchè ho sempre pensato che per conoscere davvero il mondo in realtà non devi spostarti di qua e di là, ma devi conoscere in modo profondo il tuo paese, che poi raccoglie nel suo piccolo tutte le dinamiche del mondo.
Le vicisstudini della vita, e in particolare il lavoro, mi hanno poi costretto per i successivi trent'anni a vivere altrove. E quindi Migliarino per me rimasta come una specie di terra promessa, un luogo incantato a cui prima o poi, mi ripromettevo, volevo in ogni caso fare ritorno. Non ho mai perso di vista le vicende del paese, le seguivo da lontano, in modo sfocato, mantenendo però un sottile legame, per non tagliarmi i ponti alle spalle e per essere pronto, non appena avessi potuto, a rientrare a casa, perchè Migliarino l'ho sempre sentito come la mia unica vera casa.
Avvicinandomi alla pensione, e contando di avere in prospettiva più tempo libero, ho dunque cercato di riprendere i vecchi rapporti. E la cosa straordinaria per  chi ha vissuto in un paese è che, anche se ci si ritrova dopo trent'anni, è come se tutto fosse rimasto immutato. Si ristabiliscono subito le vecchie consuetudini, come se ci fosse lasciati da un'ora e non da un tempo infinito, e con gli amici si ristabilisce subito quella confidenza, quella continuità affettiva, che è impossibile costruire altrove in modo analogo. E' piacevole tornare a casa.


Però..... c'è sempre un però nelle favole.... le cose non sono andate proprio come mi aspettavo. Il paese l'ho trovato diverso, cambiato, non tanto sul piano urbanistico, quanto nella vita della comunità.  Ho trovato un paese sempre più massificato, sempre più simile a Vecchiano, Filettole, Nodica, insomma a tutto il resto d'Italia. Mi è sembrata questa una grande perdita, e mi sono sentito un po' meno a casa di quanto mi aspettavo.  
Questo disagio, condiviso anche da altri amici, è stata poi la spinta che ha fatto nascere la Voce del Serchio, che inizialmente si chiamava Qui Migliarino. Il progetto è stato poi ampliato per abbracciare tutto il nostro territorio, convinti che i nostri problemi in realtà fossero simili a quelli di tutta la valle del Serchio (parte finale).  Per questo ci siamo sempre rifiutati di estendere la nostra attenzione, ad esempio a Calci, nonostante, che ci sia stato  più volte richiesto, pensando che fosse la presenza del Serchio a fare da discrimine.


Quando agli inizi abbiamo pensato alla Voce del Serchio in realtà non avevamo in mente un giornale. Il nostro scopo era quello di ridare voce ai nostri paesi, impedire la graduale scomparsa della nostra storia e combattere l'omologazione  invadente che sta provocando un deserto culturale intorno ai noi. Tra i nostri programmi (anche in modo un po' provocatorio)  c'era anche quello di difendere il campanilismo, come sfida alla massificazione, e inteso come espressione suprema di tutto quello che ciascun paese, ciascun microcosmo, aveva saputo creare nei secoli, diverso dal paese confinante.
Il campanilismo dunque inteso come valore positivo, come difesa delle proprie radici e della propria diversità, come difesa contro l'omologazione che poi significa perdere l'identità. Personalmente ritengo che fino a quando ci sarà un briciolo di campanilismo ci sarà ancora speranza, perchè vorrà dire che esiste ancora  una comunità. La mia paura era (ed è) che i nostri paesi gradualmente perdano la loro identità e vengano mano a mano  trasformati in nomi di quartieri di una gigantesca periferia. Per questo, ad esempio, sono stato fortemente contrario al folle programma di costruire una Grande Pisa, di cui si è parlato fino a qualche tempo fa.

 

Fin dagli inizi, dunque, abbiamo sempre avuto chiaro, che  non volevamo creare un giornale. Il nostro scopo in realtà era quello di dare vita a una specie di piazza on line sull'esempio delle piazze vere che un tempo animavano  i nostri paesi. Volevamo creare un luogo per il confronto e lo scambio di opinioni, nella convinzione che soltanto la circolazione delle informazioni tiene in piedi una comunità. Questa, ad esempio, era la funzione storica delle comari, che passando di uscio in uscio, facevano circolare le notizie, e cosi legavano insieme le persone, rendendole riconoscibili. 
Certo, ancora oggi vale la pena di vivere a Migliarino. Rispetto a tante altre località non ha subito sconvolgimenti devastanti e all'incirca  è rimasto quello di molti anni fa. Tuttavia non posso fare a meno di esprimere anche una certa  delusione per come sono andate le cose negli ultimi anni. Alla fine ho maturato la convinzione che un po' sia anche colpa nostra. Abbiamo lasciato che le cose andassero come andavano, senza capire che il male e il bene non sono mai definitivi. In realtà è una lotta incessante, tra forze contrapposte, che alla fine raggiungono sempre tra loro un equilibrio instabile e provvisorio. Dunque dipende da noi  fare in modo che, l'equilibrio penda sempre un pò di più a nostro favore.  Dalla mia personalissima esperienza penso di avere tratto un insegnamento: e cioè che il male prevale sempre se non ci sono uomini di buona volontà disposti a impegnarsi per contrastarlo.

Tuttavia le vicende di questi ultimi anni, anche grazie alla funzione della Voce del Serchio (sia come giornale che come Associazione), mi fanno essere ottimista, mi  lasciano pensare che le cose stiano finalmente cambiando e che il bene non sia ancora del tutto sconfitto. 

 

 

Fonte: Paolo Magli, direttore de La Voce del Serchio
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Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

7/12/2013 - 13:10

AUTORE:
Bruno della Baldinacca

...grazie!!!
per'ora!
Per il resto te lo dio (dico) a mano nel posto più bello del mondo.. attrappoino (fra poco) camminando nella bellissima Via dei Pini; libera e liberata e poi..mi dirrai (dirai) che il giornale va bene, 'nsettimana bisonnierà fare una cena di lavoro con tutta la Redazione e..
...asta-sera.
bb