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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Lara Ceccarelli
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Sinistra italiana - Provincia di Pisa
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di Roberto Sbragia – Consigliere Provinciale Forza Italia Pisa
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di Filippo Pancrazi
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PD SGT
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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C'è qualcosa, un tesoro
che tutti cercano.
Non è pietra preziosa
ne' scrigno d'oro:
si chiama semplicemente
LAVORO
Se poi al lavoro
si aggiunge .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
Cronache di un prof. tifoso
Lecce-Pisa 2-0
di Arbauz

15/12/2013 - 16:49

La maledizione dello stadio di Lecce
 
Eccoci qui, senza grandi speranze (a Lecce ci è sempre andata male, gli scommettitori sono unanimi nel vederci battuti, c’è Miccoli, giocano in casa, sono arrabbiati, devono risalire, e non so cos’altro), ma incollati a 50 Canale. Altro che passeggiate al solicchio o al mare, si deve soffrire e basta. E infatti si soffre subito: prima azione del Lecce e subito goal di testa per loro (solita difesa disattenta sulle palle alte). Mi dico che bisogna star calmi, ma certo che –come dice Andrea Orsini- peggio non poteva cominciare. Si aspetta una qualche reazione, e invece continuiamo a subire, con paurose disattenzioni del nostro portiere e della nostra difesa. Purtroppo si continua a sbagliare e a subire. In attacco non combiniamo nulla, piedi buoni non ne abbiamo proprio, tra l’altro la loro difesa è attenta ed esperta. Insomma in campo la differenza tecnica si vede tutta. Eppure al 34° Cia prende improvvisamente un palo pieno. Il Pisa si scuote e si guadagna vari corner, ma nel nostro momento migliore Rozzio, che non riesce assolutamente a tenere gli attaccanti del Lecce, si fa buttar fuori. Buona notte. Pagliari è anche costretto a mettere Sabato in difesa e a far uscire Bollino, quindi il nostro attacco si indebolisce ancor più. Tra l’altro la sostituzione non ci salva dal raddoppio del Lecce (gran bella azione, con assist di Miccoli al bacio).
 
Vedere il secondo tempo sullo 0-2 a Lecce e in dieci non è il massimo, ma il dovere è dovere. Però succede pochino; teniamo un po’ la palla, ma azioni non ne ricordo. Anzi viene buttato fuori per una simulazione molto molto dubbia anche Pellegrini e si resta in nove. E non è finita: infatti subito dopo -non capisco perché- l’arbitro (francamente un idiota, diciamolo pure) espelle anche Cia che era uscito per il cambio, e quindi restiamo in otto. Va bene perdere, ma farsi prendere in giro no. Peccato perché i tre nostri nelle prossime partite sarebbero serviti e molto.
 
Ora una sconfitta come questa spinge a sinistri presagi. Calma, dico io. Che non fossimo da primo posto si sapeva, che dopo questo ciclo saremmo un po’ indietreggiati in classifica anche; oggi è andata così, ma mettiamoci il goal a freddo e tutte le espulsioni. Io dico che saranno decisive le prossime due partite casalinghe abbordabili; se le vinciamo si torna nel mucchio delle terze o quarte e si continua a sperare (magari anche in qualche rinforzo, ammesso che ci siano i soldi). Perciò bisogna assolutamente battere Viareggio e Barletta, anche senza gli squalificati. Non è facile, ma ci si proverà.

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17/12/2013 - 20:11

AUTORE:
Stefano

Era dal mercoledì precedente che mi trovavo in montagna, le dolomiti di Brenta per la precisione in località Folgarida. Il sabato sera tra di noi, sparuta combriccola di modesti sciatori d'acqua dolce (o erano i pescatori?) ci siam detti: e se partissimo nel pomeriggio di domani, così si fa un'ultima sciatina mattutina sulle splendide piste di Grostè, Pradalago e Monte Vigo!! votazione veloce veloce e all'unanimità, vai, si resta!! e poi ci s'ha il vantaggio che è domenica, e non troveremo traffico nel pomeriggio, e ascolteremo le partite alla radio, e arriveremo comunque a casa per cena, e...
infatti... divertenti discese e comode risalite in seggiovia al solicchio fino alle ore 13.00.. e poi alle 14.00 in auto in direzione Pisa.. Stato d'animo euforico, finchè...
14.35 sms Lecce 1 - Pisa 0
14.45 ingresso autostrada Mezzocorona.. in coda.. grido di un passeggero.. noooo il rientro dai mercatini di Natale!!
15.10 Trento nord raddoppio del Lecce
15.30 Trento sud Pisa in 10
16.00 Rovereto nord Pisa in 9.. 16.15 Ala-Avio spengo il cellulare e accendo la radio Forentina 2 - Bologna 0 spengo la radio
16.40 Verona centro nebbia
18.00 Carpi fine nebbia
19.30 Barberino.. nooooo il rientro dall'outlet...
vabbè ma allora ditelo...

17/12/2013 - 13:38

AUTORE:
artilafo

Lo zio Sergio soffriva di vari disturbi. Tra questi accusava spesso un dolore intenso che si localizza proprio in ipocondrio destro. Insorgeva a suo piacimento (suo del dolore, non dello zio, s’intende) in qualsiasi momento del giorno o della notte, ma con maggiore frequenza dopo i pasti.
Dato che negli esseri umani la perdita della colecisti è in genere ben tollerata, lo staff medico che lo aveva in cura si risolse per un intervento di colecistectomia. Lo staff familiare decise invece che dopo l’intervento sarebbe toccata a me la prima notte di veglia all’ospedale.
Così dopo aver consumato, in un locale del centro città, pici all’aglione, piatto che io prediligo sopra ogni altro, mi apprestai a passare quella notte di giugno sulla poltrona di una camera pagante.
Poco dopo le 23:30 lo zio sembra assopito, si lamenta solo un po’, com’è suo costume, con una certa discrezione. Io propendo allora per una passeggiatina nei corridoi vuoti, mentre il reparto ormai dorme, alcuni pazienti mugolano sommessamente, ci si scambia un cenno di saluto con qualche moglie che fa la veglia come me, ci si prepara alla lunga notte.
Quello è un anno di Mondiali di Calcio, il massimo torneo calcistico per squadre nazionali maschili. E quell’anno i Mondiali si svolgono in Messico, e in Messico la mascotte è un pique, un peperoncino con baffi e sombrero.
Nel mio giro passo davanti a una stanza adibita al personale, dove qualcuno mi fa un cenno di saluto con la testa. La porta è aperta e mi soffermo quel tanto che basta per vedere una piccola tivù in bianco e nero con l’antenna a forma di aureola: lì, in pochi secondi, una palla è salvata di tacco sulla linea laterale, lanciata poi in profondità sulla fascia sinistra, Maradona si libera di un avversario, cross di sinistro, Burruchaga incontrollato al centro dell’area: stacco di testa e gol. Un raddoppio, sento dire. Arrivo poi fino al distributore automatico in fondo al corridoio, bevande, snack, merendine, l’apparecchio non da resto, e torno indietro.
Quando alla fine rientro in camera sussurro il risultato allo Zio semicosciente: “Zio… “ sussurro “… Argentina – Bulgaria due topponi a zero!”, e faccio anche con le dita il segno del due. Ma in realtà volevo dire allo zio: coraggio, la vita continua, gli ottavi li vedrai a casa. Anzi, guarda, in convalescenza vedrai il forse più bel gol della storia del calcio.
Ancora sotto l’effetto dell’anestesia lo zio mi fa invece presente che nella camera di gocciolamento attraverso la quale si osserva la discesa del liquido della fleboclisi lui intravede la fisionomia di una suora minacciosa, e mi prega, con gentilezza, di allontanarla dalla camera.
La sera del giorno dopo, quando tornai all’ospedale, lo zio Sergio nulla ricordava, né della suora né dei mondiali in Messico. La camera di gocciolamento della fleboclisi era sempre lì, le goccioline scendevano rassicuranti e lui le guardava ogni tanto, ma con distacco. Lamentava invece di essersi svegliato in una stanza satura d’un agre odore di aglio, pianta che egli ha sempre detestato, e di aver dovuto chiamare subito l’infermiera per far spalancare la finestra. Il perché di quel fenomeno non sapeva spiegarselo.

16/12/2013 - 14:36

AUTORE:
sorella

la buona sorella è cresciuta a pane e studenti dai quattordici ai diciotto anni, per cui le parolacce non le riconosce nemmeno, voglio dire come tali. Apprezza invece molto l'idea di Bing Crosby. Invece chi è Andrea Orsini?

15/12/2013 - 23:14

AUTORE:
Cervetto

O Arbauz. O nostro paziente cunctator. Permetti al vecchio Cervetto di esprimere la sua parola. Permettigli finalmente di far da megafono ai mille tinelli oggi sintonizzati dalle 14.30 alle 16.15 su 50canale. Da Zurigo a Salamanca; Da Luicchio a Riglione; da Coltano a Migliarino; da Calci a Piazza San Paolo, da Ual-Ual all'Oasi di Cufra, c'è stato un solo grido: Che palle, ebbene sì diciamolo, Arbauz, che palle: Eier. Bolas. Couilles. Balls. Orkeis. Pilae. Mipira. Amabhola. Pilotak. Pallot. Bollar. Ballen. Ecc. Insomma: che palle, che strapalle, che iperpalle, che superpalle, che arcipalle. E ci perdoni la buona Sorella per queste nostre oscenità, ma credi, Sorella e credilo anche tu, occhiuto eppur magnanimo censor, non se ne può più. E se l'omino è vecchio ed ha a cuore il portafoglio sociale; e se le squadre dell'omone a dicembre si squagliano; e se i ragazzotti se ne infischiano del Glorioso Vessillo e pensano ai quattrini ebbene, al vecchio Cervetto non gliene frega un tubo. Lui ha da fare il Presepe e l'albero di Natale in serenità, con la musica di Bing Crosby in sottofondo, con la TV accesa mentre il suo Pisa vince e convince. Invece no, accidenti al mondo. Domenica rovinata, o Arbauz.
Ave.

15/12/2013 - 18:18

AUTORE:
Rossocrociato

"Calendari, calendari per il prosimo campionaro. Bisogna Signore un calendario per il prossimo campionato"

"Credete che sarà felice il prossimo campionato?"

"Oh illustrissimo,sì, certo."

" Come il campionato passato?"

"Più, più assai"

"Come quello di là?"

"Più,più, illustrissimo"

"Ma come qual altro? Non vi piacerebb'egli che il campionato nuovo fosse come qualcuno di questi ultimi?"

"Signor no, non mi piacerebbe"