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Nei giorni 26-27-28 aprile verranno presentati manufatti in seta dipinta: Kimoni, stole e opere pittoriche tutte legate a temi pucciniani , alcune già esposte alla Fondazione Puccini Festival.Lo storico Caffè di Simo, un luogo  iconico nel cuore  di Lucca  in via Fillungo riapre, per tre mesi, dopo una decennale  chiusura, nel fine settimana per ospitare eventi, conferenze, incontri per il Centenario  di Puccini. 

. . . per questo neanche alle 5. 50 prima di colazione. .....
. . . alle nove dopocena non ciai (c'hai) da far altro? .....
. . . il plenipotenziario di Fi, Tajani, ha presentato .....
Ieri 19 Marzo ci ha lasciato un Vs. concittadino Renato .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Il sole nutre
col suo splendore
il croco il bucaneve
la margherita. . .
Il cuore
cancella il dolore
se alimentato dall'amore
essenza della vita
Quando .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
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VITTIME INNOCENTI
di Trilussa

19/1/2014 - 18:20

Da qualche tempo che non riesco più a pubblicare quello che ho preparato per la mia sessione settimanale. Avevo preparato un articolo divertente sulla situazione di abbandono in cui versano i nostri paesi (ho preso spunto dalle polemiche sulla stazione di S.Giuliano) ma poi succede sempre qualcosa che colpisce la mia sensibilità  e modifica le mie intenzioni.


Stavolta lo spunto è derivato da un episodio di giornata, l’aggressione di un gruppo di Talebani a un ristorante di Kabul dove un kamikaze si è fatto esplodere e altri sono entrati sparando e facendo una ventina di vittime innocenti: incaricati ONU a vario titolo che erano soliti pranzare in questo ristorante libanese e lo stesso proprietario che ha cercato di difendersi.


Un episodio terroristico secondo l’opinione comune, e io sono d’accordo perché si tratta di un ‘aggressione armata a civili disarmati che stavano tranquillamente pranzando, e non uno scontro militare ad armi pari. Terroristico dunque, ma poi il servizio continua e riferisce che l’episodio è probabilmente una ritorsione per un episodio accaduto la sera prima, un bombardamento militare americano sul territorio afgano che ha causato la morte di sette bambini ed una donna, ancora più innocenti.


Effetti collaterali vengono definiti , una denominazione delicata e leggera che non disturba i pasti dei cittadini che la apprendono all’ora di pranzo, e non incomoda più di tanto le coscienze.


Anche nei giornali la notizia è passata nelle pagine di mezzo, quelle a cui di solito si da solo un’occhiata, dopo le notizie politiche delle prime e quelle dello sport nelle ultime. Nessun particolare risalto, solo una ventina di morti in più che si vanno ad aggiungere alle migliaia di altri, niente di particolarmente importante.


Mi sorge la domanda: sono diverse le vittime?
Comuni cittadini afgani, donne probabilmente con il burqa, bambini cenciosi e magari analfabeti, poveri cristi afgani contro importanti responsabili internazionali con i loro SUV a pranzo al ristorante.


Credo che non si debba fare una distinzione, i morti sono morti, ognuno lascia dolore, orfani, vedove, lascia un vuoto che non si può colmare. Gli afgani erano a casa propria e vivevano la loro vita di famiglia povera, gli incaricati ONU magari facevano il loro lavoro con onestà e passione.

 

 E gli aggressori? Terroristi afgani contro miliari americani e non. Noi li chiamiamo per comodità e opinione comune terroristi, ma rimangono combattenti che sono a casa propria, nella loro terra, con i loro brutti, arcaici e barbari costumi, ma che sono i loro.

 

La povertà, l’analfabetismo, la fame da combattere, la condizione femminile da modificare, quella che noi chiamiamo democrazia da instaurare non credo si possa imporre con le armi e i bombardamenti ma con il dialogo e la cultura.

Al limite con aiuti umanitari, ma da casa propria, non mandando gli eserciti per fare rispettare un ordine e un ordinamento imposto dai potenti.


L’opinione comune è che noi siamo i buoni e gli altri i cattivi.
Nell’episodio citato vorrei poi mettere a confronto i combattenti.

Alcuni che si espongono di persona allo scontro, in questo caso di tipo terroristico per la definizione detta prima, subendone tutte le conseguenze,  altri che sorvolando il territorio con il loro aereo climatizzato a 10.000 metri di altezza e sotto la guida di un computer pigiano un bottoncino sganciando la bomba. 

 

Mi domando quanto questi piloti siano consapevoli di quello che succede là, 10.000 metro più in basso,  quando arriverà la bomba. Magari, una volta pigiato, rientrando alla base, penseranno a come passare la serata nella loro base superprotetta o sulla loro tranquilla portaerei. L'immagine della guerra e della distruzione causata da quel loro semplice gesto tecnico non può arrivare ai loro 10.000 metri di altezza, è comprensibile. Ma forse non è così, forse lo sanno e fanno con dolore quello che sono costretti a fare, vittime civili, ma sono militari e debbono ubbidire.  


In questa loro guerra asettica, dove non ci si espone personalmente, non si rischia la vita come i loro colleghi che presidiano il territorio. Qualcuno dice che per loro, a 10.000 metri di altezza e fuori da ogni pericolo, la guerra possa essere  intesa sia come un videogioco.
Io non lo credo ma certo che vista da lassù gli somiglia molto.

 

Quella che voglio esprimere quindi è un’opinione assoluta contro la guerra, ogni tipo di guerra che non può mai risolvere niente, contro gli interventi militari che vengono mascherati da operazioni di pace, contro la assurda presenza di estranei in un mondo talmente diverso dal nostro occidentale. Un mondo arretrato, arcaico, povero che acquisisce subito, molto prima dei vantaggi possibili, tutte le storture, le aberrazioni, i difetti del mondo occidentale.

 

Ladrocini, pornografia, corruzione, malaffare che sappiamo diffusi fino ai più alti livelli in cui molti stranieri, compresi gli incaricati ONU, spesso si trovano coinvolti.
Gli unici veramente estranei a tutto ciò sono chi, di questa guerra, vede direttamente gli effetti negli ospedali e negli ambulatori, chi si confronta giornalmente con i morti e i feriti, con gli “effetti collaterali” di questa assurdità.


Un modo ben strano di portare aiuto a quelle disgraziate popolazioni che vivono oramai la guerra da qualche decennio, dove ognuno, al presente e nel passato, vuole imporre solo il proprio interesse, dove ognuno prende quello che gli serve e per le persone che vi vivono lascia solo morte e distruzione.
In questo mondo disuguale almeno la morte sia uguale per tutti.
 

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