L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.
E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.
In questo clima politico surriscaldato non passa giorno che assistiamo a nuovi episodi di violenza fisica e verbale. L'ultimo in ordine di tempo è un post, con foto, su un social network in cui appariva un libro di Corrado Augias che stava bruciando sul fuoco. "I segreti d'Italia" buttati nel camino.
A chi non è più tanto giovane il gesto fa subito venire in mente un passato non troppo lontano e forse dà ragione a chi vede in questa lievitazione dei toni e dei comportamenti un certo pericolo.
Perchè sembra che oggi sia diventato veramente difficile esprimere opinioni, qualunque opinione senza distinzioni, che in qualche modo sia, o semplicemente appaia, in disaccordo con un movimento che tante speranze aveva suscitato e che sta naufragando in un mare di tante brutte parole e di tanti atti e iniziative deprecabili.
Perché la democrazia e bella ma talvolta rispettarla può essere difficile e può creare anche qualche inconveniente. Ricordo qualche anno ora sono al Teatro del Popolo di Migliarino si doveva decidere cosa fare della stanza restaurata dopo la sala del cinema. Dovevamo decidere fra farne una palestra, richiesta anche dalle scuole confinanti, o ripristinare il vecchio pallaio toscano (di cui sentiamo ancora oggi la nostalgica mancanza). Venne avanzata l'idea di fare un referendum fra i soci per decidere la sua destinazione, nonostante il Consiglio di Circolo vedesse nella palestra la soluzione migliore. Poi non fu fatto ma se avessero vinto i sostenitori del pallaio la nostra coscienza democratica ci avrebbe imposto di realizzarlo, anche se contro i nostri desideri e contro le nostre valutazioni.
Ecco che si può non essere d'accordo, si può contestare le decisioni di altri, a volte anche duramente, ma si deve rimanere sempre in un solco che non si può travalicare.
In questa paradossale situazione di scontro sembra, infatti, che solo il movimento abbia la verità in tasca ed ogni decisione diversa dalle loro opinioni sia il male assoluto, ogni personaggio che osa opporsi il nemico da abbattere. Con offese, intimidazioni, ironia quando va bene estese a tutti, presidenti, giornalisti, parlamentari, intrattenitore televisivi e parenti e affini.
Nessuno si salva più dall'essere preso di mira.
A parte questo scadere del normale processo democratico in cui si può criticare le azioni del governo ma poi si deve, alla fine, rispettare le opinioni della maggioranza, indipendentemente dal fatto se queste siano ritenute giuste o sbagliate, c'è un progressivo e preoccupante scadimento culturale.
Le frasi becere, le offese sessiste a cui abbiamo assistito in questi giorni sembrano più consone ad uno dei noti programmi televisivi fatti per fare audience e seminare sottocultura, o anche appartenenti a quella goliardia che però ci ricordiamo esempio di maggior fantasia e assenza di cattiveria.
Corrado Augias ha sempre avuto la mia più grande stima, è un grande e vecchio saggio di cui rimpiango la mancanza quotidiana nel suo programma all'ora di pranzo (mal sostituito, a mio modesto parere) e la cui preoccupazione mi mette in allarme e diventa anche la mia.
Esprimo qui a lui, e ai tanti altri ora nel mirino, e anche a tutti quelli che ci saranno domani e domani l'altro, la mia solidarietà e partecipazione.
Insieme all'augurio di mantenersi ancora a lungo in buona salute e forse, chissà, vedendo il momento disarmante della nostra vita politica, tornare a dare buoni consigli e fornire esempi di buona e sana e semplice educazione.