Con questo articolo termina la seconda serie di interventi di Franco Gabbani, attraverso i quali sono state esaminate e rivitalizzate storie e vicende del nostro territorio lungo tutto il secolo del 1800, spaziando tra fine '700 e inizi del '900 su accadimenti storici e vite di personaggi, che hanno inciso fortemente oppure sono state semplici testimonianze del vivere civile di quei tempi.
In generale i baci scatenano reazioni chimiche e fisiologiche sia in chi li dà sia in chi li riceve. Poi quelli dati in zone particolarmente sensibili del nostro corpo, come il collo, scatenano una reazione adrenalinica che riesce a far sì che i bulbi piliferi si contraggano e che i peli del nostro corpo si rizzino, causando così la pelle d’oca, perché tutto ciò viene interpretato dai nostri ricettori come una “invasione”. Si tratta di una reazione immediata a quello che il nostro corpo percepisce come uno stress dovuto ad un “attacco”.
In un certo modo risulta essere una specie di difesa messa in atto dal nostro cervello per avvisarci del “pericolo” che potrebbe incombere.
Prendendo in esame il collo, notiamo che è ricco di terminazioni nervose e per questo risulta essere particolarmente reattivo agli stimoli fisici, in particolare la zona posteriore. La zona d’epidermide che copre il collo a circa tre centimetri sotto la base del cranio, viene definita “punto di abbandono”.
E’ la zona in cui si accumulano le tensioni caricate durante la giornata, dovute al lavoro, allo studio o ad una postura scorretta. Il “punto di abbandono”, quando è stimolato nel giusto modo con baci o carezze, si “scioglie” e la persona che ne subisce, percepisce una sensazione di rilassamento che spesso si associa ad una sensazione di eccitamento.
Questa sensazione positiva non parte però da una base fisiologica, ma bensì deriva piuttosto dal fatto che la nostra mente associa a quella particolare reazione, un’idea di allerta che molto spesso viene anche associata ad un’esperienza legata al piacere.