È possibile dipingere il silenzio?Questa è la domanda che si poneva la nuova mostra di Gavia al Real Collegio di Lucca, cercando una risposta nelle immagini dipinte.
E la mostra ha rappresentato quello che l'artista stessa ama, uno spazio di incontro e di condivisione di un senso comune all’interno di una situazione pittorica, materiale e artistica ma anche in particolare il luogo dove possa emergere una realtà di emozioni che attingano dentro ogni nostra sensibilità intima e “silenziosa”.
Giallo. Giallo canarino. Che forse non era neanche il tuo preferito ma che, senz’altro, è il colore al quale tante famiglie - fino appena a tre giorni fa - ti hanno associato e con loro tante, tantissime prima.
È del colore dei «nostri» scuolabus che stiamo parlando, quelli che da un po’ di tempo a questa parte erano stati restituiti a nuova vita, vistosamente più spaziosi, comodi ed ospitali di come li avevamo conosciuti almeno fino all’estate scorsa: quante e quante volte ti abbiamo trovata lì, al mattino, ad accogliere i nostri bambini sonnacchiosi - magari in preda ad una stizzita riluttanza o ad un irrisolto malumore - con il tuo proverbiale sorriso sulla bocca consolatorio e rasserenante, ed il pomeriggio a restituirceli - la stessa ilare ed operosa dedizione - dopo averne contenuto l’irruente sbrigliatezza e domato i più bollenti spiriti con la gentilezza, la compostezza, la temperanza e la briosa sobrietà che ti erano solite!
Abbiamo appreso con sommo dolore ma anche con una certa rabbia e frustrazione, che questo grande progetto educativo, di convivenza civile e di crescita, di cui anche tu - sommessamente, in punta di piedi, con tanta silenziosa abnegazione e, forse senza neanche rendertene conto - sei stata parte attiva e determinante, non ti vedrà più occupare il tuo meritato posto.
Abbiamo realizzato che ne’ i genitori potranno più contare su quel loro fido e discreto alleato - custode prezioso dei propri figli in quel quotidiano e moderno peregrinare tra la propria abitazione ed una scuola non più vicina come un tempo - che tu hai per loro rappresentato, ne’ i bambini potranno più godere di quella conciliante, benevola e talvolta complice presenza che eri divenuta per il loro immaginario fanciullo, in espansione inarrestabile già a partire dai sedili di quei «pulmini» su cui - giorno dopo giorno - inesorabilmente li hai accolti.
Avessimo saputo quanto ingrata e beffarda sarebbe stata la sorte di lì a poco, ti avremmo abbracciata tutti - uno dopo l’altro genitori e figli - accomiatandoci da te come avresti meritato, tributandoti quella riconoscenza che forse non siamo mai stati veramente capaci di restituirti.
E invece eccoci qua, a piangere la tua dipartita, ad esprimere sgomento per la tua prematura scomparsa, a non darci pace per la tua vicenda incomprensibile, a farci una ragione di quanto accaduto e a cercare di farlo capire ai nostri bambini, stampigliando magari nella loro memoria quel tuo sorriso che tante e tante volte li ha soccorsi nella loro carriera scolastica ed in quella breve parentesi della loro giovane vita.
Vorremmo continuare a ricordarti così come eri, come ti sei presentata - giorno dopo giorno - di là da quelle porticine meccaniche dello scuolabus, le generosi braccia protese a disegnare quell’accogliente ed affettuoso abbraccio che a nessuno dei nostri figli hai mai fatto mancare, lo sguardo attento che tradisce la dolcezza di due occhi gentili e amorevoli.
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza, insieme all’abbraccio inconsolabile dei nostri bambini - che forse ancora non hanno ben realizzato quanto irreversibile sia la tua perdita ma che, certamente, mai e poi mai smetteranno di portarti nei loro cuori - alla tua famiglia affinché possa esserle di qualche conforto.
Con tanto affetto: ciao Katia!