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Anche per il 2024 si terrà il concorso ideato da MdS Editore dedicato al territorio e all'ambiente, attraverso le espressioni letterarie ed artistiche delle sezioni Racconto, Poesia, Pittura.tpl_page_itolo di quest'anno sarà "Area Protetta".Per questa dodicesima edizione, oltre al consueto patrocinio dell'Ente Parco Regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, che metterà a disposizione la bella sala Gronchi per la cerimonia di premiazione, partner dell'iniziativa saranno la Sezione Soci Versilia-Valdiserchio di Unicoop Firenze e l'associazione La Voce del Serchio.

Comune di San Giuliano Terme - comunicazione
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Prefettura di Pisa – Ufficio Territoriale del Governo
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Massimiliano Angori
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. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....

per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com

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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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C'è qualcosa, un tesoro
che tutti cercano.
Non è pietra preziosa
ne' scrigno d'oro:
si chiama semplicemente
LAVORO
Se poi al lavoro
si aggiunge .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
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COLTANO
"Terra promessa"

13/2/2014 - 13:57


Coletus piccolo poggio; Coletanus luogo di piccoli  poggi.
  Inutile cercare di far risalire Coltano a Collettanus, traduzione di "collettore", nome dato modernamente ai fossi di scolo delle bonifiche, dato che si parla già di Coltano in una lettera del 30 aprile 780 (quando certo le  bonifiche erano lontane da essere intraprese) scritta da un  signorotto pisano ai monaci dell’abbazia di S. Savino per avere il permesso di cacciare le lontre nel padule di  Coltano.

A proposito di lontre, un altro riferimento a questi  animali si trova in un articolo del 1930 di una giornalista pisana che riportava, come curiosità degli stagni di Coltano, la cattura del pesce per mezzo di lontre ammaestrate. Forse è vero, ma forse la cronista era stata fuorviata dal nome lontraro che veniva dato anticamente ai pescatori che  vivevano nelle numerose capanne di falasco, erette sui luoghi asciutti dell’immenso padule. Tali pescatori  prendevano il nome dalla piccola e agile barca che usavano per il loro mestiere e che si chiamava appunto lontra
Giovan Battista Casti, un abate poeta "giocoso", scriveva in una sua poesia del 1790: 
 Così di Pisa alla campagna amena 
  su i verdi prati di Coltano erboso, 
 lungo il sentiero che a Livorno mena,  
  vidi talora lo stallon fojoso... .  

Quel sentiero divenne strada e, nel 1844, la Strada  Ferrata Leopolda lo trasformò in ferrovia collegando  Livorno a Pisa. Solo più tardi quella stessa linea venne integrata nella Roma Genova, perché questa inizialmente non toccava Livorno come adesso ma, arrivata a Vada, deviava per potere entrare in Pisa da est, da Porta Fiorentina cioè,  per poi uscirne e andare verso Migliarino. Se fosse passata da Livorno non avrebbe infatti potuto toccare Pisa se non dopo complicate manovre dei treni, dato che non era stata ancora “inventata" la linea del collo d’oca intorno all’aeroporto.
l treni sulla piccola antica linea che portava da Livorno a Pisa e a Firenze, passando da Coltano, si fermavano ad un piccolo casello di una piccolissima località, detta Sofina. Gli unici passeggeri che vi scendevano erano gli operai che andavano al lavoro come braccianti nei campi appena bonificati, gli addetti alla sistemazione dei numerosissimi  canali, oppure i cacciatori che andavano a divertirsi in quelle sconfinate terre paludose, ricche di uccelli acquatici e di beccacce.
Nel 1870 il Re Vittorio  Emanuele III concesse pesca e caccia libera in Coltano a livornesi e pisani, e si dice che il giorno dell’apertura vi furono uccisi, con i fucili di allora, 700 lepri e 300 fagiani.
Sulle "terre alte" di Coltano, dalla coltivazione di grano e foraggi dei romani  siamo passati alle fienagioni con Cosimo I,  all’affitto di campi e boschi con Francesco de’ Medici, alla tenuta di caccia con i Lorena e all’allevamento di cavalli coi Savoia. Tutto nell’intento di sfruttare, migliorare, bonificare quelle terre, quel meraviglioso quadrato fra due citta altrettanto nobili, quei tremila ettari di natura selvaggia.
Ora il Parco naturale Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli promuove un’educazione ambientale attraverso esperienze che sviluppino nei ragazzi le conoscenze degli elementi naturali e il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente. Tali proposte, che alcune cooperative portano avanti da alcuni anni attraverso il Centro di didattica ambientale, gestito da giovani biologi e naturalisti, si inseriscono pienamente in un’area di notevole interesse come la Tenuta di Coltano.
Qui, su disegno di Bernardo Buontalenti (quello delle Logge di Banchi, per intenderci), nel centro della tenuta, i Medici vollero la costruzione di un palazzo rettangolare (40 metri per 20), con quattro torri agli angoli e una strana costruzione esagonale, il Caffè Haus, col tetto ricoperto di lastre d’ardesia. I Savoia invece vi costruirono le stalle per la Reale Razza Equina, mentre il Fascio e l’Opera Nazionale Combattenti (O.N.C.) pensarono poi alle case dei poderi, tutte uguali e tutte con nomi che ricordavano i luoghi, i monti, le battaglie, i fiumi della nostra guerra (Piave, Grappa, Isonzo, Pasubio, Montello ecc.).

 

ln Coltano, in un limpido giorno di settembre del 1903, tre uomini scesero da un’auto e si diressero verso il Padule Maggiore. Sopra il Poggio di Corniolo uno di loro, magro, ampia fronte, labbra abituate al silenzio, grigi occhi indagatori, disse: "La, dove sono quelle mucche."
Quello stesso giorno Guglielmo Marconi, Vittorio Emanuele e Luigi Solari ponevano la prima pietra della Stazione Radiotelegrafica, voluta per la posizione centrale di Coltano rispetto alla penisola, per il terreno acquitrinoso e, non ultimo, per il fatto che il Re metteva la sua vasta tenuta a disposizione del Ministero delle Poste. I lavori  iniziarono  nell’estate del 1904, e il 19 novembre 1911 si inaugurava la stazione con un messaggio alle colonie africane e un saluto alla Compagnia Marconi in Canada.
Intorno al fabbricato, poi sostituito da uno più massiccio in mattoni, sorsero 16 torri di ferro, poi antenne alte 254 metri.

Coltano, stazione trasmittente, era collegato con Nodica, stazione ricevente, (tutti sanno dov’è la Radio nel piano di Vecchiano), tramite un cavo sotterraneo di 30 Km, a 11 coppie telefoniche e Nodica, a sua volta, con tutti gli impianti telegrafici dei piroscafi delle linee di New York, Buenos Aires, Valparaiso, Vancouver, Shanghai, Australie e Cap Town.

Il Ministero delle Poste passò l’impianto alla Marina Militare e questa all`Italia Radio, ma l’avvento delle onde corte fece decadere l’importanza della stazione di Coltano, anche dopo il ritorno al Ministero delle Comunicazioni.
La guerra distrusse tutto nel 1945 e ora la Rai ed una base di ascolto Nato sono i soli tenutari delle alte colonne bianche e rosse, quasi un onore ai colori dei Cavalieri di Santo Stefano che ebbero la tenuta dal 1562 al 1586.
Oggi i visitatori non vedranno più quelli che qualcuno chiamava aratri a vela, cioè i navicelli che, nascosti dal grano, lasciavano scorgere solo la vela, né vedranno tagliatori di erbe, di falasco e i lontrari. Ma la vastità degli ambienti a pascolo, la maestosità dei boschi di cerro e carpino, il Fosso del Caligi, la Fossa chiara, la Sementina, il Porcile, il Biscottino, il Bosco degli Allori, i Palazzi, fanno andare con la mente alle lotte dei coloni per l’appoderamento fascista, ai lavori immensi di bonifica del Palude Maggiore, alle grandi caccie dei Lorena.
 Al contrario, la vicinanza e la fama dell’aeroporto  internazionale di San Giusto non fa più  ricordare il primo tentativo di volo dei fratelli Antoni nel 1909 nei prati della Reale tenuta di San Rossore e la prima scuola di pilotaggio su un campo di volo, costruito dalla società Vikers-Terni di la Spezia proprio in Coltano, per potervi collaudare i Farman M.F. 1914. Qui ottennero il brevetto militare circa 1000 allievi e Alessandro Marchetti ideò e costruì l’M.V.T., un monomotore da caccia che il 9 dicembre del 1919 conquistò il record mondiale di volo con 260,869 km/h.

Il campo fu definitivamente chiuso e abbandonato sul finire del 1926 e non ne rimane pin traccia.

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