Il nuovo articolo di Franco Gabbani non riguarda un personaggio o un evento in particolare, ma esamina un aspetto sociale e lavorativo che, presente da molti secoli, ebbe grande sviluppo nell'800 ( fino all'inizio del '900), ma che fortunatamente terminò relativamente presto, grazie agli sviluppi economici e scientifici.
Si tratta del baliatico, un'attività spesso vista benevolmente, ma che è stata definita "calamità occupazionale"
Nato a Torino il 24 febbraio 1966 Luca Mercalli è un meteorologo e climatologo noto al pubblico italiano per la partecipazione al programma tv "Che tempo che fa", condotto da Fabio Fazio.
Si occupa principalmente di ricerca sulla storia del clima e dei ghiacciai delle Alpi occidentali.
Dopo un periodo di servizio presso l'Ufficio Agrometeorologico della Regione Piemonte, ha assunto la presidenza della Società Meteorologica Italiana, la maggiore associazione nazionale del settore delle scienze dell'atmosfera.
Ha fondato e dirige dal 1993 la rivista di meteorologia "Nimbus".
Autore di 90 pubblicazioni scientifiche e di oltre 1500 articoli di divulgazione scientifica comparsi principalmente sul quotidiano "La Repubblica" con cui collabora dal 1991, e su varie riviste (Alp, L'Alpe, Rivista della Montagna) e della "*La Stampa*" oltre a varie altre riviste (Gardenia, Donna Moderna).
Svolge incarichi di docenza in climatologia e glaciologia per università, corsi di specializzazione e formazione professionale.
E' del 2013 il suo ultimo libro "Prepariamoci" di cui pubblichiamo la recensione
Mai tante crisi tutte insieme: clima, ambiente, energia, risorse naturali, cibo, rifiuti, economia. Eppure la minaccia della catastrofe non fa paura a nessuno. Come fare? Ci vuole una nuova intelligenza collettiva. Stop a dibattiti tra politici disinformati o in conflitto d'interessi. Se aspettiamo loro sarà troppo tardi, se ci arrangiamo da soli sarà troppo poco, ma se lavoriamo insieme possiamo davvero cambiare. L'autore racconta il suo percorso verso la resilienza, ovvero la capacità di affrontare serenamente un futuro più incerto, e indica il programma politico che voterebbe. Il cambiamento deve partire dalle nostre case (più coibentate), dalle nostre abitudini, più sane ed economiche (dal consumo d'acqua ai trasporti, dai rifiuti alle energie rinnovabili, dall'orto all'impegno civile). Oggi non possiamo più aspettarci soluzioni miracolistiche: meglio dunque tenere il cervello sempre acceso, le luci solo quando servono.