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Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

CooperativaTdP-Circolo ARCI
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Pas - Marina di Vecchiano
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Cooperativa Teatro del Popolo- Miglarino
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Quando si recrimina a Prodi e Ciampi di aver accettato .....
. . . v'ha fregato anda e rianda con il no all'Europa .....
Dinno a Livorno : Con leuri e cianno assistemato
. . . gredigi🤔 con la vecchia lira ora una pizza .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Magnifico salvifico silenzio
È il primo maggio, uno splendore
Grazie all'esodo di tutte le persone
che lontane da casa
vivon la percezione
di fruire .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
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M LVI

20/3/2014 - 21:21


Mi prostituisco alla modernità che oggigiorno ingravida ogni cosa si faccia  e inserisco: ”effetti bordi”, per vedere cosa ne esce.
Una triste novella narrata da un vecchio nostalgico e scritta su una scorza di albero.
E come cominciano le novelle? 

C’era una volta…
 
Allora, c’era una volta una ricca famiglia fiorentina che volle acquistare dei terreni nel pisano. Venne attirata dal regale nome “Selva palatina”, il massimo che si poteva sognare, e fu fatto l’affare.
Compra un pezzo da uno, poi da un altro, sposa una ricca possidente, accordi con chiesa e governo e il feudo aumentava.  Terra dal monte al mare, dal fiume al  fosso, ma una parte era dura da avere, quella della chiesa pisana che aveva marchiato “a pietra” i suoi confini.
Picchia e mena, più mena di picchia, la parte mancante fu ceduta e la Famiglia ebbe quello che completava il grande quadrato di bosco, palude, campi e monti: un paradiso.
Quel che era  e quel che è lo conoscete tutti .
Quel fiume e quel fosso  esistono ancora, quel padule è bonificato, quei monti son ceduti, quei boschi resistono con fatica, ma la cosa che non resiste, dato che non esiste più, è il confine dell’ultima transazione, quella con i suoi cippi, di confine appunto.
Mi sono scervellato per anni a pensare cosa significasse quel – M- con sotto – LVI-  scritto su un magnifico blocco di pietra che si trova lungo la vecchia Via di Pietrasanta  semisepolto nella pineta di Migliarino.
 
Miglia e logica derivazione Migliarino? certo al 90%!
56 miglia da dove? incognito al 99%!
Non da Roma anche se la via è la via Aurelia che aveva cippi con distanze non da Roma, ma dalla precedente stazione e quindi non erano certamente 80 i chilometri che distanziavano l’ultimo insediamento e poi nemmeno la fattezza è romana!
Miglio toscano, un po’ più lungo?
Un pensierino ai Medici, al Granducato, alle parentele con la Famiglia, ai 90 chilometri circa che “potrebbero” essere quelli da Firenze, quasi quasi… ma allora perché non si sono mai conosciuti gli altri cinquantacinque?
Mi hanno da poco detto che più avanti, verso nord, c’era il LVII e forse il LVIII e addirittura più indietro il 54 e allora, perché tutti in Pineta?
 
Perché marchiati M?
 
Ora ci sono arrivato, con le lacrime agli occhi nel vedere lo scempio che si sta perpetrando all’ultimo simbolo della storia del mio Paese, ma ci sono arrivato!
Scrissi tempo addietro dell’onta che aveva subito il “Miglio” con la scalpellatura di un bastardo effe kappa  (fatti fottere koglione) e ora c’è un altro tentativo di stupro?
Chiesi che la pietra fosse spostata in un luogo più sicuro anche se quelle testimonianze dovrebbero stare dove sono state posizionate, e “forse” allora questo cavo serve alla rimozione?
Se sì dovrebbero essere prese misure di sicurezza, se no siamo al completo sfascio!
La ditta che lavora al taglio dei pini è completamente al di fuori del fatto, operato così ingenuamente allo scoperto, e quindi chiediamo al Parco, alla Proprietà, al Comune, alle Belle Arti che sia fatta chiarezza.
Io sono dimorto ma dimorto incazzato!
 
E per finire male la bella giornata di sole sono andato, solito triste pellegrinaggio, anche alla Quercia che nessuno si sogna di rubare, nessuno tranne il tempo, nessuno vuol portarsi a casa un moribondo!

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21/3/2014 - 11:16

AUTORE:
P.G_

Umberto sono con te.
Non posso fare niente, purtroppo, se non unirmi al tuo disappunto per questa cronica mancanza di sensibilità per il nostro passato, per il nostro territorio abbandonato e continuamente violato.
Gli sguardi sono altrove, gli interessi sono altri.
Pochi i luoghi e le persone che cercano di mantenere le tradizioni e la storia dei nostri paesi.
Se questo giornale può essere un luogo tu sei sicuramente una di quelle persone.
A entrambi va il mio più sentito ringraziamento.
La grande quercia ci ha lasciato, forse andremo a salutarla quest'anno per l'ultima volta.