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Tornano, dopo la pausa estiva, i racconti storici di Franco Gabbani.
Un articolo, come per altri in precedenza, legato interamente  alle vicende personali di una persona dell'epoca, una donna che ha vissuto intensamente una vita, ragionevolmente lunga, che potremmo definire di ribellione al ruolo che ai tempi si riconosceva alle donne, in aperta opposizione ai vincoli, alle scelte e al giudizio che la società di allora le riservava. 

. . . i bidoni maanche i bagni chimici li trovo sulla .....
Troppe chiacchere per i mi gusti. I bidoni ci sono .....
. . . al mondo intero; però faccio notare che i bidoncini .....
nelle mie lunghe camminate sulla spiaggia ho visto .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Emanuele Cerullo
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Quest'aria frescolina allieta,
desta
gìà da quando si traffica in cucina
con la moka, primiero pensiero
dopo la sveglia mattutina
Con queste .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
TOSCANA
70 anni di Resistenza: lo studio sui fatti storici prosegue vivace e approfondito

15/4/2014 - 18:25

 Settanta anni dopo la Resistenza continua (per fortuna) a far discutere e ad essere discussa. Trattandosi di avvenimento storico a carattere nodale, destinato a fare da spartiacque politico ed etico rispetto al passato, e contemporaneamente a incubare il futuro del nostro Paese, tanti sono stati gli studi per approfondirne ogni aspetto, come quello famoso di Carlo Francovich La Resistenza a Firenze, la cui ristampa è stato ha presentata oggi alla Biblioteca delle Oblate.
 
Un volume che anche a distanza di tempo riesce a tratteggiare in modo efficace la vita di una città e di una comunità alle prese con alcuni passaggi epocali: dal fascismo, alla resistenza alla liberazione, ha affermato l'assessore regionale alla cultura presente all'incontro. Tratteggiando quei passaggi senza cadere in semplificazioni, al contrario sottolineando l'ambivalenza di una città che da un lato tenta con ogni mezzo di non accettare uno stato di eccezionalità ed emergenza, illudendosi che tutto possa scorrere come sempre; dall'altro però guarda all'organizzazione delle formazioni clandestine che si oppongono al regime.
 
Nel frattempo una popolazione affamata e stremata dalla disoccupazione, dalle morti e dalla guerra appare frustrata o arrabbiata, ma impossibilitata sotto il regime ad organizzarsi compiutamente. In modo asciutto e sintetico sono fotografate anche le compagini antifasciste: azionisti, comunisti, socialisti e cattolici. Senza negare differenze, tensioni, difficoltà di rapporti e coordinamento, ma evidenziando un tratto comune a tutte, cioè che esse "secondo le proprie premesse ideologiche – rappresentassero – l'aspirazione sincera ad una rivoluzione che investisse dalle fondamenta il vecchio stato italiano."
 
Al termine della sua introduzione, ha sottolineato l'assessore alla cultura, Neri Serneri sintetizza efficacemente con due parole l'obiettivo della Resistenza fiorentina: libertà e autogoverno. Grazie ad alcuni studi richiamati in una pubblicazione di un decennio fa, realizzata proprio con il sostegno della Regione Toscana, si fa evidente come quegli obiettivi di libertà e autogoverno abbiano fortemente condizionato la stessa nascita e sviluppo del cosiddetto "movimento regionalista" toscano. Per tutti gli anni 50 e 60, attraverso le pagine de Il Ponte e de La Regione, rivista curata dall'Unione delle Province Toscane, l'opzione regionalista si rafforzò e sfociò in un sostegno convinto ai cosiddetti comitati Pieraccini, che la promossero fattivamente nella seconda metà degli anni 60, fino all'istituzione dell'ente regionale.
 
Anche la prima campagna elettorale dei partiti di sinistra fu improntata sullo slogan "Regione aperta", a confermare come la nascita della Regione avesse la funzione di rafforzare il coinvolgimenti politico di cittadini, associazioni, sindacati per il governo toscano. Non deve dunque stupire se proprio la Toscana, anche in tempi di crisi della politica e della rappresentanza, sia stata la prima ad adottare (nel 2006) una legge regionale sulla partecipazione, per promuovere il coinvolgimento dei cittadini alla vita politica e amministrativa come forma ordinaria di governo; attualizzando a distanza di settanta anni quella battaglia per la libertà e l'autogoverno.


 
Toscana Notizie

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