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Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

Speriamo che succeda come per il referendum sulla preferenza .....
. . . le chiacchiere le porta via il vento e le biciclette .....
Due lavoratori, stessi turni, stesso mare, stessa .....
LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DI ACQUE S. P. A.

p. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com

continuiamo la pubblicazione degli scritti che ci arrivano sulla maternità.

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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Lentamente, gradatamente
mi affiorano i ricordi.
La tua testimonianza,
mamma carissima,
e non la donna
cinica e prepotente
ormai assente
e così .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
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Migranti

15/5/2014 - 7:45


Apre presto il cantiere e già dall’alba i lavoratori extracomunitari sono all’opera.
Un secolo fa una grande donna insegnante, scrittrice, poetessa ribelle, scrisse questi versi per loro:


O rondine, che torni d’oltremare,
mi presti l’ali tue sì belle e nere?
Per tutta la mia terra voglio andare
le cento sue città voglio vedere
e quando la mia terra avrò veduto
ti renderò le alucce di velluto.

 

Si chiamava Arpalice, donna che sapeva  ben come si dice, ma io mi chiamo Umberto, che se ‘un parlo male ‘un mi diverto, e io le vedo così:


“Mamma dimmi, perché son tutta nera?”
“Zitta e mangia sennò ci si fa sera!”
“Ma’, dice babbo, e sse lo dice è certo,
che si ritorna a casa ner deserto.
Ma gliè per ‘un piglià’ ‘varche sassata
che mi portate ‘ndove sono nata?”


“Te siei nata ‘n terra der pisano,
semo no’ che si viene da lontano,
ma, giunto ‘r mese ‘vando er  fïo pende,
bisogna lascià’ casa e llevà’ tende,
si torna ner paese tanto amato,
quello ‘he dar seccume è marsagrato.

 

“Ma’, perché ‘ndella tèra der mi’ nonno
‘un ci van tutte ‘velle ch’arivónno?”

“Loro san già, e Ddio l’abbia ‘n groria,
--Anno novo fa nòva sanatoria--.
Sbrigati su, ch’è ll’ora delle ’órse,
che ‘velle son sïure, ‘un sono un forse”.

 

“Ma’ ho fifa! Perché si ‘óre sòdo?
Attenta, attenta e guid’ un po’ più ammòdo!
Son piccinina e son di primo pelo,
oh, bada ‘r càmioo! … E c’è mancato un velo!”
“Ma vòi mette la ‘òsa sur carmìno?
Bimba ‘vesta è lla sfida der destino.


S’un córi ‘un mangi ‘r primo nè ‘r contorno,
la lotta è sulla strada e ’n ogni giorno.
Te viemmi dietro e fai tutto ‘omme mme,
apri bocca solo se vòi fa’ tumé!”
“Mamma è lontana l’Affrïa? Ciò ‘n limïo!!”
“Tee? Vola vai…. rondinottino mio!”

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15/5/2014 - 10:02

AUTORE:
Puffo

Siamo tutti di passaggio
sulla terra. l viaggio
è duro e di inciampi pieno.
Tra nuvolo e sereno
il tempo passa
veloce e lento,
ma se finisse il tormento
di accumulà ricchezza,
la vita sarebbe guasi na' certezza!