L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.
E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.
COMUNICATO STAMPA
Il Segretario dell’Autorità di bacino del Fiume Serchio Raffaello Nardi risponde al Presidente della Provincia di Lucca Stefano Baccelli riguardo alla situazione idraulica del torrente Freddana in relazione all’evento del 21 luglio.
“Caro Presidente,
gli interventi idraulici effettuati sul torrente Freddana dal Genio Civile prima e dalla Provincia di Lucca poi, successivi all’alluvione del 9 giugno 1992 (casse di espansione e sovralzo e rinforzo degli argini) hanno limitato i danni dell’evento alluvionale del 21 luglio 2014, specialmente nel territorio della bassa valle e ciò appare con evidenza confrontando gli effetti dei due eventi alluvionali (1992 e 2014) di intensità analoga.
Non è quindi da rimettere in discussione il complesso delle sistemazioni e dei progetti fatti in questi anni sul torrente (compresa la cassa del Guercio) che mantengono ancora oggi la loro validità e coerenza rispetto agli obiettivi di sicurezza.
I danni che si sono verificati sono dovuti in gran parte all’insufficienza dello smaltimento delle acque del reticolo idraulico minore, alla mancata tenuta di pochi tombini e scoli minori e al rigurgito indotto da alcuni ponti, eccessivamente sollecitati dal trasporto solido.
E’ opportuno quindi considerare la necessità di realizzare in alcune aree opportune idrovore che operino nel tratto da Mutigliano alla confluenza in Serchio.
In tal senso ti confermo la massima disponibilità dell’Ente che dirigo a collaborare con gli uffici provinciali per individuare ulteriori interventi di mitigazione del rischio nelle aree colpite.
Nel corso degli anni mi sono scontrato con la necessità di difendere costruzioni e infrastrutture, fatte anche dove non si doveva, attraverso opere strutturali che inevitabilmente rappresentano un compromesso tra livelli di sicurezza e disponibilità di aree e di risorse economiche. Da questa esperienza nasce la riflessione che sto conducendo in merito ai tempi di ritorno, in parte riportata a mezzo stampa. Come noto agli addetti ai lavori, oggi il tempo di ritorno sul quale progettare le opere idrauliche è pari a 200 anni. Mi chiedo se, alla luce dei mutati eventi meteorologici, le cosiddette “bombe d’acqua” e a una sempre maggiore scarsità di risorse finanziarie, non sarebbe opportuno dimensionare le opere strutturali su un tempo di ritorno inferiore, ad esempio di trenta anni.
Pertanto, con riferimento all’intero bacino del Serchio, rinnovo l’invito, esteso a te e a tutti gli Enti che operano per la difesa del suolo, a partecipare attivamente all’elaborazione del Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni che l’Autorità di bacino deve predisporre entro la fine del 2015. Eventi come quello del bacino della Freddana confermano che l’attività degli Enti deve essere condotta a partire da un politica di pianificazione condivisa che sappia proporre gli obiettivi di adeguamento più idonei, sui quali calibrare gli interventi ancora da eseguire in un territorio tanto fragile quanto il nostro, al fine di ottimizzare le risorse a disposizione e di limitare il ripetersi dei danni a persone e cose”.