none_o


L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . quanto ad essere informato, sicuramente lo sono .....
Lei non è "abbastanzina informato" si informi chi .....
. . . è che Macron vuole Lagarde a capo della commissione .....
"250 giorni dall’apertura del Giubileo 2025: le .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
RICORRENZA
Pietro Germi

14/9/2014 - 9:33


Il regista italiano Pietro Germi nasce a Genova il 14 settembre 1914.

Inizia la sua carriera di attore a 25 anni comparendo nel film "Retroscena" (1939), in cui lavora anche come co-sceneggiatore.

Due anni dopo recita nel film "Gli ultimi filibustieri" (1941), poi in "Montecassino nel cerchio di fuoco" (1946). Intanto approfondisce le sue competenze studiando a Roma presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, dove segue i corsi di regia di Alessandro Blasetti.

Il suo esordio alla regia avviene nel 1945 con "Il testimone". Poi arrivano "Gioventù perduta" (1947) e "In nome della legge" (1949, con Massimo Girotti); questo'ultimo è uno dei primi film italiani sulla mafia e consacra Germi come autore e regista.

Dopo il "Il cammino della speranza" (1950), film che gli vale anche riconoscimenti internazionali, e dopo "La città si difende" (1951), la carriera di Pietro Germi subisce un arresto. Almeno dal punto di vista della critica specializzata. Il pubblico continua a simpatizzare con il regista che manterrà sempre con chi lo segue un rapporto privilegiato.

Gira "La presidentessa" (1952) e nello stesso anno "Il brigante di Tacca del lupo" (interpretato da Amedeo Nazzari). Seguono "Gelosia" (tratto dal romanzo di Luigi Capuana), "Il marchese di Roccaverdina", che dieci anni prima era stato portato sul grande schermo da Ferdinando Maria Poggioli; nel (1953) Germi lavora ad uno degli episodi del film "Amori di mezzo secolo".

Dipo quasi due anni di inattività torna nel 1955 con "Il ferroviere", una delle sue opere più intense nonchè riuscite, tanto che verrà considerato uno dei suoi capolavori.

Suoi lavori successivi sono "L'uomo di paglia" (1958) e "Un maledetto imbroglio" (1959), altro capolavoro di Germi tratto dal romanzo "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana" di Carlo Emilio Gadda: di fatto si tratta di uno dei primi esempi di poliziesco italiano, apprezzato - tra gli altri - da Pier Paolo Pasolini.

Nel 1961 Germi spiazza pubblico e critica dando alla sua carriera una svolta imprevedibile: comincia a girare commedie pungenti, satiriche e grottesche.

In questo ambito il suo più importante e ricordato lavoro è "Divorzio all'italiana" (1961, con un indimenticabile Marcello Mastroianni insieme all'adolescente Stefania Sandrelli); il film è incentrato sul delitto d'onore ed è scritto con Ennio De Concini e Alfredo Giannetti. Riceve due nomination all'Oscar: una per la miglior regia, un'altra a Mastroianni come miglior attore, e riceve una statuetta per il miglior soggetto e sceneggiatura originale, oltre ad altri prestigiosi riconoscimenti. Il titolo del film ha ispirato poi il nome proprio di quel tipo di commedia che è stata prodotta in Italia nel periodo appena successivo, nota appunto come "commedia all'italiana".

Con "Sedotta e abbandonata" (1964) Germi torna per l'ultima volta a girare in Sicilia, regione a cui il regista ligure si è legato in modo particolare.

Il 1965 è l'anno di "Signore e signori" (con Virna Lisi e Gastone Moschin), satira sull'ipocrisia borghese di una cittadina del Veneto, girato a Treviso. "Signore e signori" vince la Palma d'Oro al Festival di Cannes (ex aequo con "Un uomo e una donna", di Claude Lelouch).

Germi Dirige poi la coppia Ugo Tognazzi e Stefania Sandrelli in "L'immorale" (1967), discreta pellicola ispirata - almeno così sembra - alla vicende personali di Vittorio De Sica.

Nel 1968 ottiene uno strepitoso successo di pubblico con "Serafino", interpretato dallo straordinario Adriano Celentano. Nel 1970 è la volta di "Le castagne sono buone", con Gianni Morandi: per molti questo sarebbe il punto più basso della carriera del regista.

Il suo ultimo film è "Alfredo Alfredo" (1972, con Dustin Hoffman e Stefania Sandrelli). Inizia a lavorare allo straordinario progetto "Amici miei", che deve però abbandonare perché sofferente di cirrosi epatica. Cederà la regia di "Amici miei" all'amico Mario Monicelli.

Pietro Germi muore a Roma il 5 dicembre 1974. Il film "Amici miei" uscirà nelle sale l'anno seguente 1975 e sarà a lui dedicato.

+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri