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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

#NotizieDalComune #VecchianoLavoriPubblici #VecchianoSport
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Pisa, 17 marzo
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Comune di Vecchiano
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Vallo a far capire al cavolo riscaldato e garzone ritornato .....
. . . lo diceva anche il grande Totò che è la somma .....
. . . . e Calenda Carlo ha rimasto solo. . .
. . .....
. . . in tv c'era uno che diceva che tanti elettori .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
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QUO VADIS, sindacato?
di Trilussa

5/10/2014 - 19:13

 

La vicenda dell’Opera di Roma è esempio paradigmatico del problema principale del nostro Paese. Quello di pretendere che i sacrifici, che talvolta sono solo delle limature rispetto a ben altri sprechi e regalie, le facciano gli altri. Tutti a sbracarsi che bisogna spendere meno, che bisogna risparmiare, che ci sono troppi privilegiati, caste, pensionati d’oro, stipendi gonfiati ma poi, quando tocca a noi, ritiriamo subito la manina e cominciamo a protestare.


All’Opera di Roma, in tempi di ristrettezza economica, c’era da decidere se cercare di aumentare gli incassi producendo di più o ridurre gli stipendi per cercare di passare il brutto momento. I “burocrati dello spartito”, come vengono definiti, non hanno perso molto tempo per decidere e si sono buttati subito su una terza soluzione: ridurre le rappresentazioni, per spendere meno, ma non ridurre gli stipendi.


Conseguenza: duecento tra orchestrali e coristi a casa e il direttore Muti che -tronca la bacchetta?- lascia infuriato l’Opera.


Riduzione di stipendio e di accessori poi in alcuni casi quasi ridicola, come la diaria giornaliera per le trasferte, da 190 euro a 160 per ogni giorno, respinta con sdegno dal sindacato.


Sembra fare il paio con la ventilata riduzione degli stipendi dei dipendenti di Camera e Senato, subito allerta con le loro 23 sigle sindacali per il rischio della morte per fame e inedia. E si capisce, i 170.000 euro massimo di stipendio l’anno proposti per gli stenografi parlamentari, che sono quasi tutte donne, sono appena sufficienti per la messa in piega settimanale. Pare che la cifra massima di stipendio per queste figure arrivi a 290.000 euro l’anno.


Poi ci sono i sindacalisti stessi, delle migliaia di sigle in Italia, che prima di andare in pensione abbiamo saputo si sono autonomamente aumentati gli stipendi per avere una pensione proporzionata (legge 564 di cui nemmeno il relatore Treu- a domanda diretta-  mantiene memoria).

Pare che nemmeno Angeletti fosse a conoscenza del meccanismo che permetteva ai prossimi pensionati sindacalisti di pagarsi non tanto un ultimo stipendio maggiorato, ma semplicemente i contributi relativi per avere il diritto di calcolarci sopra la pensione.


Poi ci sono i consiglieri regionali che con pochi mesi di incarico, e pagando i contributi modesti per alcuni anni, vanno in pensione a 50 anni con 3500 euro per aspettare i 5000 al compimento del 65.


La televisione, specie alcune trasmissioni di denuncia sociale (e non c’è bisogno di sforzarsi nemmeno troppo per trovare materiale adatto) fotografa con impietosa crudeltà la realtà del nostro paese.


Ci si può anestetizzare con interminate serate di calcio che dopo la partita si trascinano per ore e ore sul fallo di gioco, sul rigore che c’era o non c’era, sulle interviste con le solite domande e le solite risposte, con gli “esperti” in studio con tanto di moviola o moviolone (scusate ma non conosco la differenza).

Oppure sollazzarsi con tutte le trasmissioni con ospiti dove si cerca di far di tutto perché succeda qualcosa, una discussione con offese, una bella rissa, qualche battuta a doppio senso, tutto per cercare di uscire dall’anonimato e magari avere un passaggino su Striscia o qualche altro programma un po’ più intelligente.


Chi riesce a sfuggire a questi programmi che inevitabilmente portano la mente sulla via del regresso mentale e per scelta, o per caso, si sposta su uno della miriade di programmi di intrattenimento politico (visto il numero più per caso, statisticamente parlando, che per scelta) si vengono a conoscere notizie e situazioni che ci indurrebbero subito a cambiare paese.


Perché ci rendiamo conto, con profonda tristezza e rabbia, che non esiste solo la casta dei politici, oramai radiografata e assodata, ma ne esistono tantissime, in ogni ambito indagato, in ogni  settore che venga sondato. Ora abbiamo visto che esiste anche all’Opera di Roma, dove viene tirato in ballo il solito e stantio complotto, stavolta contro l’Arte, ma poteva essere contro il prosciutto di Parma o la magnese S.Pellegrino.

E quello che dispiace di più è che la troviamo anche dove non ci saremmo mai aspettati, in quel sindacato che dovrebbe difendere, più di tutti, principi e diritti.


Il sindacato dovrebbe per primo fare una riflessione sul suo ruolo e sugli obbiettivi che vuol raggiungere. Domandarsi poi perché i giovani fuggono e lo sfuggono, domandarsi se il loro ruolo principale sia solo quello di difendere i diritti (sacrosanti) di lavoratori occupati e pensionati, sia pure essendo queste due categorie la maggior parte dei loro iscritti.
Soprattutto il sindacato si dovrebbe rendere conto di come viene visto, oggi, dall’opinione pubblica generale.


Mentre la sua immagine pubblica fino a pochi anni or sono era vista come il baluardo ultimo della difesa dei più deboli, l’unica organizzazione che si occupava della povera gente, degli ultimi, degli indifesi, oggi appare sempre di più come una casta che difende solo chi ha, mentre chi non ha (precari, disoccupati, inoccupati, giovani) non si vede rappresentato.


E’ vero o non è vero, non sono io a poterlo decidere, dico solo quello che è il sentire comune, e non è un bel sentire, cosa di cui il sindacato si dovrebbe seriamente preoccupare.

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12/10/2014 - 23:45

AUTORE:
sangiulianese

Vedi sono d'accordo quando dici che i sindacati DOVREBBERO essere tutti uguali,ma posso garantirti che purtroppo non e' cosi'...tutti lo sanno e lo sai anche te..
Qual'e' il ruolo del sindacato?
Tutelare indistintamente i lavoratori iscritti e non iscritti..
Un giorno passa da un patronato,Inca,camera del lavoro e ti renderai conto che anche quelli senza tessera vengono ascoltati e consigliati e aiutati come chi decide di dare il suo 1% dello stipendio ad un sindacato.
Purtroppo anche questo apparato contro anni di governi di destra e di governi di finta sinistra come quello di oggi, possono aiutarti solo in parte......perche' i diritti dei lavoratori sono sempre meno, le leggi continuano sempre a smantellarli e i padroni possono ogni giorno far la voce "grossa".......sfruttandoti e ricattandoti.
Questa e' la realta' dei fatti!!!
Lavorare lavorare lavorare...e se ti va' bene un giorno riscoti.....
Sicuramente una cosa e' certa.
Non sei e neppure sei stato...OPERAIO!!

12/10/2014 - 14:09

AUTORE:
Ultimo.

......... fra i sindacati. Tutti, nessuno escluso, hanno lo stesso dovere verso i lavoratori ....... non ci devono essere accondiscenze e favotitismi verso nessuno ...... ma solo difendere tutti gli attori del lavoro siano essi dipendenti o datori di lavoro. Favorire o difendere qualcuno a danno di altri è sempre sbagliato. Se si riflette bene tutti noi siamo o siamo stati lavoratori, ma non tutti abbiamo fatto il nostro dovere ....... e il sindacato non deve difendere un iscritto che non fa il suo dovere a danno di un datore di lavoro onesto solo perchè è un iscritto. ........ Ultimo

6/10/2014 - 20:42

AUTORE:
sangiulianese

Secondo me bisognerebbe fare una bella distinzione tra le varie categorie sindacali.
Non tutte le sigle sindacali sono uguali.
Ci sono sindacati piu' accondiscendenti con il padrone e quelli che cercano una lecita concertazione.
Fiom,USB e Cobas non sono uguali a Cisl e Uilm.
Secondo voi quali di questi hanno colpe maggiori e quali minori?

6/10/2014 - 18:01

AUTORE:
Pecorone

I barbieri del parlamento prendono 100mila euri all'anno. Ma i parlamentari non ci potrebbero andare già sbarbati, tosati, mangiati e caati?
E poi c'è la buvette, il ristorante, il dentista l'estetista, il pedicure ecc. ecc.ecc.
Non c'è stato mai nessuno che ha tentato di eliminare questa vergogna. Ma tanto si paga noi pecoroni.