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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Se oltre a combattere
quotidianamente
Con mille problematiche
legate alla salute
al reddito
al lavoro
alla burocrazia
al ladrocinio
alla frode
alla .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
L'oro del Colonnello
confermiamo il sonoro ko ricevuto dalla produzione olearia nei Monti Pisani

13/10/2014 - 8:13


 Come avevamo più volte segnalato, confermiamo il sonoro ko ricevuto dalla produzione olearia nei Monti Pisani, ma con alcune precisazioni. Non è stato solo un massiccio attacco di mosca olearia a metterci in ginocchio, il colpo di grazia l'abbiamo ricevuto da un fungo, il Colletotrichum Gloeosporioides, meglio conosciuto come lebbra dell'olivo. E' un flagello contro cui dobbiamo correre subito ai ripari, pena la fine dell'olivicoltura e non solo quella. Non voglio essere catastrofista, ma veder cadere a terra mummificate delle olive che fino ad un mese fa erano belle, veder seccare alcuni albicocchi, veder morire castagni e addirittura le siepi di bosso, mi lascia alquanto preoccupato.
Il monitoraggio messo in atto dalla Regione Toscana e dalla Provincia è miseramente fallito, nessuno ha avvertito gli olivicoltori di cosa stava succedendo ed anche le informazioni sulla mosca olearia erano spesso inesatte e fuorvianti. I Comuni, da parte loro, non avendo risorse a disposizione, non hanno fatto assolutamente niente di serio, lasciando la bistrattata categoria degli olivicoltori senza alcun aiuto. Alcuni di loro hanno già abbandonato, altri lo faranno e molti cartelli "Vendesi oliveto" stanno spuntando ovunque, a dimostrazione che i vecchi non ce la fanno più ed i giovani non hanno alcuna voglia di lavorare in rimessa. Se ciò accadrà, il nostro paesaggio cambierà, in barba ai PIT ed alla tradizione toscana, il bosco impenetrabile sostituirà gli oliveti e ne risentiranno pesantemente il turismo e le attività commerciali.
Le soluzioni esistono e le suggeriamo ancora, con la speranza che qualcuno le recepisca: bisogna potenziare le risorse del Piano di Sviluppo Regionale e dare agli olivicoltori i soldi destinati al Recupero Paesaggistico, nella misura di 700-900 euro ad ettaro, come riporta uno studio dell'ARSIA e dell'Accademia dei Georgofili. Solo così potrà continuare quella che è stata definita l'olivicoltura "eroica" dei Monti Pisani ed a questo contributo dovrà essere abbinato un servizio fitosanitario serio e preparato nel monitoraggio e nella tempestiva comunicazione. Il monitoraggio regionale e provinciale è inutile, devono essere i Comuni, profondi conoscitori del loro territorio, a gestire tutto e stimolare quelle sinergie tra produttori indispensabili per il rilancio dell'olio extravergine dei Monti Pisani. 

Tiziano Nizzoli
Az.agr. L'oro del Colonnello

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16/10/2014 - 7:17

AUTORE:
Tiziano Nizzoli

Non si può fare a meno di pensare ad un futuro a tinte fosche, se non facciamo niente contro l'inquinamento, concordo pienamente con Ovidio della Croce.
Ma per quanto riguarda l'olivicoltura non tutte le colpe devono essere attribuite al clima, poichè i sistemi per combattere la mosca ci sarebbero, sono le risorse economiche e le iniziative valide che mancano!
Il monitoraggio messo in atto su duecento stazioni in Toscana ha fallito, basti pensare che a San Giuliano ce n'era solo uno, a Rigoli, che ogni settimana dava bollettini inesatti e fuorvianti per gli olivicoltori di tutto il territorio.
Il fungo colletotrichum, meglio conosciuto come lebbra dell'olivo, era rivelabile fin dalla fioritura, se lo si fosse cercato; anche noi lo abbiamo rilevato troppo tardi, ma lo abbiamo rilevato e per quello che potevamo abbiamo diffuso la notizia ed inviato gli olivicoltori ad anticipare il raccolto per salvare il salvabile. Gli agronomi preposti al servizio di monitoraggio in ben 200 stazioni hanno invece sempre taciuto, loro seguivano (e male) l'infestazione della mosca e basta!
Speriamo che le istituzioni rispondano a questo nostro grido d'allarme, forse c'è ancora spazio per riprendersi.

15/10/2014 - 17:05

AUTORE:
Ovidio Della Croce

Un amico che coltiva olive mi ha confermato un raccolto molto al disotto di quello dell'anno scorso che già era andato peggio di quello di due anni fa. Gli ho chiesto della mosca olearia e lui mi ha risposto quella c'entra fino a un certo punto, ha detto che inverni caldi e primavere-estati umide sono all'origine del disastro per i raccolti di olive che cadono a terra colpite dalle lebbra, come spiega bene il prof. Vannacci.

Sono completamente d'accordo con Tiziano Nizzoli e con gli altri interventi, non è un problema da sottovalutare, è necessario fare qualcosa e le proposte di Nizzoli mi mi sembrano sensate e concrete.

In più vorrei aggiungere un elemento generale: forse tutto questo è legato alla questione dei cambiamenti climatici. Oggi ho seguito un servizio al tg scientifico che forniva dati interessanti sullo scioglimento dei ghiacci, sull'innalzamento dei mari e parlava delle possibili cause.

Sai com'è, sento dire alla Tv del riscaldamento del pianeta e la notizia non mi stupisce più. Poi sento le notizie dell'alluvione di Genova e quelle della Maremma e mi indigno. Poi mi metto al computer e, mentre leggo l'intervento di Nizzoli sul disatro degli olivicoltori, un fastidioso sudore mi imperla la fronte.

Poi esco di casa per fare due passi e patisco un insopportabile caldo umido mentre penso alle possibili cause originarie. E mi chiedo quali interventi siano necessari a livello internazionale, per esempio la riduzione di gas serra, il protocollo di Kyoto, le fonti rinnovabili.

All'improvviso ritorno al nostro scotto dell'epidemia negli oliveti, grave per tutti noi e ben più grave per chi ci deve campare, e spero che si arrivi presto a una collaborazione tra istituzioni locali e Università di Pisa per affrontare congiuntamente il problema.

15/10/2014 - 6:56

AUTORE:
Tiziano Nizzoli

La ringrazio infinitamente per il suo contributo e la sua disponibilità.
Quale olivicoltore e presidente dell'associazione Cittadini e Territorio sto gridando ai quattro venti i rischi a cui andremo incontro se sottovaluteremo questo problema.
Sto cercando di organizzare un consiglio comunale aperto a cui invitare i cinque sindaci dei Monti Pisani, al quale l'Università di Pisa sarà sicuramente invitata.
L'olio extravergine ad indicazione geografica protetta toscano dei Monti Pisani è un'eccellenza che non deve sparire, è urgente un'iniziativa istituzionale ed un progetto condiviso su area vasta.

14/10/2014 - 10:23

AUTORE:
Prof. Giovanni Vannacci

La Lebbra delle olive è una malattia nota sin dal 1900, ed è di particolare importanza nelle aree olivicole meridionali. Con primavere / estati particolarmente umide può causare danni anche al centro. I sintomi compaiono in primavera con una clorosi evidente delle foglie, in particolare sulla vegetazione nuova mentre in autunno l’attacco più grave è a carico delle drupe. L’infezione dei frutti avviene principalmente attraverso aperture naturali o ferite, ad es. quelle causate dalla mosca delle olive (Bactrocera oleae), ma il patogeno è capace, seppure con più difficoltà, di penetrare l’epidermide intatta dei frutti. Agenti della Lebbra dell’olivo sono Colletotrichum gloeosporioides e Colletotrichum acutatum, ma questi, a loro volta, non possono più essere considerate delle specie ben definite, in quanto possono essere ancora suddivise, su base molecolare, in ulteriori specie ciascuna con differente grado di patogenicità e di adattabilità all’ambiente. La conoscenza della composizione della popolazione di Colletotrichum in un areale olivicolo è estremamente importante al fine di predire possibili episodi epidemici. Una diagnosi accurata ed il monitoraggio dei due patogeni nell’ambiente sono, perciò, di estrema importanza. Il gruppo di Micologia fitopatologica del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa mette a disposizione del territorio le proprie competenze e la propria esperienza sull’argomento.

13/10/2014 - 19:12

AUTORE:
Nicoletta

Ho appena finito di leggere su La Repubblica un articolo che denuncia la mancanza di olio in tutta Italia a causa della mosca olearia.
Il Nizzoli, sempre puntuale con le sue previsioni azzeccate, stavolta però parla di un fungo micidiale, non solo di un insetto. Ho fatto una ricerca su internet a tutto campo, se il grido di allarme dell'az.agr."l'oro del colonnello" non verrà preso in considerazione, si corre il rischio che questo flagello colpisca ancora il prossimo anno.
Non sottovalutatelo e se avete un pò di tempo fate anche voi una ricerca sulla lebbra dell'olivo, così vi renderete meglio conto di quali scenari futuri si possono prefigurare ed a quali rischi va incontro l'olvicoltura.