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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ecco la lista di Vicopisano in Cammino.
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di Umberto Mosso
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di MARIAROSARIA MARCHESANO (Il Foglio)
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di Vittorio Ferla
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Di Alexia Baglivo
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Se oltre a combattere
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Con mille problematiche
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Cenno storico di un'ossessa

21/10/2014 - 23:26


G. C., figlia di Augusto e Rosa, in età di 11 anni cominciati, d’indole buona, obbediente e rispettosa verso i genitori, cominciò ad essere di cattivo umore, e questo andò gradatamente crescendo, dal settembre all’8 dicembre 1902. Il 9 dicembre ebbe uno svenimento, e poi si ripeté nei giorni seguenti e questi svenimenti pure andarono gradatamente aumentando di frequenza e di intensità, che poi nel mese di gennaio cominciarono ad essere periodici — alle 5, alle 11, alle 16, alle 21. Il sig. Curato, Don Francesco Batini, andò molte volte a benedirla, mai poté aver cenno di ossessione, poiché alla presenza del sacerdote né si addormentava, né si sveniva, e provati gli esorcismi non davano risultato alcuno.
Circa la metà di gennaio fu condotta dalla madre alle Suore per esser visitata dal Medico (Sig. D. Venturi), ma quando fu alla Catena disse: "mamma, mi prende il male, portatemi dal sig. Cappellano"; e così fu fatto. Arrivata in casa le fu dato un poco di rosolio, credendo fosse debolezza, ma dopo pochi minuti cadde addormentata. Il sott.o volle provare a farle gli esorcismi, e fino che recitò le preci preparatorie stette addormentata, e quando comincio Exorcizo te si destò; e quindi fu condotta alla visita del medico, il quale disse che era affetta di isterismo, e prendendo le medicine in 8 giorni era guarita. Il miglioramento non comparve, e il 29 gennaio fu ricondotta qui in cappellania. Il sott.o provai a farle gli esorcismi e di svegliata si addormentò, e cominciò a mugolare, ch’era quasi un ruggito. Indi in poi cominciò a parlare quando in casa era presa dallo spirito, specialmente la sera alle 21, e molti curiosi andavano a udirla, e interrogavano, e avevano risposte.
Il sig. Curato, ed io andammo più spesso in casa a fare gli esorcismi, e fatti certi della presenza di uno spirito maligno - benché in nostra presenza poco parlasse - proibimmo ai genitori di lasciar passare gli estranei: questo veto non fu osservato, e la sera era un mezzo teatrino. Allora scrissi una lettera al Capoccia intimandogli che se proseguiva a lasciar libero il passo, non mi sarei più occupato della bambina, e il giorno appresso feci gli esorcismi, ed ottenni prove più chiare e sciolto il parlare. Col consenso del sig. Curato proposi a S. E. il S. Duca di far venire un religioso che se ne occupasse di proposito; poiché nello spazio di due anni erano stati presi da spiriti nequam Giovanni (liberato a S. Valentino) e Giuseppina— fratello e sorella — ed era bene costringere lo spirito a manifestare la volontà di Dio. S. E. aderì, ed io scrissi ai Religiosi Passionisti; essi avrebbero mandato un Padre, ma non prima del 26 di febbraio. La bambina veniva molto più strapazzata, e il 19 febbraio il demonio le fece inghiottire e rigettare una moneta da 10 cent. e subito dopo uno spillo lungo cm. 7: due volte inghiottire e due volte rigettare. Allora fu giudicato urgente il chiamare un esorcista e venne il P. Benigno Pera, agostiniano, ed arrivò la mattina del 23 febbraio. Questi fece la sua prova se era o no ossessa, e la giudicò tale: ciò il fece avanti le 12; al dopopranzo tornò alla casa ed esortò tutti di famiglia alla preghiera, benedì (esorcizzando) tutta la casa, gli oggetti, e le persone, e di nuovo la bambina; ordinò una novena a Santa Rita da Cascia, e alla bambina di prendere alla mattina una polverina benedetta nell’acqua, e la sera di essere unta con olio benedetto contro i demoni nella fronte e nel petto; e la sera tornarsene a casa; e poi ordinò che fosse preparata per la Prima Comunione. Quindi il giorno appresso (24) venne al catechismo, e dopo la condussi all’altare della Madonna e le feci gli esorcismi: la Madre Superiora che non credeva fosse ossessa al vedere gli strapazzi, all’udire le parole dello spirito, stimò meglio andarsene e non volle pin essere presente quando la Giuseppina era sotto l’influsso diabolico; così fecero quasi tutte le altre suore.
Il Padre Benigno mi disse che le facessi spesso benedizioni, ma gli esorcismi due, o, al più, tre volte la settimana. Il 7 febbraio cominciò a venire la mattina tornarsene la sera, ma il demonio abusavasi tormentandola molto quando era a casa, e perciò risolsi di farla restare anche a dormire, e fu il 3 marzo. La donna di servizio, Carolina Motroni, ebbe la generosa carità di prenderla seco a dormire; e non ricevé che piccoli dispettucci; la bambina poi dormiva assai tranquilla tranne l’ultima notte, che il demonio la tirò con la testa fuori del letto e la stimolava a seguirlo, e dopo non breve combattimento la Giuseppina disse: "la finisci noioso". Allora fu udita una risata simile al nitrire di un cavallo, e poté la fanciulletta accostarsi alla compagna. Ciò fu raccontato da Carolina; e il P. Pera disse: "si è contentato di poco, poiché l’ultima notte il demonio butta per terra i poveri ossessi, perché non possano il giorno appresso resistere agli esorcismi, e perché, avvicinandosi la partenza, raddoppiano i tormenti".
La mattina 6 marzo, tornò il P. Pera, alle 10,45 ; cominciò gli esorcismi (all’altare del Sacro Cuore); erano presenti il fratello Giovanni, la madre; Guido Lelli, Giovanni Lucchesi di Garfagnana, Carolina Motroni, il sig. Curato F. Batini, il sott.o Cappellano e una suora (Francesca): la bambina fu subito sotto l’influsso del demonio facendo pochi e piccoli sforzi, e quando gli fu intimato di dire il nome, lo spirito a voce chiara e spiccata rispose: "no; il nome non te lo dico; ma se vuoi sapere il perché sono venuto te lo dico". "Dillo",soggiunse l’esorcista. "Perché, rispose lo spirito, mi ha chiamato il capoccia, fece un segnaccio e io venni".

"Se esiste, riprese il Padre, qualche maleficio sia distrutto... esiste?" Non rispose. "Hai altro da manifestare? No. Dunque vattene".
Seguitò esorcismi e preghiere, e tutti i presenti pregavano; furono accese due candele sulla mensa dell’altare, e lo spegnere le quali doveva essere il segnale della partenza; e dopo un poco di resistenza disse che gli dispiaceva ad andarsene. Fingeva di piangere, buffonescamente diceva di non vedere la candela, ma l’esorcista rivolto all’immagine del Sacro Cuore con gran fervore disse: "Signore, voi che avete fatto registrare nel Vostro Vangelo, che qualunque cosa noi chiederemo in Nome Vostro all’Eterno Vostro Padre, ci sarà concessa, noi a Vostro nome gli chiediamo..."- lo spirito, con la bocca dell’ossessa spense una candela, e la bambina cadde sulla predella e disse a voce appena intelligibile: "uno è andato via" .

L’esorcista ripigliò: "ce n’è un altro". L’ossessa come mossa da scossa elettrica si alzò in ginocchio voltandosi verso il Padre Pera, con volto truce, occhi chiusi: "sì ci sono io, ma io non vado".

L’esorcista seguitò i suoi comandi in nome di Gesù Cristo, e dopo circa un minuto spense l’altra candela, e la bambina cadde, ma si alzò tosto in ginocchio, e disse chiaramente: "sono andati via"; poi alzò lo sguardo all’immagine del Sacro Cuore esclamando: " o Gesù... sono libera!" e grosse lacrime sgorgarono dai suoi occhi per la grande consolazione.
Le lacrime di consolazione si manifestarono negli occhi di tutti; solo l’esorcista senza commuoversi soggiunse: "l’hai veduti proprio andare via?! "si, sono andati di là a diritto".

"Ora, riprese il Padre, ringraziamo il Signore; ma non si rallegrino anche, perché il demonio è il padre della menzogna". Fece il ringraziamento all’altare del S. Cuore, poi alla Madonna, e finalmente al SS. Sacramento; e ciascuna volta domandava:
"hai sentito niente, bambina? No, signore. Speriamo bene; ma faccio ora, e poi stasera, la prova se vi fosse sempre". Fece il solito esorcismo, comandando che vi fosse la presenza di qualche spirito maligno si manifestasse con qualche segno. La Giuseppina non senìi niente, non dette alcun segno di commozione.
Che bella cosa far cessare stantaneamente l’esterismo di 6 mesi e cessarlo con parole, segni di Croce, e acqua santa!!!
Il Padre Benigno mentre si pranzava disse: "aveo pensato di farle fare la Prima Comunione il giorno di S. Giuseppe, ma ora giudico che sarà meglio fargliela fare domenica, cioè domani l’altro".

La Giuseppina dall’allegrezza non poté più mangiare. La domenica mattina in tempo di Messa fu accompagnata alla S. Mensa da Carolina Motroni. La bambina era in mezzo alla balaustra, alla sinistra vi era un bel numero di giovanotti, e alla destra di fanciulle che fecero seco la S. Comunione, ringraziando il Signore Gesù della grazia concessa, e senza rispetto umano, in faccia a tanti vecchi, fecero una bella protesta di Fede.
Alcune cose dette dal demonio
Quando la Giuseppina era sotto l’influsso dello spirito, questi parlava da quel che era; ma talvolta, e specialmente le ultime sere, parlava seriamente. Interrogato: "dimmi Gobbo (così lo spirito disse di essere), vi sono tanti che dicono che non c’è l’Inferno, dicono bene?"

"Sarebbe maglio, rispose, che non ci fosse, almeno non" . . .

"Ma alcuni ammettono che ci sia, ma che non c’è il fuoco";

"poveri grulli, c’è il fuoco, e vedi, brucia più un de’ nostri carboni spenti, che quelli del tuo fornello accesi...!"

Don Pantaleone Adami, Migliarino 1902

 

 

Altri casi di ossessi descritti da Don Pantaleone Adami:
— 31 ottobre 1910: E. Baldini; in seguito (14 luglio 1911) ricadde nell’ossessione; Don Pantaleone fece gli esorcismi insieme a Don Licurgo e Don Villa.
—14 agosto 1911: Ida, moglie cli Eugenio L. di Gello presso Pontedera.
—15 aprile 1911: è il sabato santo — Giuseppina C. figlia di Giovanni, fu liberata dal demonio. Don Pantaleone fu chiamato dal Curato di Malaventre, Don Bernardini L.
 

Fonte: tratto da "Le nostre radici" Migliarino 1879-1979, a cura di Don Luciano Peretti parroco; foto di Don Licurgo con i bambini della Tenuta Salviati anno 1912
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23/10/2014 - 16:03

AUTORE:
umberto

Hai ragione Francesco, c'era tuo nonno, Giulio Petri, Anacleto Tinagli, Bruno lorenzini e altri irriconoscibili. La foto è del 1919, avevo scritto male.
Grazie per l'interesse avuto.
Io ero alle elementari con la tua amata mamma.

23/10/2014 - 8:07

AUTORE:
Francesco Gambogi

Nella foto c'è mio nonno Roberto Lomi che era del 1912, siamo sicuri che la foto sia di quell'anno?

22/10/2014 - 17:17

AUTORE:
Cittadino 2

Io ci credo poco al diavolo (quello dell'inferno, s'intende, qui da noi ne esistono eccome!)
ma quando mi è capitato di farmi "sfare il mardocchio" l'ho sempre avuto. La gocciolina dell'olio appena arrivava nel piatto con l'acqua spariva, letteralmente. Poi, quando ero stato liberato, la gocciolina si comportava come di dovere, rimanendo compatta come deve fare un grasso immerso in acqua.
Sono agnostico per quanto riguarda il maligno ma questa cosa non sono mai riuscito a spiegarla.