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La Pro Loco Ripafratta “Salviamo La Rocca” organizza per sabato 18 maggio una conferenza dal titolo “Crocevia di cammini - Il confine pisano-lucchese tra itinerari e cammini, beni storici, turismo sostenibile e volontariato culturale”. L’evento si terrà a Villa Roncioni, nel borgo di Pugnano, comune di San Giuliano Terme, alle ore 10

. . . il sig Marino vuole metter becco dove da anonimo .....
Correva voce, al Circolo, che Bruno della Baldinacca .....
Il tuo forse lo ha guadagnato ultimamente ed il mio .....
Cara manuela
io non so con esattezza i pro e i contro .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Mario Lavia
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di Biancamaria Coli seg. PD Circolo di Nodica
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di Umberto Mosso
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IMMAGINA San Giuliano Terme
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Crollo mura di Volterra; mozione di Pieroni (Pd)
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A cura di Erminio Fonzo
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da Museo del Bosco
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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Dal 17 al 19 Maggio ore 10.00 - 20.00
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Forum Innovazione di Italia Economy" II EDIZIONE
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Valdottavo, 17 maggio
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Pisa: quartiere delle Piagge
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Pisa, 16 maggio
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Credevo di riuscirci mare
Ma non ti potei solcare
Ma è vero giuro è vero
Pur cambiando la vela e mura
Se gira il vento dritta
Al cuore
Per amarti .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
Il Gruppo di San Rossore
Il Piano del Paesaggio e non solo

4/11/2014 - 22:50

Il piano del paesaggio e non solo
L’approvazione delle norme regionali di governo del territorio è stata accolta positivamente anche sul piano nazionale che in questo momento non brilla certo su questi temi.
E’ apprezzato in particolare l’intento di mettere un freno al consumo dissennato  del territorio specialmente agricolo i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti. L’intervista del  Tirreno a Gianfranco Venturi relatore della legge spiega e motiva perché non si potrà più costruire nelle aree naturali. Nei casi controversi si riunirà una conferenza di co-pianificazione composta da Regione, Province e Comuni che autorizza o meno sulla base di un parere comune l’intervento. Questo parere sorpassa quindi quello del comune.
Qui forse vale la pena di soffermarci un momento per due ragioni. La prima è che a dire la loro non ci saranno né le autorità di bacino né i parchi e le altre aree protette che su questo territori operano spesso con  strumenti di pianificazione proprio di ‘area vasta’. Lo dico ricordando le discussioni nel consiglio del parco di San Rossore per concedere o meno il nulla osta per interventi analoghi a quelli ricordati da Venturi in aree agricole per capannoni, stalle, ricoveri per attrezzi etc. E’ vero che la regione toscana in omaggio al nuovo Codice dei beni culturali a suo tempo tolse inopinatamente questo parere ai parchi così oggi torna l’esclusione da qualsiasi coinvolgimento il che ci appare tanto più inspiegabile nel momento in cui la regione sta per approvare anche la nuova legge regionale sui parchi. Ma c’è anche un’altra ragione non meno evidente e cioè  l’accentramento regionale di queste norme. Davvero è necessario decidere in una conferenza dei servizi a livello regionale se devo autorizzare un capanno per attrezzi agricoli in una comune della Maremma o del parco di San Rossore il cui territorio interessato in molti casi  è all’interno di un’area protetta locale, regionale o nazionale? Sono segni di un accentramento di cui troviamo più d’una traccia anche nella legge sui parchi che non gioveranno al governo del territorio. L’accentramento statale oggi rilanciato anche dal nuovo titolo V in discussione non ha giovato e non giova di sicuro allo ma non giova neppure alle regioni come abbiamo visto e vediamo. Le tentazioni sono forti se persino per l’area agricola di San Rossore si era cercato di farla gestire da Firenze sulla base di uno strampalato organo aziendale. Per fortuna si è riusciti a farla saltare ma non è certo bene cullare di nuovo idee tanto fasulle prevedendo appunto accentramenti che servono solo a deresponsabilizzare i vari soggetti istituzionali decentrati.
E ci si risparmi il solito pretesto che il piatto piange. Qualcuno ha fatto qualche conto di cosa ha significato e quanto è costato al paese e alle regioni non far funzionare a dovere la pianificazione agricola ma anche fluviale, ambientale, forestale. Qualcuno si è chiesto perché anche in ambiti disastrati come il suolo non si spesso  riusciti a utilizzare le risorse disponibili comunitarie ma anche nazionali.
Qui serve a poco rifarsela con la burocrazia per poi magari affidare ai tecnici ruoli  che sono politico-istituzionali. Già con i governi tecnici sotto questo profilo abbiamo pagato dazio perché bissare anche nelle regioni?

 
Renzo Moschini

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