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Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto  da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose. 

Che c'entra l'elenco del telefono che hai fatto, con .....
Le mutande al mondo non le metti ne tu e neppure Di .....
Da due anni a questa parte si legge che Putin, ovvio, .....
È la cultura garantista di questo paese. Basta vedere .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
di Valdo Mori
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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Il mare
con le sue fluttuazioni e il suo andirivieni
è una parvenza della vita
Un'arte fatta di arrivi di partenze
di ritorni di assenze
di presenze
Uno .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Fiumi di Parole
Le Madamadorè

23/11/2014 - 19:10


 
Siamo qui ogni settimana a mettere in fila le parole, a cercare di dargli un senso, certo quel che viene fuori è il nostro pensiero sono le nostre parole, ma l’intento è quello che queste parole viaggino, incontrino altre parole, si posino accanto a quelle di chi legge, a volte si scontrano o non incontrano affatto. Sono parole sulle parole sentite in giro, su cui ci si imbatte nei giornali, nei tg, nella nostra vita. Parole parole parole…
Le parole non dette e quelle dette, tante, troppe, che traboccano, non ci si fa.....la sensazione di smarrimento, talvolta di nausea è tanta da arrendersi, ma a chi? A che cosa? Sembra di camminare su un terreno cosparso di piccole micce, pronte ad esplodere appena sfiorate.
Parole urlate, lanciate, rubate, svuotate di senso, usate per convincere. Parole che influenzano il nostro immaginario e il nostro mondo interiore.
In queste settimane tante sono le parole che ci hanno stordito, soprattutto quelle uscite dalla bocca della politica, spesso parole parallele al mondo reale, destinate a non incontrarlo mai, ma a scontrarsi con le vite delle persone e mentre scrivo penso alla parola prescrizione e al mondo con cui si scontra.
Parole che tradiscono, e ci tradiscono due volte,  perché le parole vengono usate in una comunicazione efficace per convincere e manipolare, per illudere e ingannare, per dire e millantare, per far apparire e scomparire a proprio piacimento, per girare e rigirare le frittate a seconda delle occasioni, perché le parole sono mercenarie e trasformiste, si lasciano usare e truccare in mano a chi è abile comunicatore. E anzi il tradimento è  triplo, se dopo la parola, nobile e ben spesa, non seguono i fatti, già, alcune parole  non basta dirle e penso alla parola “parità” che mentalmente mi si collega per prima con la parità di genere. Il 25 Novembre prossimo sarà celebrata la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne; celebrazione istituita nel 1999 dall'Onu, a seguito di un'iniziativa intrapresa da alcune donne Colombiane per ricordare il truce assassinio delle sorelle Mirabal, che ostacolavano l'allora regime, avvenuto il 25/11/1960. 1960-1999- 2014, seppur guardando la storia a lunghi passi, poco è cambiato, una donna uccisa ogni due giorni nel 2013, le più tra le mura di casa, da chi pretendeva di amarle, “Femminicidio”.

E se oggi siamo arrivati a dover avere una giornata per ricordare di non uccidere le donne, forse la storia sta andando a ritroso. I fatti parlano chiaro, la vita per il genere femminile  è migliorata forse solo in apparenza, sia per quelle che sono state austere sia   per coloro che si  rivendicano lady-lake, di genere si continua a morire. Finché anche una sola di noi, non avrà l'opportunità poter scegliere, varrà pur poco la libertà di alcune. Dovremmo riscoprire una solidarietà femminile, partendo forse dalle parole che usiamo, soprattutto pubblicamente. La parità di genere non sarà quando tutte potremmo andare una volta a settimana dall'estetista, ma quando ognuna di noi, potrà vivere una vita serena fatta di scelte proprie e senza paura!
 
E poi ci sono le parole sbagliate, usate per creare capri espiatori, perché il capro espiatorio è soprattutto un principio esplicativo, non è funzionale al pagamento di una pena, ma alla costruzione di un mondo diverso.
Quando la vita è quella che è, le parole dovrebbero darci la possibilità di intravedere un mondo migliore, dovrebbero aiutarci a costruire un’occasione di riscatto e invece ci lasciano appesi ad un filo, ed è incredibile il prezzo di quel filo.
In questo flusso continuo di parole, in questa narrazione a circuito chiuso che non ci lascia via d’uscita, che ci spinge verso il disincanto e la rassegnazione, che ci racconta e ci vuole fermi, lì dove siamo e come siamo,( e lo scriviamo mentre arrivano i primi dati dell’affluenza dei votanti alle regionali, e sono dati sconfortanti, si dice poco più del 30% nell’EmiliaRomagna. Dati che raccontano la scelta di non esercitare un diritto) al massimo a vomitar sentenze dal piedistallo del nostro divano, a pretendere il colpevole di cosa non funziona in questo mondo, qualcosa si è mosso, proprio vicino a noi.
In queste due settimane ci sono state iniziative che ci hanno interessato da vicino, due incontri sul parco/paesaggio, una conferenza sui beni comuni/sussidiarietà e sull’importanza del riprenderci il ruolo di cittadini.
Parole difficili da pronunciare perché non richiamano grandi platee, ma sono parole piene, che riescono a tenere unite le tracce del passato, del presente e del futuro, che poi sono le tre dimensioni del nostro vivere come singoli e come comunità. Sono parole di una politica gentile con le persone e gli ambienti del vivere quotidiano, sono parole che cercano di riannodare i fili spezzati della relazione tra uomo e ambiente, che poi sono le categorie più rilevanti della crisi che stiamo vivendo.
Forse l’unica alternativa che abbiamo è quella di re-imparare a rompere la gabbia degli eventi per  ri-cominciare a camminare  e a prendersi cura di noi. E sarebbe una gran bella alternativa…se alle parole seguissero i fatti e le persone in carne e ossa.

 
 

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