Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Celti e toscani, tutti a casa.
È finita la grande Festa che Migliarino ed il Centro Commerciale Naturale di Vecchiano hanno offerto ieri a migliaia di visitatori accorsi (si dice sempre così) da ogni parte del vicino territorio.
Sono stato in strada dalle ottoalleotto, come diceva una comica alla TV, e ho visto e sentito persone che non erano del nostro comune e che manifestavano la loro felicità di avere trovato un accoglienza in un luogo che credevano fosse solo il passaggio a mare e non avere invece dietro un mondo di storia e natura.
Certamente all’organizzazione è servita la bella giornata e la strategica posizione, oltre alla accattivante novità del “celtico”, ma niente toglie a rendere soddisfattissimi i migliarinesi.
Questa sezione non serve a far pubblicità, ma era dovuta e necessaria a commentare la foto, torniamo al titolo allora.
Un pezzo forte della festa era un falconiere che mostrava orgoglioso un maestoso gufo africano che “scapeggiava” e strideva fin dall’arrivo. Foto a raffica e possibilità di averlo posato sul braccio a mo’ di vero cacciatore senza sparo.
La scaletta era di farlo anche svolazzare e predare un topo, ma…
Le sue strida avevano attirato un falchetto che se ne stava appostato sul tetto dei Magazzini Cereali Salviati e che, quando ha visto svolazzare quel grande fratello, gli si è avvicinato spaventandolo così tanto da farlo scappare lontano.
Disperazione del falconiere e di tutti coloro che erano presenti. Per tutto il pomeriggio c’è stato un continuo chiedere “è tornato?”, ma a niente valevano le roteazioni del richiamo di pelle e piume che viene usato per l’addestramento. Vi era solo lo strido monotono del gufo appollaiato su un grande albero lì vicino che forse voleva dire: “andate a casa che voglio tornare a casa!”
Solo al tramonto si è visto tornare sul tetto vicino e solo all’imbrunire è sceso a terra con sospirone del suo amico e di tutti coloro che lo aspettavano.
Si, ma cosa c’incastra il sole?
Il gufo africano (bubo africanus per gli ornitologi) si chiamava appunto SOLE.