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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Non cancellerò
Quella foto tua
Come la gioconda
E la rosa gialla
Sulla pelle mia
Stare insieme a te
In quest anni miei
Insieme a tutto il resto
Tu .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
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Paio col Palo

3/12/2014 - 7:49


C’è un comune in provincia di Roma che conta una popolazione di  45.198 abitanti. Nel 1822 l'osservatore che viaggiava per questi luoghi definiva il paese come un agglomerato di poche miserabili case intorno al castello, con ruderi antichi sparsi nelle vicinanze a contare 25 o 30 abitanti che vi conducono vita infelicissima. Non vi era ormai alcuna visibile traccia né di Castrum Inui né di Villa Priapi.

 

Gli studiosi sembrano concordare sull'origine pre-latina del termine e sulla sua derivazione dalla radice ard/t, diffusa nei toponimi più antichi a livello nazionale.  L'etimologia è incerta. Abbiamo "Ardor" "Ardère" latino, collegato al concetto di fuoco, ma anche "Ardo" greco, legato al concetto di acqua e bagnato, come nel sanscrito àrd-rà umido. Àrduus latino, connesso con il persiano Arda ed alla combinazione sanscrita di Ar (spingere) con urdh-va (alto) rimanderebbe al concetto di alto e di difficile accesso favorendo un'altra delle versioni attestate tra gli abitanti circa l'origine ed il significato del nome da associarsi con "ardua", come rocca difficile da espugnare. Infine abbiamo la possibile parentela del modo antico di pronunciare il nome della città "Àrdia" con "ardito" dal sanscrito khar-as (forte, duro, roccia) che è reso dai germanici con la radice hardu.
Anche nella Bibbia abbiamo un "Ard" figlio di Beniamino ed un "Ard" nipote di Beniamino, da cui discese la famiglia degli "Arditi".


Guardate come lo studioso si aggroviglia a cercare la derivazione “scientifica”  di un toponimo senza ritrovarla nella leggenda che in questo caso è chiara se diamo ad Ardea la provenienza  come scrive Dionigi di Alicarnasso che fa risalire la fondazione della città ad Àrdeas, figlio di Odisseo e Circe. Basta.
Così Ovidio, nelle sue  Metamorfosi ( XV), annuncia la nascita del nome Ardea ingenuamente e scioccamente attribuendolo ad un uccello come se fino ad allora la città non avesse nome!
"Turno muore. Ardea cade con lui,
città fiorente finché visse il suo re.
Morto Turno, il fuoco dei Troiani la invade
e le sue torri brucia e le dorate travi.
Ma, poi che tutto crollò disfatto ed arso,
dal mezzo delle macerie un uccello,
visto allora per la prima volta,
si alza in volo improvvisamente
e battendo le ali,
si scuote di dosso la cenere.
Il suo grido, le sue ali di color cenere,
la sua magrezza,
tutto ricorda la città distrutta dai nemici.
Ed infatti, d'Ardea il nome ancor gli resta.
Con le penne del suo uccello
Ardea piange la sua sorte"


Ma cosa vado a fare in giro per l’Italia per togliermi questa dannata mania, o vizio, di voler sapere il perché gli animali si chiamano così!
I latini chiamavano l’airone “ardea”, fosse scuro o chiaro, Linneo catalogò quello scuro come  “Ardea cinerea” e quello chiaro “Ardea alba”.
Tutto qui, a noi non resta che gioire di questi magnifici uccelli che da un po’ di tempo hanno scelto le nostre zone per svernare e qualcuno anche nidificare.
Attenzione che ci controllano!

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3/12/2014 - 11:09

AUTORE:
Ardevo

Che eleganza, che portamento sembra un dipinto di Modigliani!
Se non sbaglio se ne vedono parecchi nei dintorni e penso che la loro carne non sia buona altrimenti sarebbero già estinti...considerando che sono sempre in linea, anche se fossero commestibili ci sarebbe da far lavorare tanto i denti, meglio così!