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In questo nuovo articolo di Franco Gabbani viene trattato un argomento basilare per la società dell'epoca, la crescita culturale della popolazione e dei lavoratori, destinati nella stragrande maggioranza ad un completo analfabetismo, e, anzi, il progresso culturale, peraltro ancora a livelli infinitesimali, era totalmente avversato dalle classi governanti e abbienti, per le quali la popolazione delle campagne era destinata esclusivamente ai lavori agricoli, ed inoltre la cultura era vista come strumento rivoluzionario. 

Sei fuori tema. Ma sappiamo per chi parli. . .
. . . non so se sono in tema; ma però partito vuol .....
Quelle sono opinioni contrastanti, il sale della democrazia, .....
. . . non siamo sui canali Mediaset del dopodesinare .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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San Giuliano Terme, 18 maggio
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di GIOVANNI SANTANIELLO - Intervista a Stefano Ceccanti (La Sapienza)
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Filettole- 21 Maggio ore 17,30
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Elezioni europee 2024
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Domenica 19 maggio alle 11 nei locali della Casa del Popolo di Campo
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Dal 17 al 19 Maggio ore 10.00 - 20.00
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Forum Innovazione di Italia Economy" II EDIZIONE
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Valdottavo, 17 maggio
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Pisa: quartiere delle Piagge
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Pisa, 16 maggio
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Credevo di riuscirci mare
Ma non ti potei solcare
Ma è vero giuro è vero
Pur cambiando la vela e mura
Se gira il vento dritta
Al cuore
Per amarti .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
STORIA
La grande carestia irlandese (video)

13/1/2015 - 12:12


La Grande Carestia irlandese, (in irlandese: An Gorta Mór; inglese: The Great Famine oppure The Great Hunger) è la definizione data ad una carestia che colpì l'isola d'Irlanda tra il 1845 e il 1849.

Le cause scatenanti la carestia furono molteplici, in parte la politica economica britannica, le condizioni dell'agricoltura irlandese, il brusco incremento demografico avvenuto nei decenni precedenti la carestia, ma soprattutto la sfortunata apparizione di una patologia delle patate causata da un fungo, la peronospora, che raggiunse il paese nell'autunno del 1845 distruggendo un terzo circa del raccolto della stagione e l'intero raccolto del 1846. Una recrudescenza dell'infezione distrusse in seguito gran parte del raccolto del 1848. Il ripetersi di raccolti scarsi o addirittura nulli fece sì che la carestia durasse più a lungo e con maggiore intensità delle precedenti. Il paese non era infatti nuovo a raccolti danneggiati da infestanti o da avverse condizioni climatiche; non vi erano però precedenti di simile portata.

L'emigrazione dall'Irlanda, fin dall'inizio del XIX secolo, rappresentò un flusso continuo anche se non numerosissimo. Nel 1845, a fronte del primo calo di produzione della patata vi fu un brusco aumento dell'emigrazione. In parte erano gli stessi proprietari terrieri ad incoraggiare i loro contadini a lasciare il paese, pagando loro la traversata. La prima ondata migratoria era quindi composta da persone in discrete condizioni fisiche e di salute. A partire dal 1846 vi fu però un esodo senza precedenti. Masse enormi di persone allo stremo delle forze si riversarono su ogni possibile imbarcazione, dirette principalmente verso le colonie del Canada, in ogni porto dell'est degli Stati Uniti e in Gran Bretagna e Galles, portando con sé le malattie derivanti dalla denutrizione e scatenando epidemie nei luoghi di destinazione. L'enorme afflusso di persone sbaragliò qualunque tentativo di istituire delle località di quarantena.

In Canada l'isola di Grosse Isle, attrezzata con un ospedale per 200 persone, fu letteralmente invasa: la prima nave giunta il 17 maggio del 1846 ospitava ben 430 casi di cosiddetta febbre (tifo), mentre a fine maggio la fila di navi in attesa di sbarcare il loro triste carico era lunga due miglia. Sull'isola sono sepolte circa 6.000 persone.


(EN)
« Thousands are sailing

Across the western ocean,

To a land of opportunity

That some of them will never see,

Fortune prevailing

Across the western ocean

Their bellies full

Their spirits free

They'll break the chains of poverty »


(IT)
« Navigano a migliaia

Oltre l'Oceano occidentale

Verso una terra di opportunità

Che qualcuno di loro mai vedrà

Con buona sorte

Oltre l'Oceano occidentale

Le loro pance piene

I loro spiriti liberi

Spezzeranno le catene della povertà »

(The Pogues, Thousands are Sailing)


 

 

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Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
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Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

16/1/2015 - 18:46

AUTORE:
P.G_

... questo pamphlet veramente interessante e curioso.
E' questo che dovrebbe fare il Giornale, seguire un filo che porti a conoscere.
Siamo partiti dalla patata di u.m. che ha ispirato la Grande Carestia dell'Irlanda che ha spopolato il paese e su cui i Pogues hanno scritto una bellissima canzone (in video).
Ora grazie a P.C. abbiamo un'altra puntata e cioè la conoscenza di questo scritto satirico che ha fatto scandalo al suo tempo e che viene, in forma diversa ma uguale, riproposto ai giorni nostri da alcuni nostri artisti (Villaggio e Celestini) sempre con quel tono ironico che accentua la sua mostruosità.
Ecco un esempio di satira corretta e intelligente,su cui c'è ben poco da discutere.
L'europeo non gradisce la satira contro la sua religione ma la sua libertà gli consente di ignorarla. Al contrario dell'islamico che non ha questa libertà. Forse bisognebbe riflettere.

15/1/2015 - 19:40

AUTORE:
P.C.

Sull'argomento vedi wikipedia: "Una modesta proposta".