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Nei giorni 26-27-28 aprile verranno presentati manufatti in seta dipinta: Kimoni, stole e opere pittoriche tutte legate a temi pucciniani , alcune già esposte alla Fondazione Puccini Festival.Lo storico Caffè di Simo, un luogo  iconico nel cuore  di Lucca  in via Fillungo riapre, per tre mesi, dopo una decennale  chiusura, nel fine settimana per ospitare eventi, conferenze, incontri per il Centenario  di Puccini. 

. . . per questo neanche alle 5. 50 prima di colazione. .....
. . . alle nove dopocena non ciai (c'hai) da far altro? .....
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Ieri 19 Marzo ci ha lasciato un Vs. concittadino Renato .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Il sole nutre
col suo splendore
il croco il bucaneve
la margherita. . .
Il cuore
cancella il dolore
se alimentato dall'amore
essenza della vita
Quando .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
Comuni dei Monti Pisani
Olivicoltura dei monti pisani, cosa si sta facendo per salvarla?

30/1/2015 - 8:19

OLIVICOLTURA DEI MONTI PISANI, COSA SI STA FACENDO PER SALVARLA?
 
Dopo un'annata catastrofica, che ha visto decimata la produzione di olio extravergine dei cinque Comuni dei Monti Pisani, chi opera nel settore ha la sensazione che nulla si stia facendo per evitare che la storia si ripeta. Si era parlato addirittura di chiedere lo stato di calamità naturale per il comparto olivicolo ed i più ottimisti addirittura confidavano in un contributo economico almeno per le aziende, le uniche in grado di comprovare con i loro rendiconti economici  l'entità delle perdite subite; per gli oliveti a gestione amatoriale, che rappresentano la maggior parte del coltivato, non ci sarebbe stato nessun contributo, questo si sapeva già, ma la preoccupazione generale è rappresentata dal fatto che ci sono forti possibilità che la storia si ripeta e che la lezione non sia servita a nessuno di coloro che sarebbero preposti a fornire informazione e prevenzione, senza parlare di coloro a cui dovrebbe stare a cuore il paesaggio, il territorio, la regimentazione delle acque e la prevenzione degli incendi, cose tutte strettamente collegate al fenomeno dell'abbandono degli oliveti in atto.
Cerchiamo almeno di fare il punto della situazione e di pianificare la rosa di interventi possibili, alla luce delle risorse disponibili, ma soprattutto senza mentire agli operatori del settore; è più accettabile dire di non essere all'altezza della situazione, piuttosto che promuovere azioni che non daranno alcun risultato.

 

Vediamo cosa non ha funzionato:

 

-Il monitoraggio della presenza della mosca olearia. E' stato inesistente in alcuni Comuni e    mal   condotto e fuorviante anche quello messo in atto dal servizio fitosanitario regionale. Mi spiego meglio: la mosca colpisce in modo disomogeneo, a “macchia di leopardo”, pertanto è fondamentale avere numerosi punti di monitoraggio nelle zone che la memoria storica riconosce come “vocate” alla presenza del fitofago.

E chi meglio degli agronomi presenti in ciascun Comune è in grado di redigere una mappatura dove posizionare le trappole di monitoraggio al feromone sessuale ed esaminare una campionatura di olive?

E chi meglio delle amministrazioni locali può informare con un sms gli olivicoltori che hanno aderito all'iniziativa sulla presenza o meno di mosca olearia nell'area, unitamente alle pratiche di difesa da mettere in atto, a seconda che l'olivicoltore pratichi la lotta biologica oppure quella chimica? E perchè non divulgare i vari bollettini settimanali anche sulla cronaca locale dei quotidiani?
Nel periodo di rischio elevato, che normalmente inizia dopo ferragosto ed arriva al raccolto di ottobre/novembre, un olivicoltore disinformato corre il rischio di veder vanificare tutto il lavoro da lui svolto in un anno, dalla potatura alla concimazione, dagli sfalci dell'erba ai trattamenti.

E' compito del Comune di appartenenza aiutarlo con informazione corretta e visite in campo, lo farà sentire meno solo e lo invoglierà a mantenere curato quel territorio e quel paesaggio, con indubbio ritorno economico e d'immagine da parte della stessa amministrazione.

Tale assistenza tecnica  servirà anche ad impedire che lo stesso operatore usi indiscriminatamente sostanze nocive per lui e per l'ambiente che lo circonda, magari per difendersi da un insetto che ancora non rappresenta un pericolo per la sua coltivazione.
Il servizio fitosanitario regionale, con i suoi 200 punti di monitoraggio in Toscana, non è stato di alcun aiuto per la stragrande maggioranza degli olivicoltori, adducendoli spesso in errore: ho ancora conservati i messaggi che mandava, relativi al solo punto di monitoraggio di San Giuliano Terme, collocato a Rigoli, in cui dava percentuali di presenza e di attacco di mosca con nessuna rispondenza realistica su un territorio così vasto, con differenti quote e microclimi. Soldi ed energie buttati al vento, per avere in cambio inquinamento e disinformazione.
-La lotta alla mosca olearia ed altro. Ad un corretto monitoraggio devono naturalmente corrispondere  adeguate forme di lotta ai vari insetti o patogeni che possono colpire il frutto o la pianta: la mosca non deve essere considerato infatti l'unico nemico, non dimentichiamo cosa sta provocando la xilella fastidiosa in Salento, oppure come siano spesso sottovalutate malattie fungine come la “lebbra dell'olivo”, il cui allarme scatta quando è ormai troppo tardi, come è successo quest'anno in alcune zone dei Monti Pisani.

La presenza di un tecnico è divenuta oggi indispensabile e sarebbe opportuno che questo know-how fosse messo a disposizione da ciascun Comune a chi ne facesse richiesta. A questa assistenza tecnica deve corrispondere in contemporanea un'assistenza materiale, come ad esempio la fornitura gratuita di trappole per la cattura massale della mosca olearia; è ormai risaputo che più vasta è l'area di impiego di dette trappole, maggiore è il risultato ottenuto. Purtroppo la conformazione stessa del nostro paesaggio non rende sempre possibile l'individuazione di macro-aree a vocazione olivicola dove poter usare le succitate trappole, ma esistono anche altre forme di difesa biologica da fornire ai piccoli appezzamenti che ne facessero richiesta.

L'uso di insetticidi chimici dovrà essere disincentivato e pertanto nessun aiuto a coloro che fanno questa scelta, di per sé meno costosa, di più facile realizzazione e di maggior successo, ma dannosa per la salute e per l'ambiente.

 -L'individuazione delle risorse.

Ben poco, per non dire niente, è stato fatto per reperire risorse al di fuori delle casse comunali cronicamente vuote. Occorre stornare fondi dal Piano di Sviluppo Regionale, magari parte di quelli destinati al mantenimento delle risorse paesaggistiche, da destinare all'olivicoltura e contemporaneamente prevedere misure da destinare a chi recupera olivete abbandonate.

I Comuni devono rifinanziare adeguatamente il monitoraggio e redigere progetti di spessore finalizzati alla richiesta di risorse per risollevare il settore dell'olio extravergine di oliva di qualità, biologico ed  i.g.p., toscano dei Monti Pisani, che preveda in primis la spinta per produzioni di eccellenza e, successivamente, la creazione di un marketing di successo. Solo allora avrà senso l'attività della Strada dell'olio e solo allora potremo sperare in un ricambio generazionale nella gestione del nostro patrimonio olivicolo.

Fonte: Tiziano Nizzoli
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5/2/2015 - 18:45

AUTORE:
Tiziano Nizzoli

Gemellino, anche te un'ischerzi in fatto di lavorà, all'urtima stretta di mano 'he ci siamo dati m'hai mezzo stritolato un dito, anco le tue un sono mani da carte!
Guarda, proprio mentre scrivevo questo, mi ha telefonato il vicesindaco Marchetti e mi ha detto di ave' partecipato ad una riunione dove ha prospettato le problematiche di cui si era parlato ieri, può darsi che qualcosa succederà.
E poi, se un succede nulla, disdico il contratto con l'ulivi di monte e ne faccio uno con l'arselle di mare, 'nteso?

5/2/2015 - 13:36

AUTORE:
Fratello eterozigote

Chi te lo fa fare di star li ad "ammazzare le donne" con il regio e con l'asso come purtroppo tanti nostri colleghi quiescenti a giornate 'ntere; anzi per tutto il loro tempo pensionabile stan li a spengnersi come candele.
...bravo un'antra vorta oh...nnovedi!

5/2/2015 - 13:23

AUTORE:
Tiziano Nizzoli

Ho portato ieri mattina il vicesindaco Marchetti a fare una passeggiata tra i nostri monti, breve, a dire il vero, per limitatezza di tempo, ma spero sufficiente per avergli dato un flash visivo significativo della situazione.
Il panorama mozzafiato è stato mio complice, si vedeva tutto, golfo di La Spezia, Apuane, lago di Massaciuccoli, piana del Serchio, Pisa, porto di Marina, Livorno, isole dell'arcipelago toscano e tutta la Corsica, lì non c'era niente da spiegare, entrambi sapevamo di essere fortunati a vivere qui.
La spiegazione è stata necessaria quando invece ho cominciato a dirgli: vedi, lì ci sarebbe un bel sentiero che porta a...,ma è chiuso, vedi, questa è un'oliveta abbandonata da tre anni, questa da cinque, quella da sempre...., vedi, questa strada che porta alla Casetta delle Selve, fino ad un mese fa non era transitabile dalle auto, a nostre spese l'abbiamo sistemata ed ora è di nuovo a disposizione di escursionisti, cacciatori e raccoglitori di castagne, oltre che per i due o tre residenti..., vedi, questi muretti a secco monumentali stanno ancora ritti perchè il sottoscritto riempie con nuove pietre i buchi fatti dai cinghiali, l'acqua se ne va via bene perchè ho rifatto le canalette di scolo....etc.etc.
Insomma, gli ho spiegato che non faccio parte di coloro che brontolano senza fare niente e che metto il mio lavoro, il mio tempo ed il mio denaro nella manutenzione di strutture a disposizione della collettività.
Ma purtroppo non posso andare oltre, la fogna otturata sotto il marciapiede davanti a casa mia non mi compete (in realtà, è un lavoro che va oltre le mie potenzialità, altrimenti lo avrei già fatto) e mi devo limitare alla sola denuncia. Ma torniamo all'olivicoltura; Marchetti mi ha dimostrato sensibilità al problema ed abbiamo parlato di risorse, progetti e sinergie occorrenti per il suo rilancio, individuando anche le possibili strade da percorrere. Resto a disposizione per eventuali successivi incontri, conscio di avere la conoscenza tecnica per aiutare la politica nelle sue scelte, vi terrò informati dei passi successivi.

4/2/2015 - 20:27

AUTORE:
Olivolì

Allora lo faccio io.
Sapete quanto costa ad un olivicoltore dei monti pisani produrre 1 kg. di olio, tenendo presente l'alternanza di produzione? Dai 10 ai 12 euro, usando lavoratori amici e familiari. Sapete quanto hanno rimesso i produttori nel 2014 per ettaro? Dai due ai tremila euro. Sapete quale sarebbe un giusto, anche se parziale, rimborso per gli olivicoltori del Monte Pisano? Uno studio dell'Accademia dei Georgofili lo stima dai 700 ai 900 euro per ettaro. Se il Comune di San Giuliano non è stato nemmeno capace di trovare i soldi per effettuare il monitoraggio della mosca olearia (5.000 euro), è impensabile che possa dare un minimo contributo, quindi? E' indispensabile dichiarare lo stato di calamità del comparto olivicolo per aiutare le aziende danneggiate, altrimenti ne sopravviveranno poche e a molti di voi non resterà altro che l'olio spagnolo, tunisino, marocchino greco, albanese e....cinese.

4/2/2015 - 10:42

AUTORE:
Tiziano Nizzoli

La salute, il lavoro, il dissesto idrogeologico, la prevenzione incendi, lo sviluppo turistico e l'ambiente sono gli argomenti strettamente correlati all'olivicoltura dei Monti Pisani, altro che le locomotive a vapore!
Ho investito nell'olivicoltura oltre una decina di anni fa, ci hanno creduto anche i miei figli che ne hanno promosso la commercializzazione, abbiamo realizzato un paio di progetti che sono stati finanziati dalla Regione, tutti tesi alla creazione di prodotti di eccellenza biologici. I miei figli sono stati premiati dalla Camera di Commercio come giovani imprenditori di successo, oltre ad altri riconoscimenti anche a livello nazionale, ora esportano cosmeceutici creati sul territorio con prodotti del territorio in collaborazione universitaria e non si lamentano per la crisi.
Sono io che ho sollevato il problema, perchè abbiamo una bella locomotiva funzionante (tanto per usare lo stesso esempio di Andrea), ma nessuno ci attacca vagoni, quindi non serve alla collettività, ma ad un privato che ci fa le giratine; ora il privato si è stufato e dice a tutti "Ve l'ho aggiustata, l'ho riparata, vi ho dimostrato che può portare ricchezza, la volete o la lasciamo andare in malora?"
Questo è l'unico senso che vedo calzare nell'analogia con le locomotive, però potrei essere in errore, infatuato dall'amore per l'olivo, per i nostri paesaggi, per le proprietà salutistiche dell'olio extravergine e tanto altro ancora.
Tutte le olivete sono "private", caro Andrea, ma proprio perchè non seguono regole, nè hanno una regìa istituzionale di controllo, non producono reddito; per questa ragione i giovani non subentrano e gli abbandoni si susseguono.
Ora ti chiedo, preferisci vedere i nostri agriturismi e b&b immersi in un bel paesaggio toscano, dove vigneti ed oliveti si alternano a castagneti e bosco, oppure una macchia generalizzata con rovi ed edere che distruggono tutto? E quando un incendio distruggerà tutto, la sentirai una perdita della collettività, oppure solo dei proprietari che vi hanno investito e lavorato senza ripagarsi delle spese, solo per poter dire. "quest'olio lo faccio io"?

Cara "cittadina", non sono l'unico a brontolare, credimi, sono l'unico a non rassegnarsi, questo si. Ma ora vi lascio, ho appuntamento col vicesindaco Marchetti per portarlo a vedere cosa sta succedendo sui nostri monti e descrivergli le problematiche: se verranno recepite, si potrà pensare ad una lenta rinascita del settore, se non verranno prese in considerazione ce ne faremo tutti una ragione, io l'olio "bono" per la famiglia e pochi amici lo produrrò sempre, finchè ne avrò la forza.

3/2/2015 - 18:51

AUTORE:
Andrea P.

Il sig. Nizzoli ha investito nel settore "oleario" e si lamenta perorando la causa come se il degrado delle olivete (PRIVATE!) fosse un problema globale della collettività.

Se io investissi nel business delle locomotive a vapore sarebbe giusto che mi andassi a lamentare perchè il settore è in declino?

Eppure potrei dire che un tempo le locomotive a vapore rappresentavano il fior fiore della tecnologia e sicuramente davano occupazione e benessere al territorio.

In sostanza non sono d'accordo sul fatto che vengano spesi soldi pubblici senza che sia dimostrato che i benefici saranno per tutti e non solo per chi è del settore.

Visto che il problema dei giorni nostri è l'inquinamento, il surriscaldamento globale e la dipendenza dai combustibili fossili io ad esempio sarei molto più contento se i soldi pubblici fossero investiti nelle fonti rinnovabili.


P.S: quello delle locomotive a vapore è solo un esempio, sicuramente ce ne sono altri che calzano meglio.

3/2/2015 - 17:49

AUTORE:
Cittadina

Mi spiegate perchè l'unico a brontolà è il Nizzoli, sembra che si l'unico competente !!!!!!!!

3/2/2015 - 12:04

AUTORE:
Carmelo

E' l'unico che ci capisce qualcosa d'olivi e di olio e lo ha ampiamente dimostrato. Ora dice che se non si fa qualcosa anche quest'anno siamo punto e a capo, con la mosca e con la lebbra. Uscite dagli uffici e fate una girata da Agnano a Ripafratta, è pieno di olivete abbandonate e se non fate qualcosa diventeranno tutte roveti alla mercè del primo piromane.

1/2/2015 - 11:50

AUTORE:
Napolitano Francesco

Nello scritto del Nizzoli, persona di grande onestà intellettuale, percepisco l'amore per il proprio territorio, e per il suo progredire futuro.
Mi auguro che la visita del Sindaco e del Vicesindaco possa gettare le basi per un percorso per salvaguardare e sviluppare il prodotto del nostro territorio.
Temo, e spero vivamente di sbagliarmi, che il pregiudizio che serpeggia sotto traccia in questo territorio, non sia da ostacolo al condividere idee e propositi "altrui".

30/1/2015 - 22:25

AUTORE:
Tiziano Nizzoli

Vi ringrazio del consiglio, che naturalmente non seguirò, almeno fino a quando avrò un minimo di autostima. Le cose che dite mi toccano nel vivo, anche perchè temo che esse rispondano a verità; non voglio comunque pensare ad amministratori che hanno perso il senso del bene comune, come non voglio pensare che si mandi in malora un patrimonio di cultura contadina che è nella storia del nostro territorio. Ho parlato col sindaco Di Maio del problema ed il 4 febbraio porterò il vice-sindaco Marchetti a fare un giro tra gli oliveti, per fargli constatare "de visu" la realtà e per parlare di quello che si dovrebbe fare per aiutare il settore. Se non otterremo niente, ce ne faremo sicuramente una ragione, significa che la politica ha altre priorità, ma gli olivicoltori almeno questo devono saperlo!

30/1/2015 - 16:15

AUTORE:
Letizia

...non ci sono speranze, i vecchi abbandonano ed i giovani non subentrano, ovvero, i giovani subentrerebbero se ci fosse un ritorno economico, ma nell'olivicoltura questo ritorno non c'è, quindi le aziende chiuderanno e resteranno solo coloro che si fanno l'olio per il consumo familiare, come viene viene. Il paesaggio è un optional, se c'è è meglio, ma se manca non incide poi così tanto, l'importante per un agriturismo è la piscina, la buona cucina e l'aria condizionata d'estate. Per quanto riguarda l'inquinamento da insetticidi, ormai ci siamo abituati con le pesche, le mele, le verdure ed anche le olive possono entrare nel gruppo, ammesso che vi siano mai uscite. Il dissesto idrogeologico e la prevenzione incendi interesseranno solo dopo che una frana od il fuoco avranno colpito un territorio, ed ogni sindaco incrocia le dita perchè non accada durante il suo mandato, tenendosi pronte nel cassetto le risposte da dare qualora avvenissero. Al sognatore Nizzoli resteranno il frantoio e la Marina di San Giuliano; il primo non avrà più significato di esistere nel momento che l'olivicoltura resterà in mano a pochi appassionati, la seconda esiste già, basta andare d'estate sul lato sinistro del Serchio e vedere quante persone la frequentano. Nizzoli, mi creda, mi sarebbe piaciuto vederla sindaco o assessore e conosco le sue capacità, ma dal momento che abbiamo a che fare con questa classe politica, dia retta a Gigi ed ora anche a me, diventi fan del senatore Razzi.

30/1/2015 - 10:01

AUTORE:
Gigi

Non si offenda il Nizzoli per l'appellativo, ma come il noto personaggio di Cervantes si troverà a combattere contro i mulini a vento. Sono anni che leggo i suoi interventi sul frantoio a San Giuliano, sulla creazione di un marchio di qualità da vendere ed esportare, sulla creazione di posti di lavoro, sul recupero del territorio, sulla lotta all'inquinamento, sulla fattoria didattica, sull'impiego dei carcerati, sulla Marina di San Giuliano etc.etc.
Devo però dargli atto di essere cocciuto e determinato, poichè vedo che non demorde e questo vuole essere un complimento.
Ma perchè lo fa? Sa fare e vendere l'olio, ora anche i suoi figli stanno avendo successo nella produzione e vendita di prodotti cosmeceutici, Domus Olea Toscana è presente su internet e vende in tutto il mondo, perchè lui continua a perdere il suo tempo per tutelare e promuovere l'olivicoltura dei monti pisani? Mi dia retta, caro Nizzoli, segua il consiglio del senatore Razzi e smetta di parlare ai sordi; la mia povera mamma diceva che a far del bene agli asini, al massimo si riceve un calcio in c...