È possibile dipingere il silenzio?Questa è la domanda che si poneva la nuova mostra di Gavia al Real Collegio di Lucca, cercando una risposta nelle immagini dipinte.
E la mostra ha rappresentato quello che l'artista stessa ama, uno spazio di incontro e di condivisione di un senso comune all’interno di una situazione pittorica, materiale e artistica ma anche in particolare il luogo dove possa emergere una realtà di emozioni che attingano dentro ogni nostra sensibilità intima e “silenziosa”.
OLIVICOLTURA DEI MONTI PISANI, COSA SI STA FACENDO PER SALVARLA?
Dopo un'annata catastrofica, che ha visto decimata la produzione di olio extravergine dei cinque Comuni dei Monti Pisani, chi opera nel settore ha la sensazione che nulla si stia facendo per evitare che la storia si ripeta. Si era parlato addirittura di chiedere lo stato di calamità naturale per il comparto olivicolo ed i più ottimisti addirittura confidavano in un contributo economico almeno per le aziende, le uniche in grado di comprovare con i loro rendiconti economici l'entità delle perdite subite; per gli oliveti a gestione amatoriale, che rappresentano la maggior parte del coltivato, non ci sarebbe stato nessun contributo, questo si sapeva già, ma la preoccupazione generale è rappresentata dal fatto che ci sono forti possibilità che la storia si ripeta e che la lezione non sia servita a nessuno di coloro che sarebbero preposti a fornire informazione e prevenzione, senza parlare di coloro a cui dovrebbe stare a cuore il paesaggio, il territorio, la regimentazione delle acque e la prevenzione degli incendi, cose tutte strettamente collegate al fenomeno dell'abbandono degli oliveti in atto.
Cerchiamo almeno di fare il punto della situazione e di pianificare la rosa di interventi possibili, alla luce delle risorse disponibili, ma soprattutto senza mentire agli operatori del settore; è più accettabile dire di non essere all'altezza della situazione, piuttosto che promuovere azioni che non daranno alcun risultato.
Vediamo cosa non ha funzionato:
-Il monitoraggio della presenza della mosca olearia. E' stato inesistente in alcuni Comuni e mal condotto e fuorviante anche quello messo in atto dal servizio fitosanitario regionale. Mi spiego meglio: la mosca colpisce in modo disomogeneo, a “macchia di leopardo”, pertanto è fondamentale avere numerosi punti di monitoraggio nelle zone che la memoria storica riconosce come “vocate” alla presenza del fitofago.
E chi meglio degli agronomi presenti in ciascun Comune è in grado di redigere una mappatura dove posizionare le trappole di monitoraggio al feromone sessuale ed esaminare una campionatura di olive?
E chi meglio delle amministrazioni locali può informare con un sms gli olivicoltori che hanno aderito all'iniziativa sulla presenza o meno di mosca olearia nell'area, unitamente alle pratiche di difesa da mettere in atto, a seconda che l'olivicoltore pratichi la lotta biologica oppure quella chimica? E perchè non divulgare i vari bollettini settimanali anche sulla cronaca locale dei quotidiani?
Nel periodo di rischio elevato, che normalmente inizia dopo ferragosto ed arriva al raccolto di ottobre/novembre, un olivicoltore disinformato corre il rischio di veder vanificare tutto il lavoro da lui svolto in un anno, dalla potatura alla concimazione, dagli sfalci dell'erba ai trattamenti.
E' compito del Comune di appartenenza aiutarlo con informazione corretta e visite in campo, lo farà sentire meno solo e lo invoglierà a mantenere curato quel territorio e quel paesaggio, con indubbio ritorno economico e d'immagine da parte della stessa amministrazione.
Tale assistenza tecnica servirà anche ad impedire che lo stesso operatore usi indiscriminatamente sostanze nocive per lui e per l'ambiente che lo circonda, magari per difendersi da un insetto che ancora non rappresenta un pericolo per la sua coltivazione.
Il servizio fitosanitario regionale, con i suoi 200 punti di monitoraggio in Toscana, non è stato di alcun aiuto per la stragrande maggioranza degli olivicoltori, adducendoli spesso in errore: ho ancora conservati i messaggi che mandava, relativi al solo punto di monitoraggio di San Giuliano Terme, collocato a Rigoli, in cui dava percentuali di presenza e di attacco di mosca con nessuna rispondenza realistica su un territorio così vasto, con differenti quote e microclimi. Soldi ed energie buttati al vento, per avere in cambio inquinamento e disinformazione.
-La lotta alla mosca olearia ed altro. Ad un corretto monitoraggio devono naturalmente corrispondere adeguate forme di lotta ai vari insetti o patogeni che possono colpire il frutto o la pianta: la mosca non deve essere considerato infatti l'unico nemico, non dimentichiamo cosa sta provocando la xilella fastidiosa in Salento, oppure come siano spesso sottovalutate malattie fungine come la “lebbra dell'olivo”, il cui allarme scatta quando è ormai troppo tardi, come è successo quest'anno in alcune zone dei Monti Pisani.
La presenza di un tecnico è divenuta oggi indispensabile e sarebbe opportuno che questo know-how fosse messo a disposizione da ciascun Comune a chi ne facesse richiesta. A questa assistenza tecnica deve corrispondere in contemporanea un'assistenza materiale, come ad esempio la fornitura gratuita di trappole per la cattura massale della mosca olearia; è ormai risaputo che più vasta è l'area di impiego di dette trappole, maggiore è il risultato ottenuto. Purtroppo la conformazione stessa del nostro paesaggio non rende sempre possibile l'individuazione di macro-aree a vocazione olivicola dove poter usare le succitate trappole, ma esistono anche altre forme di difesa biologica da fornire ai piccoli appezzamenti che ne facessero richiesta.
L'uso di insetticidi chimici dovrà essere disincentivato e pertanto nessun aiuto a coloro che fanno questa scelta, di per sé meno costosa, di più facile realizzazione e di maggior successo, ma dannosa per la salute e per l'ambiente.
-L'individuazione delle risorse.
Ben poco, per non dire niente, è stato fatto per reperire risorse al di fuori delle casse comunali cronicamente vuote. Occorre stornare fondi dal Piano di Sviluppo Regionale, magari parte di quelli destinati al mantenimento delle risorse paesaggistiche, da destinare all'olivicoltura e contemporaneamente prevedere misure da destinare a chi recupera olivete abbandonate.
I Comuni devono rifinanziare adeguatamente il monitoraggio e redigere progetti di spessore finalizzati alla richiesta di risorse per risollevare il settore dell'olio extravergine di oliva di qualità, biologico ed i.g.p., toscano dei Monti Pisani, che preveda in primis la spinta per produzioni di eccellenza e, successivamente, la creazione di un marketing di successo. Solo allora avrà senso l'attività della Strada dell'olio e solo allora potremo sperare in un ricambio generazionale nella gestione del nostro patrimonio olivicolo.