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Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

Quando si recrimina a Prodi e Ciampi di aver accettato .....
. . . v'ha fregato anda e rianda con il no all'Europa .....
Dinno a Livorno : Con leuri e cianno assistemato
. . . gredigi🤔 con la vecchia lira ora una pizza .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Lentamente, gradatamente
mi affiorano i ricordi.
La tua testimonianza,
mamma carissima,
e non la donna
cinica e prepotente
ormai assente
e così .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
LIBRI
Le emozioni letterarie di Lily

7/2/2015 - 16:12


Nel giugno dell' 82 c'erano i mondiali di calcio ma fu anche il periodo in cui io, Sergio e Rita ci innamorammo perdutamente di Arthur Rimbaud. Si era creata una splendida alchimia nel nostro gruppo, non certo dovuta al Professor Matucci, eminente studioso del poeta ma che ci restò sempre estraneo e un tantino antipatico. L'unico merito fu quello di farci conoscere Rimbaud. Nella sala studio del secondo piano di Via Santa Maria leggevamo infervorati la Saison e Les Illuminations in un francese da principianti, sotto lo sguardo ironicamente benevolo di Madame Jaton e corrucciato di Madame Bondielli. Allo stesso modo con cui ci appassionavamo alla vita e all' opera di Arthur, detestavamo senza misura Paul Verlaine, il poeta compagno indegno di Rimbaud, il quale era il vero uomo, colui che non aveva bisogno di nascondere la propria omosessualità, pagando fino in fondo il prezzo della sua coraggiosa virilità.

In seguito non ho mai più potuto sopportare neppure Gide, ipocrita e scurrile nel suo "affogare" il peccato in pentimenti e in giustificazioni inutili e di facciata (Si le grain ne meurt). In questi giorni ho invece letto un libro bellissimo "Rosso Istanbul" di Ozpetek, preso in prestito alla nostra biblioteca comunale e assolutamente ambito nelle richieste. Devo essere sincera, conoscendo i film di Ozpetek e non amandoli eccessivamente, per il modo di "esibire" l'omosessualità come se fosse un'eccezionalità e non uno dei molti modi con cui si ama, ho pensato che se anche nel libro avesse avuto lo stesso approccio, lo avrei chiuso dopo tre pagine. Invece ho trovato la magia del Bosforo al tramonto e la storia, la sua storia, intrecciata ad un' altra a quella della sua bellissima madre, delle sue due amiche, della sua famiglia. Un libro intriso di nostalgia, di ricordi di una Turchia in bilico tra occidente ed oriente. Un posto magico in cui Ozpetek scopre i primi delicati turbamenti d'amore. In cui l'omosessualità è come deve essere e come è sicuramente per milioni di persone, una parte di sé stessi, insieme a tutto il resto. L'impegno civile, gli affetti familiari, il senso del tempo che passa. La certezza che la casa dell' infanzia rimarrà sempre nei tuoi sogni.

Anche quando la butteranno giù per farci magari un supermercato.

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