none_o


Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto  da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose. 

Che c'entra l'elenco del telefono che hai fatto, con .....
Le mutande al mondo non le metti ne tu e neppure Di .....
Da due anni a questa parte si legge che Putin, ovvio, .....
È la cultura garantista di questo paese. Basta vedere .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
none_a
Incontrati per caso
di Valdo Mori
none_a
APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
none_a
Il mare
con le sue fluttuazioni e il suo andirivieni
è una parvenza della vita
Un'arte fatta di arrivi di partenze
di ritorni di assenze
di presenze
Uno .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
La Foto storica
Jasha
di Evgenij Chaldej

12/3/2015 - 12:16


Estate del 1941. Unternehmen Barbarossa. Una misteriosa amnesia del tiranno permette l'ingresso, non proprio cordiale, di oltre quattro milioni di milizie tedesche in Unione Sovietica. L'avanzata nazista fu rapidissima e devastante. 650 km di territorio sovietico occupato in soli sei giorni. Blitzkrieg.

La TASS, Agenzia Telegrafica dell'Unione Sovietica, mandò tra le file dell'Armata Rossa, uno dei suoi migliori fotografi, munito di una Leica, una Zorkij e qualche rullino tra le munizioni. Prima tappa a Murmansk, dove una pioggia a testata esplosiva viene continuamente scaricata dai famigerati Stukas, i nembi a motore della Luftwaffe.

La tundra appare come una spettrale distesa di tizzoni ardenti, crateri artificiali, ferite sanguinanti su cui viene implacabilmente sparso il sale. Gli animali, fanno quello che possono. Selvaggi, sono abituati alla loro condizione assolutamente libera. Non conoscono tutti quei boati, quegli strani rombi. Perché la terra esplode come tanti piccoli vulcani? Cresce la paura di calpestarla quella terra, così tranquilla e incontaminata fino a qualche giorno prima. Cosa sta succedendo?

Intanto, soldati di una batteria contraerea sovietica, nascosti tra qualche sterpaglia o quel che resta della tundra, carpiscono quella strana confusione che recide la libertà di una renna impaurita. Un animale violentemente sfrattato dalla sua condizione di vita. Non potendo sgridare quegli uccellacci di ferro non resta che avvicinarsi agli uomini in terra. Un ultimo sguardo involontario alla mia casa. L'ho fatto perché un rumore violento ha richiamato la mia attenzione. Le zampe tese che si fissano come picchetti nel terreno. Un crampo ferino mi attanaglia il collo nodoso. Un tronco sfilacciato, mozzato. Un pugno di terra volante che non tornerà più come prima. E quegli uccellacci che volano ancora. Forse scende una lacrima. Un breve mugolio. Chaldej scatta.

Mi hanno chiamata Jasha. Mi accarezzano e mi danno da mangiare. Ma come fanno se non ne hanno neanche per loro. E quei rumori che continuano ad assillarmi. A volte sono così forti che fanno vibrare le corna che ho sulla testa.

Mi hanno anche costruito una piccola stalla di legno per ripararmi dal buio che ci circonda. Mi vogliono bene e io ne voglio a loro. Che strana umanità.

I soldati sovietici familiarizzarono con quella renna impaurita cercando di donarle un riparo e qualcosa da mangiare fino al termine dei bombardamenti che continuarono per settimane. Per Chaldej la foto fu una strana combinazione di eventi. Mai si sarebbe aspettato che un animale si fosse avvicinato in quella condizione pazzesca. Il loro istinto li porterebbe a dileguarsi, a nascondersi o rifugiarsi con rapidità. Invece...

L'epilogo è un morso al cuore. I soldati, dopo aver attentamente valutato la possibilità di uscire allo scoperto, caricarono la renna su un camion e la trasportarono nella tundra. Jasha scese dal rimorchio con una punta di inquietudine. "Davai Jasha, davai!" I soldati attesero invano che l'animale si disperdesse tra salici e betulle, con il brio di chi ritorna tra le amate pareti domestiche. Jasha era immobile. Uno sguardo triste trafiggeva gli occhi di quei soldati increduli. Davai Jasha. Ci sono i tuoi simili, c'è il tuo ambiente. Vai piccola! Nulla. Ferma lì a fissarli.

Non lasciatemi sola.

Il camion ripartì velocemente per allontanare più in fretta il dolore. Tentativo inane. Jasha li rincorse fino a quando la stanchezza non la colse. Immagino quella bellissima renna che soffre per l'abbandono calpestando con incertezza quel suolo che non vuole più attraversare. Immagino quei soldati assaliti da una tristezza umana e crudele, disturbata dal pizzicore della nafta agricola e dall'aria pesante della guerra. Voleva venire con noi. Cucciola! Ma come possiamo?

Immagino una lacrima che solca un viso ed una che solca un muso. Lacrime diametralmente opposte. Che si allontanano fino a scomparire.

+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri