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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

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Lei non è "abbastanzina informato" si informi chi .....
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
Cronache di un prof. tifoso
Pisa-L'Aquila 0-2
di Arbauz

15/3/2015 - 17:38

Piove sull’Arena [Fine corsa]
 
Taci. Sui gradoni
dell’Arena non odo
parole che dici per consolare,
ma odo
parole più vecchie che parlano
moccoli e insulti lontani.


Ascolta. Piove
dalle nuvole come il meteo predisse,
piove sulla gradinata inumidita e furente,
piove sulla curva ingannata,
piove persino tra i privilegiati
in tribuna coperta,

piove su bisogna crederci,
piove sugli spesi soldini
del presidente Battini,
piove sul tragico esordio
del nuovo vecchio acquisto Ricciardo,
piove sul felice gabbiano
che volteggia nel cielo plumbeo,
piove sui mai visti lanci rasoterra
alla punta spuntata Arrighini,
piove sul peggior Arma della stagione,
piove sull’oracolo che previde un Pisa sbocciato a primavera,
piove sui nostri vestimenti pesanti
e sulle nostre mani in tasca,
piove sui tristi pensieri che
l’anima schiude di nuovo,
piove sui tiri in porta che il Pisa
mai scagliò
contro la porta nemica,
piove sui direttori sportivi,
dal vecchio a Tomei, faccia lei,
piove sull’onesta partita dell’Aquila,
che nulla rubò,
piove sui sogni di serie B,
chissà quando, chissà quando,
piove sugli ultimi dieci minuti della partita,
che non ho visto,
perché non ne potevo più
e ce ne siamo andati via prima.

 

E piove su Pierino Braglia,
che sarà un mister di vaglia,
attaccato alla maglia,
ma fu un fuoco di paglia,
perché la faccenda non quaglia
giacché il Pisa non solo non abbaglia
ma quasi sempre farfuglia.

 

Ascolta: piove sull’ultima speme
che fino a oggi ci restava,
piove sui playoff raccattati
all’ultimo momento;
piove sui nostri volti immalinconiti,
e soprattutto piove sulla favola bella,
che ieri m’illuse, ma che oggi non illude
nemmanco la cicala o la rana,
cara Ermione.
 
 

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17/3/2015 - 19:11

AUTORE:
artilafo

I corpi dei due calciatori formano un triangolo quasi perfetto.
Un triangolo isoscele, quasi perfetto, sospeso a mezz’aria.
Il lato sinistro di questo triangolo isoscele quasi perfetto è il portiere, divisa in nero tranne il bordo chiaro dei calzettoni, con guanti da portiere e un cappellino nero con la visiera.
E’ un salto, questo del portiere, con il braccio sinistro steso in aria e le gambe tese e leggermente divaricate. Non si solleva poi tanto da terra, ma in tutta la sua lunghezza e tensione sembra arrivare lassù.
E questo è il lato sinistro del triangolo. Sinistro per chi guarda, s’intende.
Il lato destro di questo triangolo isoscele quasi perfetto invece è l’attaccante, maglia a strisce verticali bianche nere, pantaloncini bianchi macchiati di erba, le braccia che si intuiscono aperte ad angelo, per salire un po’ più in alto. E lui salta davvero in alto: la sua testa infatti arriva dove arriva la mano del portiere e i piedi sono sospesi ad almeno ottanta centimetri dal suolo. Lato destro. Per chi guarda.
La base di questo triangolo invece non c’è, ed è per questo che questo triangolo isoscele è quasi perfetto. I due lati, i due corpi, galleggiano nell’aria e i piedi sono sospesi e sollevati da terra, e l’aria di questa giornata di sole circola liberamente, dentro e fuori questo triangolo isoscele quasi perfetto senza base.
Nell’erba grigia difatti si intravede un’ombra un po’ più grigia dell’erba grigia. Quel giorno c’è dunque il sole, che batte dalle spalle dell’attaccante e forse è addirittura una giornata di primavera.
I due corpi sono in aria, sollevati da terra, e convergono entrambi verso il vertice del triangolo, che finisce nel cielo bianco.
Il portiere e l’attaccante non si toccano che per tramite di quel vertice, che sta immobile tra la mano di uno e la testa dell’altro.
Al vertice del triangolo isoscele c’è un pallone di cuoio con le cuciture.
Si intuisce che è marrone, color cuoio insomma.
Dunque c’è la palla di cuoio al vertice del triangolo, ferma immobile, stretta com’è tra la mano aperta del portiere con il guanto e la testa dell’attaccante. E la palla è incastrata lì.
Non si vedono altri giocatori in campo e il prato grigio e pieno di sole forse primaverile, corre lontano senz’altre ombre fino alle tribune, gremite di spettatori seduti e, a quanto sembra, composti.
Prima che si innalzino le tribune là in fondo, corre però una striscia di cartelloni pubblicitari tra i quali si riconosce la scritta CORA, l’amaro fatto a Canelli che ora non esiste più.
Dietro la scarpa dell’attaccante però, sospesa in aria e allacciata con un giro di stringhe sotto la suola, un paio di altri giocatori ci sono, lontani.
Al centro di questo triangolo isoscele, più in basso rispetto a portiere e attaccante, c’è lo stopper, il difensore col numero cinque sulla maglia, di spalle, che non è riuscito a saltare, stretto com’è tra portiere ed attaccante. Anche lo stopper ha i pantaloncini bianchi sporchi d’erba e i calzettoni col risvolto chiaro, come il portiere, che è un suo compagno di squadra.
Con le braccia sembra volersi proteggere da quei due che lo sovrastano, è leggermente piegato in avanti: tra poco qualcuno gli franerà addosso, e lui finirà a terra, e forse tutti e tre finiranno a terra.
Prima dell’inizio della partita, gli spalti ancora semivuoti, è passato per il campo un addetto, spingendo il carrellino segnacampo e ha ripassato di gesso tutte le linee del terreno di gioco. Camminava a gambe larghe, attento a non pestare le linee appena coperte di gesso.
Ecco, il piede destro di questo numero cinque sta per pestare una di queste righe di gesso del campo, ed è da questo che si capisce che siamo al limite dell’aera piccola, a due passi dalla porta, circa 5 metri e mezzo.
Questo è’ uno scatto di Vito Liverani, lo stesso che ha fotografato anche il passaggio della bottiglia da Bartali a Coppi e il pungo con la faccia deformata, quando Duilio Loi nel 1960 batte Ortiz e diventa Campione del Mondo di boxe.
E’ un derby Juve – Toro quello di questa fotografia in bianco e nero, sul finire degli anni ’50, e Vito Liverani è lì a bordo campo, forse con un seggiolino pieghevole, e scatta questa fotografia in bianco e nero.

15/3/2015 - 19:04

AUTORE:
Cervetto

Consummatum est, o Arbauz. Pertanto adesso, come gridava alzandosi segaligna e baffuta dal suo posto in tribuna una celebre guardia municipale rivolgendosi ai giocatori pelandroni e riottosi: "Alle nappe!" (Intendendo con l'espressione l'atto dei necrofori di sollevare compunti ai due lati del carro funebre, appunto, i luttuosi cordoni con le nappe dorate). Ai cordoni. Alle nappe. Oppure ancora, perché no -cerchiamo di essere ecologici e colorati- a raccogliere i pomodori. Se la gloriosa Arena ha saputo in diebus illis ospitare un ospedale militare ed un'edizione del Gioco del Ponte in onore di Sophia Loren, saprà ben allineare file e file di piante di succosi pomodori che i nostri validi giovanotti ben sapranno a tempo debito raccogliere. E se è vero come è vero che labor omnia vincit improbus, et duris urgens in rebus egestas, i nostri validi artieri del pallone sapranno anch'essi vincere il campionato di raccolta 2015-2016. Pensa, o Arbauz! Aldo Orsini che appare in TV e... "Amici sportivi, bonasera, bonasera...: A.C. Pisa, pomodori raccolti 12537. Promosso in serie B! Capopomodoro con 5998 pomodori raccolti il centravanti Ermenegildo Piedipalumbo che già militò nell'Aversa Normanna dove lo scorso anno di pomodori ne raccolse, inclusi quelli lanciati dalle tribune, la miseria di 1500! Nemmeno ai tempi di Romeo, amici sportivi, nemmeno ai tempi di Romeo...!" Suvvia, o Arbauz, permetti al vecchio Cervetto di naufragare in questo mare.
Ave.

15/3/2015 - 18:49

AUTORE:
Rossocrociato

Con l'Aquila deraglia
Un Pisa che (non) quaglia.
La prossima stagione
faremo un sol boccone
di questo campionato
Che ci pare stregato.