Con questo articolo termina la seconda serie di interventi di Franco Gabbani, attraverso i quali sono state esaminate e rivitalizzate storie e vicende del nostro territorio lungo tutto il secolo del 1800, spaziando tra fine '700 e inizi del '900 su accadimenti storici e vite di personaggi, che hanno inciso fortemente oppure sono state semplici testimonianze del vivere civile di quei tempi.
OPERA PIA di San Giuliano Terme: uno spazio da far rivivere
Quella che stiamo vivendo è partita come una crisi finanziaria, economico-produttiva e che man mano si è trasformata in crisi occupazionale e di conseguenza in crisi umana e sociale in grado di incidere pesantemente sui fondamenti stessi della vita civile; crisi che, se non viene arginata, rischia di mettere in pericolo la stabilità delle democrazie occidentali.
Una crisi che ha alla base le disuguaglianze di reddito che ne rappresentano a un tempo l'effetto e la causa. Disuguaglianze accentuate dalla mancanza di lavoro che a sua volta porta alla diminuzione dell'integrazione sociale e quindi all'isolamento e all'esclusione.
Come ci si può salvare? Secondo noi La “salvezza” non cadrà dall’alto, ma va costruita muovendo dal basso, laddove la gente vive, soffre, spera in qualcosa di diverso. Partendo dalla società civile in quanto laboratorio di innovazione sociale e luogo di solidarietà.
Il rapporto tra società civile e Associazionismo: "volontariato", "no profit", "promozione sociale" è di piena evidenza. Questo mondo può contribuire a far emergere e consolidare i due grandi valori che dovrebbero caratterizzare la società civile: libertà e solidarietà. Attraverso di esso passa la possibilità di una riconciliazione tra le diverse dimensioni del vivere associato.
Affinché questo settore possa pienamente assolvere al proprio ruolo si rende pertanto necessaria una politica di sostegno e di promozione a scala soprattutto locale poiché il comune è fattore costitutivo e rafforzativo della coesione sociale.
In questa ottica L’Altra San Giuliano già in campagna elettorale si espresse contro la regola del mercato attuale di lasciare in malora alcuni immobili per fornire il pretesto per costruirne di nuovi e promosse un’iniziativa in cui auspicava un recupero e una riconversione dell’edificio dell’“Opera Pia” che ne contemplasse l’uso sociale e abitativo a beneficio di tutta la cittadinanza.
Oggi con più forza L’Altra San Giuliano ripropone la necessità del recupero di un edificio una volta avente funzioni di miglioramento morale ed economico attraverso l’assistenza, l’educazione e l’istruzione, da troppo tempo abbandonato e nei confronti del quale sono rimasti sulla carta anche quei pochi esperimenti di riconversione e ristrutturazione che l’Amministrazione Comunale ha timidamente tentato di proporre a dire il vero senza troppa convinzione.
Per questi motivi proponiamo quindi di riaprire gli spazi abbandonati di un edificio lasciato al degrado, per utilizzarli secondo i bisogni più impellenti del territorio: alloggi sociali e una “Casa delle associazioni” in cui trovino posto le varie realtà che rispondono alla domanda di welfare, di “vita buona” che attraverso di esse possa essere valorizzata e trasformata da virtuale in effettiva.
L’Altra San Giuliano auspica che l’Amministrazione Comunale si assuma un impegno concreto volto a creare la giusta connessione con la società civile, che valorizzi lo sforzo che il mondo associativo sta portando avanti spesso assolvendone funzioni a lei spettanti, sviluppando e moltiplicando le potenzialità esistenti e ne favorisca il sorgere di nuove.
San Giuliano Terme, 27 aprile 2015