L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.
E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.
Carla Lonzi, icona femminista degli anni ’70, affermava che “la donna così com’è è un individuo completo: la trasformazione non deve avvenire su di lei, ma su come lei si vede dentro l’universo e su come la vedono gli altri”.
Un riferimento tutt’ora attuale, se si considera che il 9 marzo, a 20 anni dalla Dichiarazione e Piattaforma d’Azione di Pechino, in cui i diritti della donna sono stati definiti per la prima volta come diritti umani, si è concluso che, soprattutto nella lotta alla violenza di genere, nessuno degli Stati firmatari ha raggiunto i risultati prefissati. Il fenomeno ha assunto una sempre maggiore visibilità, ma i passi fatti non sono stati definitivi, consolidati.
Cosa resta del fatto che l’Italia sia stata tra i primi Stati firmatari della Convenzione di Istanbul, se mancano tutti gli interventi di attuazione? Non mancano gli interventi legislativi, ma manca il monitoraggio di tali interventi. Sono stati creati servizi a disposizione delle donne vittime di violenza, ma il loro funzionamento è lacunoso, sia per la mancanza di formazione professionale degli operatori, sia per la mancanza di una rete efficientemente regolamentata: la rete di Centri Antiviolenza, forze dell’ordine, Assistenti sociali, istituzioni, allo stato degli atti, non funziona, per la mancanza di Piani territoriali e di rispettivi referenti. Mancano Protocolli che disciplinino i rapporti tra i vari soggetti coinvolti nella tutela delle donne maltrattate, così come è anche lecito chiedersi come vengano impiegati i fondi destinati ai Centri Antiviolenza, vista la carenza di strutture in grado di accogliere i casi più disperati in cui la vittima è in pericolo di vita.
Da qui la necessità di impegnarsi a far sì che l’intero settore venga dettagliatamente riordinato e regolamentato. All’ Assemblea Generale ONU, Emma Watson diceva: “Vi invito a farvi avanti, a farvi vedere e a chiedervi: se non io, chi? Se non ora, quando?”
. Ecco.. io proverò con tutta me stessa ad impegnarmi in questa direzione, qualora eletta, nella provincia di Pisa ed in tutto il territorio toscano.
Alessandra Nardini