none_o

Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

Pas - Marina di Vecchiano
none_a
Cooperativa Teatro del Popolo- Miglarino
none_a
Massimiliano Angori, Presidente
none_a
. . . gredigi🤔 con la vecchia lira ora una pizza .....
X non dimenticare £1936, 27=1€
Grazie a Prodi .....
•Governo Renzi
Presidente Mattarella
•Governo .....
Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Raccontino di Giancarlo Montin
none_a
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
di Angela Baldoni
none_a
none_a
Magnifico salvifico silenzio
È il primo maggio, uno splendore
Grazie all'esodo di tutte le persone
che lontane da casa
vivon la percezione
di fruire .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
none_o
MERIZZO

15/6/2015 - 8:30






I contadini pazientavano per il tempo del raccolto: se avevano voglia della polenta piantavano il granturco aspettando di avere la farina insieme allo spezzatino di maiale.
Pazientavano per il tempo degli acquisti: se avevano voglia di una giacca nuova seminavano le zucche da vendere, mesi dopo, al mercato.
Pazientavano per il tempo dell'amore: se avevano voglia di maritarsi dovevano aspettare che il padrone avesse calcolato di finire tutti i lavori per dare il permesso di maritarsi, era scritto cosi nel contratto di mezzadria.
Pazientavano per il tempo del riposo: piantavano quattro o cinque alberelli in cerchio nei grandi campi per creare una oasi di fresco, se avessero avuto caldo in futuro.
Mettere a dimora delle piccole piantine di platano per avere ombra nell'ora del pranzo per gli anni a venire, credo che sia il massimo della pazienza, o della previdenza.
I merizzi, quei gruppetti di alberi, ora enormi, che si vedono nelle grandi estensioni di campi di qualche tenuta, sono i luoghi dove cent'anni fa si riparavano d'estate i braccianti a mezzogiorno, mangiando pane e cipolle, con la Bianchina e la Rosina che scacciavano e attiravano nuvole di tafanelle.
Andare al merizzo, voce derivante da meriggio, l’ora calda del mezzogiorno, significava entrambe le situazioni di sole e di ombra.
Ma prima che quei ora monumenti arborei fossero tanto alti da dare un po' di refrigerio, era il carro la sola cosa che desse ombra nelle giornate di caldo.
Fino a poco tempo fa si vedevano maestosi merizzi  in S. Rossore, verso Piaggerta, dove i gestori non hanno mai avuto bisogno di spazio.
Nelle altre tenute questi alberi, testimoni di un lavoro duro e ingrato, sono stati tagliati per non far perdere tempo al trattorista che doveva girarci intorno ed ora lo spazio e sgombro e si raccoglie mezzo sacco di granturco in più.
In Garfagnana, nei boschi di castagni che davano lavoro e vita a decine di famiglie che erano volute restare sui loro monti senza aumentare l’infinito numero di italiani all'estero, si creavano luoghi puliti da piante e sterpi, per accumularvi le castagne. Imballati con tutto il riccio che le proteggeva, i frutti venivano poi portati in capanne di pietra, liberati dal rivestimento spinoso e messi ad asciugare.
La parte che andava venduta fresca veniva ancora una volta imballata, mentre l'altra messa a seccare in stanze sopraelevate e riscaldate da fascine bruciate nelle camere sottostanti.
I frutti secchi e duri venivano poi macinati in mulini ad acqua, che non mancava certo in quelle zone piovose e montuose, e la farina era serbata per fare pane, dolci e, addirittura, zuppe con il saporito latte delle mucche garfagnine.
Quei luoghi aperti, quegli spazi circolari dove si concentravano le castagne e dove si radunavano i pastori e i montanari, sono chiamati metati, nome trasposto anche alla stanza dell'essiccamento, il posto che riceve subito dopo l'accumulo delle castagne.
A me piace notare, senza che ci sia un legame linguistico o etimologico, che merizzo sta ad indicare un insieme di alberi in un luogo aperto e metato uno spazio libero in un insieme di alberi.
 
 

Fonte: Casa Tofanelli mantiene l'ultimo merizzo
+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri