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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
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Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Se oltre a combattere
quotidianamente
Con mille problematiche
legate alla salute
al reddito
al lavoro
alla burocrazia
al ladrocinio
alla frode
alla .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
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Il tramonto dei pini?

27/6/2015 - 22:49


Addio al pinolo italiano: dal “cimicione delle conifere” ogni anno danni per milioni di euro
 
In un recente convegno nella Tenuta di San Rossore è stato fatto il punto della situazione sul “cimicione” e lanciato un nuovo allarme: mentre in Italia la produzione di pinoli è in caduta libera, una svista normativa impedisce dal 2010 di rilasciare in natura un antagonista naturale “sicuro” e “certificato”. Nel frattempo ogni tentativo di allineare l’Italia agli altri stati europei è fallito. E a beneficiare della scoperta italiana potrebbero essere altri paesi produttori di pinoli.
Il “cimicione della conifere”, originario delle regioni nordamericane, è arrivato in Italia per la prima volta nel 1999 ed ha iniziato a diffondersi capillarmente in Toscana cinque anni più tardi, facendo crollare del 90%, nell’arco di appena un triennio, la produzione di pigne di pino domestico: le punture di questo insetto causano infatti l’aborto delle giovani pigne, che disseccano, e lo svuotamento dei pinoli nelle pigne più mature.
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Gli esperti hanno analizzato attentamente i vari fattori presenti nell’ambiente di origine del “cimicione” ed hanno individuato, tra i suoi “nemici naturali” più efficaci in Nord America, una piccola vespa (dal nome scientifico Gryon pennsylvanicum) particolarmente interessante, perché in grado di deporre le proprie uova dentro quelle dell’insetto invasivo, nutrendosi di queste ultime. A seguito di tale scoperta, per comprendere meglio le potenzialità di un suo eventuale uso per la lotta biologica è iniziata una lunga trafila che ha portato il Centro di ricerca a richiedere e ottenere le autorizzazioni per introdurre l’insetto in ambiente protetto in Italia, per farlo poi riprodurre in un laboratorio appositamente costruito al fine di condurre approfonditi studi sulla sua efficacia e sicurezza d’impiego. In laboratorio la specie antagonista del “cimicione” ha mostrato un’altissima capacità riproduttiva.
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Nel 2003 l’Italia, nella legge di recepimento della Direttiva Habitat dell’Unione Europea (all’art. 12 del DPR 120/2003), ha stabilito che “sono vietate la reintroduzione, l’introduzione e il ripopolamento in natura di specie e popolazioni non autoctone”, quindi tutte quelle esotiche o “aliene”. Il nostro Paese è però uno dei pochi stati membri nei quali il legislatore si è fermato alla frase iniziale, senza prevedere un percorso autorizzativo in deroga, diversamente da ciò che è invece avvenuto nella maggior parte degli altri Stati europei. Di conseguenza, ogni volta che sono state presentate delle domande per liberare in natura l’antagonista del “cimicione”, gli esperti si sono visti rispondere picche. A causa di questo cavillo, l’Italia è purtroppo l’unico paese al mondo in cui la lotta biologica è di fatto vietata per legge in modo assoluto.
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Dal convegno di San Rossore parte dunque “l’ultima chiamata”, prima che i pinoli nazionali siano davvero un mero ricordo e con essi, magari, anche le meravigliose pinete. L’Ente Parco regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli si è fatto promotore di un’iniziativa volta a stimolare una modifica normativa da parte del Parlamento, che dovrebbe inserire la possibilità di deroga per l’introduzione dell’insetto antagonista. Il Ministero dell’Ambiente, che già aveva fatto propria la proposta, parallelamente al Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, sarà dunque coinvolto in questo importante percorso.
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A fianco del Parco di San Rossore ci saranno la Regione Toscana, il Corpo Forestale dello Stato – che gestisce diverse tra le più importanti pinete italiane – il mondo scientifico a partire dalle Università di Pisa e di Firenze, ma anche importanti soggetti privati, come i proprietari delle belle pinete di Migliarino (gli eredi Salviati) e le ormai storiche ditte di raccoglitori di pinoli –tra cui il noto Grassini, personaggio conosciutissimo che opera da decenni a San Rossore – che temono di divenire materia da museo sugli “antichi mestieri”.

 

Questo uno stralcio, o una ripetizione, dell’articolo a firma Enrico Lippi inviato alla Voce.

Il comunicato completo si può leggere in cronache. "I pini piegano la testa".
 
 

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