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Anche per il 2024 si terrà il concorso ideato da MdS Editore dedicato al territorio e all'ambiente, attraverso le espressioni letterarie ed artistiche delle sezioni Racconto, Poesia, Pittura.tpl_page_itolo di quest'anno sarà "Area Protetta".Per questa dodicesima edizione, oltre al consueto patrocinio dell'Ente Parco Regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, che metterà a disposizione la bella sala Gronchi per la cerimonia di premiazione, partner dell'iniziativa saranno la Sezione Soci Versilia-Valdiserchio di Unicoop Firenze e l'associazione La Voce del Serchio.

Comune di San Giuliano Terme - comunicazione
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Prefettura di Pisa – Ufficio Territoriale del Governo
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Massimiliano Angori
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. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....

per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com

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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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C'è qualcosa, un tesoro
che tutti cercano.
Non è pietra preziosa
ne' scrigno d'oro:
si chiama semplicemente
LAVORO
Se poi al lavoro
si aggiunge .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
di Milene Mucci
Ciao PD. Non è facile, ma stavolta esco anch'io

17/7/2015 - 20:45


Ci siamo, dopo aver raccontato le storie di tanti militanti storici che hanno "lasciato" il Pd, oggi è della mia che si chiude che racconto. Non è facile come sembra, chiudere. Comunque sono anni di impegno, serate che si ricordano, persone con cui hai condiviso emozioni, progetti. Non è facile. Per niente.

Diciamo che il Partito, quello che hai contribuito a fondare e che hai visto nascere, pur con tutte le sue vistose contraddizioni fin dall'inizio, è comunque una "casa", qualcosa anche tuo in cui hai vissuto e che è faticoso abbandonare. Sulle motivazioni potrei dilungarmi, ma ritengo che i più possano chiaramente intuirle se scrivo che ho rassegnato le mie dimissioni da Dirigente del Partito nei giorni del voto sul decreto Scuola e delle scelte a seguito del post elezioni regionali toscane nella mia Federazione.

Situazione locale dove si sono visti vincitori chiedere conto ai vinti appena chiuse le urne, vinti prendere tempo, come al solito, per ricompattare tutto e dire che si è vinto tutti. Per arrivare poi a far sì che, in mezzo a tutto questo bailamme di giri di poltrone e nomi da spartirsi, nei guai ci rimanessero, come sempre, i cittadini che ben altro progetto politico avrebbero meritato.

Diciamo, insomma, che come per tanti altri prima di me, subentra il non voler sentirsi più complice sul "nazionale" di decisioni in cui uscire da un'Aula si ritiene solo umiliante e, sul locale, non volere più giustificare uno scambio di nomi partoriti in stanze chiuse e poco trasparenti, senza un progetto. Insomma, un classico.

Allora, non volendo fare un panegirico sui motivi, la mia riflessione è stata colpita in questa vicenda, soprattutto, dai commenti dei soliti la cui reazione è stata il dire che la mia uscita: "Era prevedibile", oppure che fosse "scontata". Ecco, più di tutto, questo credo sia sintomatico della situazione del Pd oggi. Cosa era "prevedibile"? Che la sottoscritta, come tutti gli altri che non si sono adeguati al pensiero unico imperante che va tanto di moda nel partito, alla fine si stancasse di provare a dire "altro" e prendesse atto del fatto che fosse inutile continuare a farlo in quel contesto? Cosa era "scontato"?

Che, sempre la sottoscritta, si stancasse, alla fine, di votare con altri in dissenso su temi di cui poi non si discuteva da nessuna parte o sui quali, ed è peggio, anche chi protestava vigorosamente prima si ricompattava a tappetino con i più forti?

Insomma, era "prevedibile" per molti il fatto che oggi chi dissente, esprimendo un'idea diversa di visione del mondo entro cui vorrebbe le scelte del partito che ha contribuito a fondare e a far vivere, sia destinato a lasciare e andarsene. Ecco, se è davvero "prevedibile e scontato" che questo accada credo che, al di là di tutto, qui stia il gap di tutta la questione. La "normalità" con cui questo "lasciare" è ormai etichettato. È normale che militanti, dirigenti, chiunque abbia una visione diversa delle cose ad oggi possa lasciare il Partito democratico. Anzi, che alla fine debba necessariamente farlo.

Non ci si chiede il perché stia accadendo, a che cosa possa portare, quale sia in realtà la situazione di qualcosa a cui iniziano a mancare quelle fondamenta vere di menti e di cuori che l'hanno sostenuta finora. Niente. Si derubrica il tutto con un "era scontato" e si va avanti. Ma, si sa, altri arrivano. Poco importa ora chi siano e da dove vengano. Le tessere si faranno on line, i circoli lasciano alla fine il tempo che trovano e, per chi resta in disagio ma con interessi all'interno del partito tali da poterlo superare, basterà chiudere gli occhi e far ancora finta di non vedere. Semplicemente. Sono scelte.

Con cruda ma efficace immagine un amico mi ha sintetizzato giorni fa cosi questa situazione: "Vedi Milene - mi ha detto - c'è tanta gente per cui il Partito è come una mamma. C'è chi non riesce in nessuna situazione a farne a meno. Anche se gli si dice che è una zoccola o che fa cose immonde non riesce a rinnegarla, a ragionare. Altri, che vedono e vogliono un altro tipo di crescita, ce la fanno". Si sa, noi toscani siamo un po' brutali e l'immagine è al limite del politically correct ma, in ogni caso, il succo della questione è questo.

Un mare di persone, di ricchezza vera che era nel Pd se ne è andata. Tantissima. Non se ne parla, si fa finta di non vedere e si accetta bellamente chiunque altro. A questa marea silenziosa oggi mi sono, alla fine, aggiunta anch'io. Se una cosa è certa, però, è che non posso dire di non aver provato in tutti i modi e fino all'estrema evidenza possibile che si potesse ancora fare qualcosa di Sinistra nel Pd di oggi.

Anche la campagna per le ultime Regionali, alle quali col mio gruppo mi ero candidata è stata fatta con lo spirito di dimostrare che lo fosse. È stata fatta con l'intenzione di cercare un varco attraverso il quale farsi sentire in qualche modo, come proposta di una visione del mondo di Sinistra, aperta, solidale, in una delle tante Federazioni di provincia della nostra Penisola. Sperando che questa minoranza potesse lì ancora proporre, essere ascoltata con rispetto, essere considerata ricchezza e valore aggiunto. Niente, assolutamente niente.

Non è bastato vedere durante le regionali una politica fatta nei bar a suon di spritz e senza confronto. Alla faccia di forum e parole sulla partecipazione, mentre i circoli continuano a non avere mai voce in capitolo nelle decisioni. Si è visto comitati elettorali chiedere conto come fossero organi direttivi, riunioni a porte chiuse e fra pochi eletti proseguire tranquillamente.

Il tutto ridotto ad una eterna campagna elettorale dove, soprattutto nelle sedi di provincia, fan club si confrontano in una eterna ordalia che vede sul piatto solo interessi economici e di lobbies da tutelare che giustificano qualunque cambio di casacca al momento opportuno. Insomma, ti guardi allo specchio ad un certo punto una mattina e prendi atto del fatto che vuoi continuare a farlo serenamente, con rispetto di te stessa e di quello in cui credi. Ti guardi e vedi che non hai più niente a che fare con tutto questo e che hai davvero provato fino all'ultimo.

Pensi, per esempio, vedendo quello che accade, che il tuo riferimento nella Scuola sarebbe Don Milani o che per te la base, gli iscritti e i cittadini contano,anzi dovrebbero contare. Semplicemente. Il vetusto Segretario della tua Federazione si sfregherà le mani dalla gioia alla notizia delle tue dimissioni. I rappresentanti del "Nuovocheavanza", già divisi al loro interno in almeno tre o quattro correnti diverse, diranno che era appunto "scontato e prevedibile", e continueranno a dire urbi et orbi che il meglio deve ancora venire, mentre molti, vecchi e nuovi indistintamente, saranno felici del fatto che "dall'interno" sempre meno faranno notare che il peggio, però, è ben presente .

Alcuni dei giovani del partito concorderanno perché sanno essere più vecchi dei vecchi a volte mentre altri, i migliori e forse gli unici che davvero ti dispiace lasciare, sai che ancora non hanno appreso appieno il valore sublime della capacità di "disobbedire" a volte per crescere e migliorare lo stato delle cose. Lo fai, quindi, e invii la tua lettera di dimissioni con nel cuore quelli che stimi e che comunque ci credono ancora. È solo un attimo, però. Contemporaneamente pensi che in tanti ormai "fuori" abbiamo bisogno di un'altra casa. Che abbiamo bisogno di riappassionarci ad una politica che abbia senso e valore, al di là di giacchette che cambiano al momento o dell'eterno comitato elettorale.

Di tornare a qualcosa che abbia una "visione comune" del mondo e della società che vorremmo. Perché tutto, secondo me, oggi come non mai viene da qui, prima dell'azione sul cosa fare o decidere nel particolare. Dal capire prima di tutto, oggi, che visione del mondo abbiamo. Su questa si costruisce e solo su questa, dichiarata e comune, ha ancora valore intraprendere un impegno ed un progetto politico. Altrimenti qualunque cosa sarà solo l'accozzaglia di interessi variegati, i più importanti mai neanche palesemente dichiarati, che abbiamo avuto finora sotto gli occhi. Certo, per molti tutto questo sarà banale e retorico.

Sarà anche così, ma io credo che niente, oggi, sia più rivoluzionario di tutto quello che viene liquidato facilmente da qualcuno come "retorico". Allora, cercare qualcosa che ti faccia sentire nuovamente "a casa", dove vi sia la tua visione del mondo. Perché non è facile andare sempre controcorrente mentre qualcuno sta, dolosamente o meno, snaturando nel tempo quello in cui hai creduto. Non è facile. Le tue energie si sfiancano nel tempo e le vedi con chiarezza disperse solo nel dire "no". Invece che nell'entusiasmo di provare a progettare e costruire. Io, e molti, moltissimi altri, davvero più di quanti si pensi, credo, oggi vogliamo ancora ritrovare questa passione, questo entusiasmo.

Buon lavoro, comunque, a chi resta.

Ciao a tutti.

Io esco

Fonte: da L'Huffington Post- Milene Mucci - Referente fondazione A. Caponnetto "MS", ex Dirigente Regionale PD Toscana
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21/7/2015 - 12:08

AUTORE:
pippo

Mah... perdi credibilità se esci dopo non essere stata eletta.

20/7/2015 - 22:38

AUTORE:
Diolamia

Io lo so dove dovete andà,....ma un lo posso dì per via della censura!!!
Bona.

18/7/2015 - 20:16

AUTORE:
Guido Felice

....Sergio Cofferati vinceva le elezioni primarie, poi accettava la collaborazione della perdente le secondarie (anche per causa sua) oppure...
...e la compagna civatiana (che Civati ha lasciato il partito della concorrente alle elezioni Regionali) se veniva eletta, poi collaborava con Enrico Rossi che era Bersaniano quando Bersani era Segretario PD e poi si dimise come Gianni Cuperlo da Presidente del Partito PD?
Con il ma....se...si va! ma si va dove?

18/7/2015 - 18:58

AUTORE:
Felicino

Sono rare ma anche nel PD, incredibile a dirsi, ci sono persone che ragionano con la loro testa, rifiutando di mettere la mente all'ammasso.
Ben fatto un plauso