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Nei giorni 26-27-28 aprile verranno presentati manufatti in seta dipinta: Kimoni, stole e opere pittoriche tutte legate a temi pucciniani , alcune già esposte alla Fondazione Puccini Festival.Lo storico Caffè di Simo, un luogo  iconico nel cuore  di Lucca  in via Fillungo riapre, per tre mesi, dopo una decennale  chiusura, nel fine settimana per ospitare eventi, conferenze, incontri per il Centenario  di Puccini. 

. . . per questo neanche alle 5. 50 prima di colazione. .....
. . . alle nove dopocena non ciai (c'hai) da far altro? .....
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Ieri 19 Marzo ci ha lasciato un Vs. concittadino Renato .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Il sole nutre
col suo splendore
il croco il bucaneve
la margherita. . .
Il cuore
cancella il dolore
se alimentato dall'amore
essenza della vita
Quando .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
Le Parole di Ieri
Da Gabinetto a tonfo a Gattonare

19/10/2015 - 12:12

 
GABINETTO A TONFO
Lett: GABINETTO. [Dal francese cabinet: stanza interna nelle case signorili per studiare, lavorare, o ricevere a colloquio]. In italiano il suo nome è cesso (dal latino secessus), ritirata, latrina, od anche “luogo comodo” da cui prende origine il dialettale logo, mentre licite probabilmente deriva dal latino licet (potere, essere lecito).
“Toilette”, la parola più usata abitualmente, è anch’essa di origine francese, forse per cercare di ingentilire, con una nota di esotismo, questo luogo così poco nobile.
E il gabinetto a tonfo poco nobile lo era veramente.
Prima di tutto era all’esterno dell’abitazione e questo lo rendeva scomodo. In inverno poi, in assenza di qualunque tipo di riscaldamento, l’operazione risultava veramente molto disagevole.
Era costituito da un piccolo stanzino, di solito quadrato, con in mezzo al pavimento un semplice buco che comunicava con un deposito sottostante dove si raccoglievano le deiezioni di tutta la famiglia. Non c’era la tazza per sedersi e nemmeno il sifone per isolare dagli odori. L’acqua non serviva perché, come dice il nome, il gabinetto era a tonfo: le feci quando uscivano cadevano direttamente nel deposito con un caratteristico rumore che ne giustificava il nome.
La carta era quella di giornale, talvolta di libro (ricordo un mezzo volume de “Il richiamo della Foresta” di Jack London nel gabinetto di Amerigo dell’Antonelli) o addirittura quella gialla, molto rigida e poco adatta.
L’odore che emanava piuttosto intenso e questo spiegava la sua collocazione spesso distante, ma comunque separata, dall’abitazione principale.
Alcuni erano posizionati, specie in case di contadini, direttamente sulla conserva, accanto al castro del maiale, dove contribuivano alla produzione del bottino.
 
GALLA
Lett: GALLA.
[Dal latino galla: piccolo rigonfiamento su foglie, rami e radici delle piante per puntura di insetti; per similitudine piccolo gonfiamento pieno di umore, vescichetta che venga nella pelle dell’uomo per bruciatura o per altra cagione]
Galla o gallozzola si chiama ancora oggi la vescica che si forma sulla pelle per una bruciatura o una ripetuta frizione che determini lo scollamento degli strati della pelle con accumulo di liquido.
 
GANZO
Lett: GANZO. [Amante di amore illecito].
Con ganzo e ganza si indicava infatti l’amante, maschio o femmina, di uno dei due elementi di una coppia ufficiale. Il maschio che veniva a trovarsi in questa sfortunata situazione veniva indicato con i termini volgari di cornuto, becco, e in ambito pisano, peoro.
Oltre che amante, in dialetto con il termine ganzo si soleva indicare anche una persona intelligente, abile, furba, degna di stima e di rispetto.
Se’ proprio un ganzo” si soleva dire ad una persona con queste caratteristiche, di impossibile traduzione con un unico vocabolo italiano.
Lo stesso termine poteva riferirsi ad uno spettacolo, ad un oggetto, ad una situazione con un significato in questo caso assimilabile a bello, divertente, piacevole.
Lo stesso contenuto si ritrova in ganzata, sostantivo derivato appunto da ganzo, come una cosa molto ben fatta, divertente, giusta, riuscita.
Fare il ganzo o il ganzetto era un modo di comportarsi sfrontato e provocatorio tipico dei ragazzi, ed anche occasione, talvolta, di rimprovero familiare:
“Te ‘un fa tanto‘r ganzetto, sennò ti schiocco ‘na labbrata!” : avvertimento piuttosto esplicito ad un comportamento del ragazzo più consono all’ambiente domestico!
 
GARGANA
Lett: GARGANELLA. [Suono di gorgoglio].
Bere a garganella : bere versando il liquido direttamente in bocca in modo da non accostare le labbra al recipiente.
A tutta gargana” aveva invece il significato di urlare a squarciagola, con voce alta e squillante.
Andare a tutta gargana infine significava anche viaggiare, o per estensione fare qualcosa, compiere un’operazione a tutta velocità.
 
GARZONE
Lett: GARZONE. [Scudiero, ragazzo. Giovane di bottega].
In italiano, come si deduce dalla definizione, prevale il concetto di persona giovane che aiutando nei lavori impara un mestiere.
Dalle nostre parti invece il garzone era solitamente un adulto che aiutava il contadino nei lavori più umili ricevendone in cambio una piccola paga, da mangiare e da dormire (di solito nella stalla o in locali adiacenti nati per altro uso).
Verso gli anni ’50 anche Rolando del Masoni aveva un garzone, un ometto piccolo, umile, silenzioso e misterioso che veniva dalla Garfagnana di cui si ignorava il cognome, che tutti chiamavano semplicemente Feraro.
 
GATTONARE
Lett: GATTONARE. [Camminare a quattro zampe come i gatti].
In dialetto gattonare andava oltre il significato della definizione italiana di camminare a quattro zampe racchiudendo anche quello di avvicinarsi piano piano senza farsi sentire, camminando cioè  gattoni (curvo e piegato sulle gambe).
Da questo significato di cosa nascosta prende probabilmente origine anche l’altro significato di gattonare e cioè trafugare, rubare, portar via di nascosto:
m’hanno gattonato la bicicletta” : mi hanno rubato la bicicletta.
 

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