In queste mattine antelucane e frescoline si è potuto assistere ad uno spettacolo astrale molto particolare, non tanto per i pianeti coinvolti quanto per i loro nomi.
Si comincia con Marte che appare da ovest chiotto chiotto lemme lemme (alla Totò) verso Venere bella e splendente e marcata stretta da Giove che si avvale della sua grandezza per apparire anch’esso luminoso.
Niente di strano (se non la corsa dei due mosconi intorno alla luce della femmina = foto volutamente mossa).
Passa un giorno e Marte, ancora innamorato di Venere, si deve allontanare accecato da Elio, il Sole. Restano in cielo gli altri due, padre e figlia secondo la mitologia.
Passa un altro giorno e la corsa di Giove, con  un movimento tattico di accerchiamento astrale, lo porta a salire più in alto tanto da “ricoprir” Venere e fare la famosa congiunzione astronomica, ma sembrerebbero ripetersi i poco leciti “congiungimenti” dei due amanti che, secondo la moda dell’Olimpo, non guardavano tanto le parentele e il  sesso dei concupiti.
Ma ecco apparire Eos, l’Aurora, anch’essa amante di Giove, e arrossisce vedendolo  con un’altra.  Chiama  sua sorella Selene, la Luna, ma essa si è appena “apponentata” in mare ad ovest e non può tornare indietro, chiama allora il fratello Elio che sorga svelto svelto per far scomparire i due e, così fatto, la sua rabbia svanisce e il suo colore si affievolisce tanto da farla ritornare la “dea dalle rosee ciglia”. Insieme a lei, quasi a consolarla, c’è sempre Ersa, la Rugiada, la figlia  avuta dal Padre degli dei e che la segue eternamente nel suo viaggio.

Ieri sera su Sky ho visto  un fantastico film di fantascienza: “I guardiani della galassia”.
Qui sembra che si stia girando  “I guardoni della galassia”!

Peccato che stamani le nuvole abbiano oscurata la pellicola… o è Giove che ha tirato le lenzuola?