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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Non cancellerò
Quella foto tua
Come la gioconda
E la rosa gialla
Sulla pelle mia
Stare insieme a te
In quest anni miei
Insieme a tutto il resto
Tu .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
In viaggio
'Genova'

13/12/2015 - 18:26

Genova è città confusa e verticale. Confusa perché tiene insieme vestigia del passato (glorioso) con opere moderne, senza soluzione di continuità. Tiene insieme cittadini bianchi e neri, prostitute di tutte le razze e colore, lavoratori e mendicanti, gente di cultura e ignoranti. Una fiera del libro in piazza con almeno 10.000 volumi esposti e, pieni di gente, circondata da bande di sfaccendati seduti sui muretti a non far niente.


Verticale perché ai palazzi verticali si contrappongono le viuzze, i famosi “caruggi”, e le “creuze”, le stradine che risalgono le molte alture su cui la città è costruita. Come ci si allontana dalla parte centrale e storica, piana, si tende a salire per strade e scalinate che si arrampicano sulle colline, sui monti troppo vicini per una grande città. Da ogni parte comunque richiami al suo più illustre cittadino artista contemporaneo, quel Fabrizio de Andrè non solo musicista cantante e compositore , ma vero poeta in tutti i sensi.


Chi visita Genova non può prescindere da via del Campo (in via del Campo c’è una graziosa, cantava de Andrè). E la graziosa, o le graziose, ci sono davvero. Ne abbiamo visto una bianca e molte nere, come piuttosto neri sono i vicoli per la poca luce che vi filtra, come neri sono la maggior parte dei frequentatori, degli esercenti dei negozi e forse anche della abitazioni scalcinate, strette fra stradine minuscole (le creuze) con i piani alti che si confondono e paiono toccarsi.


Genova ha 26 secoli, ognuno di noi la ricorda come Repubblica marinara, quella che inflisse a noi pisani la sonora sconfitta della Meloria nel 1284 e che decretò l’inizia della decadenza di Pisa, ma pochi sanno che la città subì, al tempo dei romani, un terribile sacco ad opera di Magone, fratello di Annibale, da cui prese origine il detto “avere il magone “ ('u magun).


Siamo andati in occasione di una mostra al Palazzo Ducale “Dagli impressionisti a Picasso” dove sono esposte fino al 10 aprile 2016 oltre cinquanta opere di autori meravigliosi come Renoir (con l’audioguida abbiamo anche scoperto che il famoso regista francese Jean Renoir era il secondo figlio del pittore), Monet, Matisse, Pizzarro, Dix, Gauguin, Modigliani, Kandinsky ed altri. Ma  abbiamo anche scoperto che il Palazzo è una continua occasione di cultura e spettacolo, con un cartellone vario e appassionante che dura tutto l’anno.


Il traffico è normalmente caotico, la gente cordiale e disponibile: una signora all’entrata di S.Lorenzo ci ha fermato e chiesto se sapevano della bomba, alla nostra sorpresa è seguita spiegazione chela bomba (impressionante)  era della seconda guerra mondiale, esposta subito dopo l’ingresso della cattedrale. Dentro ci doveva essere il “Sacro Catino”, ritenuto da alcuni il “Santo Graal”, ma la sala apriva il pomeriggio e non abbiamo avuto il piacere.


La cena in una affollatissima trattoria “da Maria”: due gnocchi al pesto, quattro secondi, vino, dolce e caffè 52 euro con ricevuta per quattro persone. Locale consigliato da studenti e giovani squattrinati, si capisce, ma forse anche per quello spirito di attenzione al denaro che ha sempre accompagnato i genovesi.


Un paio di giorni di bel tempo ci sono stati di aiuto.

Se avete un week end disponibile può essere un’idea.

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