none_o


Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
di Micol Fiammini, Il Foglio, 17 apr. 2025
none_a
Che tempo che fa - di Michele Serra
none_a
di Fernando Bezi
none_a
Mazzarri e Boggi (Lista Boggi Sindaco)
none_a
di Bezzi Fernando - 2025-04-17bezzifer
none_a
Raccontino di Giancarlo Montin
none_a
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
di Angela Baldoni
none_a
none_a
Rosanna Betti
per Fiab Pisa
none_a
Cena per la Liberazione 24 aprile
none_a
Assemblea soci Coop.
none_a
Cascina, 27 aprile
none_a
CNA AREA VALDERA
none_a
Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
none_o
Cose ardite e insolite
12 marzo, il Fortino di Marina di Pisa
di Fabiano Corsini

28/2/2016 - 10:40

Cose ardite e insolite
12 marzo, il Fortino di Marina di Pisa
 
 
Il 12 marzo a Marina succedono cose dell'altro mondo. Succede che si inaugurano i nuovi locali di un circolo ARCI. Succede che “un pugno di avventurosi” hanno deciso di sfidare il tempo e i mercati, con una operazione finanziaria ardita, per investire sul cane morto della cultura popolare. Quei matti, che già avevano fatto parlare di sé per avere tolto dai locali le macchinette mangia soldi, ora fanno un'altra cosa strana: per la inaugurazine hanno scleto di dedicare la giornata a una lettura collettiva dell'Inferno di Dante.

“Non bisogna temere di presentarsi alla gente semplice con cose ardite e insolite”, aveva suggerito Bertold Brecht. Così fu insolito che nel 1951 un gruppo di operai e pescatori decidessero di avventurarsi nella costruzione del Circolo Il Fortino,  proprio davanti al Cantiere, sfidando la FIAT  e la logica dei mercati di quell'epoca. La FIAT rispose cinque anni dopo, licenziando tutti i dipendenti che frequentavano il circolo. Il paese invece non abbandonò mai questa sua creatura, che negli anni a poco a poco seppe vincere l'accerchiamento, diventare il ritrovo di tutti quelli che, in qualche modo, vivacizzavano la vicenda locale. Ripetizioni per bambini e ragazzi, insieme con i tornei di briscola, il ballo, la ginnastica per gli anziani, le gite, la tombola, le assemblee infuocate attorno ai temi della politica nazionale e della città.
 
La nuova vita del Circolo non inizia con la inaugurazione dei locali. La nuova stagione del Fortino è iniziata quando i cambiamenti attorno sono diventati impetuosi. Il cantiere è sparito, sono spariti gli operai della FIAT, al posto di tutto questo c'è oggi un porto, tanto bello quanto arido e desolato, incapace di portare arricchimenti di vita alla comunità che lo ospita. Si annebbiano le antiche passioni, il buon gusto del mangiare, il pesce, passione per chi lo pesca per chi lo cucina e per chi lo assapora diventa invece una merce senza identità in ristoranti tanto rinomati quanto anonimi. I marinesi, la gente del posto, condannati a sentirsi sempre meno comunità e sempre più portati a rinnegare la bellezza delle loro risorse: sempre in  nome di un turismo da assecondare, così come è, e talvolta stupido e devastante, fatto, per capire, di consumatori di fritti di totani e gamberi provenienti dai mari dell'oceano indiano. Un po' alla volta, al circolo è maturata la consapevolezza che Il Fortino doveva ripetere la sua avventura, la sua impresa del 1951. Non c'è più una direzione della FIAT da sfidare. L 'avversario oggi appare più infido e difficile. Si tratta di ingaggiare una battaglia, una lotta di lunga durata, culturale prima di tutto, per mostrare che una nuova vita del circolo è possibile, che è possibile ribellarsi al clichè che ai circoli viene disegnato addosso: qui non si viene per spengere il cervello. Il senso dell'esistenza di un circolo ARCI è anticipato da Dante nel XXVI canto dell'inferno, che non a caso  sarà letto  il 12 marzo:  “Considerate la vostra semenza, fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.” La nostra semenza: quella del 1951, quella, ancora prima, dalla fine del 1800, quando nacque la possente pianta delle case del popolo. Certo, si discuterà se rinnovare l'abbonamento a Sky, ma qualunque sia l'esito della discussione, è il fatto che si discuta che fa valere la pena, che marca la differenza.

+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

3/3/2016 - 9:20

AUTORE:
Presidente Arci Migliarino

Lunga vita al Fortino ed a tutti i Circoli Arci. Soprattutto a quelli che cercano ancora di mantenere la nostra identità.

29/2/2016 - 0:38

AUTORE:
gioì

QUANDO IL MONDO è DIVENTATO UN VILLAGGIO GLOBALE ed è esplosa la comunicazione virtuale della rete web, ognuno è connesso ed ha la possibilità di interagire con chiunque, annullando le distanze, ed imperversa il cicaleccio dei social network, un brusio di fondo continuo e molesto, si è scoperto che la comunicazione fisica, la conversazione, il linguaggio del corpo, un sorriso od un abbraccio, valgono più di una terapia, o un contatto arido ed informale-----
giovani, abilissimi manipolatori di smart phone e pc, rischiano paradossalmente l'estraniamento e l'abulia sociale, rinchiudendosi in un recinto virtuale ed un mondo illusorio, inconsistente e pericoloso.....
Bisogna ricoprire il valore della vicinanza, della presenza fisica, e dell'amicizia, le passioni, i conflitti e le incomprensioni o anche le simpatie o antipatie. il confronto ravvicinato, le emozioni......... dobbiamo tornare a vivere, non a connetterci asetticamente, per dar colore all'esistenza...
perciò tutti al fortino, o al circolo locale, per resuscitare la piazza, invenzione italiana, e lasciare il mondo impersonale e alieno dell'etere, una tundra avara ed arida, un deserto della socialità' privo di empatia .....