Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Cose ardite e insolite
12 marzo, il Fortino di Marina di Pisa
Il 12 marzo a Marina succedono cose dell'altro mondo. Succede che si inaugurano i nuovi locali di un circolo ARCI. Succede che “un pugno di avventurosi” hanno deciso di sfidare il tempo e i mercati, con una operazione finanziaria ardita, per investire sul cane morto della cultura popolare. Quei matti, che già avevano fatto parlare di sé per avere tolto dai locali le macchinette mangia soldi, ora fanno un'altra cosa strana: per la inaugurazine hanno scleto di dedicare la giornata a una lettura collettiva dell'Inferno di Dante.
“Non bisogna temere di presentarsi alla gente semplice con cose ardite e insolite”, aveva suggerito Bertold Brecht. Così fu insolito che nel 1951 un gruppo di operai e pescatori decidessero di avventurarsi nella costruzione del Circolo Il Fortino, proprio davanti al Cantiere, sfidando la FIAT e la logica dei mercati di quell'epoca. La FIAT rispose cinque anni dopo, licenziando tutti i dipendenti che frequentavano il circolo. Il paese invece non abbandonò mai questa sua creatura, che negli anni a poco a poco seppe vincere l'accerchiamento, diventare il ritrovo di tutti quelli che, in qualche modo, vivacizzavano la vicenda locale. Ripetizioni per bambini e ragazzi, insieme con i tornei di briscola, il ballo, la ginnastica per gli anziani, le gite, la tombola, le assemblee infuocate attorno ai temi della politica nazionale e della città.
La nuova vita del Circolo non inizia con la inaugurazione dei locali. La nuova stagione del Fortino è iniziata quando i cambiamenti attorno sono diventati impetuosi. Il cantiere è sparito, sono spariti gli operai della FIAT, al posto di tutto questo c'è oggi un porto, tanto bello quanto arido e desolato, incapace di portare arricchimenti di vita alla comunità che lo ospita. Si annebbiano le antiche passioni, il buon gusto del mangiare, il pesce, passione per chi lo pesca per chi lo cucina e per chi lo assapora diventa invece una merce senza identità in ristoranti tanto rinomati quanto anonimi. I marinesi, la gente del posto, condannati a sentirsi sempre meno comunità e sempre più portati a rinnegare la bellezza delle loro risorse: sempre in nome di un turismo da assecondare, così come è, e talvolta stupido e devastante, fatto, per capire, di consumatori di fritti di totani e gamberi provenienti dai mari dell'oceano indiano. Un po' alla volta, al circolo è maturata la consapevolezza che Il Fortino doveva ripetere la sua avventura, la sua impresa del 1951. Non c'è più una direzione della FIAT da sfidare. L 'avversario oggi appare più infido e difficile. Si tratta di ingaggiare una battaglia, una lotta di lunga durata, culturale prima di tutto, per mostrare che una nuova vita del circolo è possibile, che è possibile ribellarsi al clichè che ai circoli viene disegnato addosso: qui non si viene per spengere il cervello. Il senso dell'esistenza di un circolo ARCI è anticipato da Dante nel XXVI canto dell'inferno, che non a caso sarà letto il 12 marzo: “Considerate la vostra semenza, fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.” La nostra semenza: quella del 1951, quella, ancora prima, dalla fine del 1800, quando nacque la possente pianta delle case del popolo. Certo, si discuterà se rinnovare l'abbonamento a Sky, ma qualunque sia l'esito della discussione, è il fatto che si discuta che fa valere la pena, che marca la differenza.