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Nei giorni 26-27-28 aprile verranno presentati manufatti in seta dipinta: Kimoni, stole e opere pittoriche tutte legate a temi pucciniani , alcune già esposte alla Fondazione Puccini Festival.Lo storico Caffè di Simo, un luogo  iconico nel cuore  di Lucca  in via Fillungo riapre, per tre mesi, dopo una decennale  chiusura, nel fine settimana per ospitare eventi, conferenze, incontri per il Centenario  di Puccini. 

. . . per questo neanche alle 5. 50 prima di colazione. .....
. . . alle nove dopocena non ciai (c'hai) da far altro? .....
. . . il plenipotenziario di Fi, Tajani, ha presentato .....
Ieri 19 Marzo ci ha lasciato un Vs. concittadino Renato .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Il sole nutre
col suo splendore
il croco il bucaneve
la margherita. . .
Il cuore
cancella il dolore
se alimentato dall'amore
essenza della vita
Quando .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
Le Parole di Ieri
Da Maialini a Mandriolo

3/3/2016 - 15:33

MAIALINI
Lett: nc.
"Fare i maialini" significava vomitare, rimettere, rigettare, dar di stomaco.
Forse era un modo più gentile per indicare un’azione di per sé sgradevole e sgradita.
Riferito prevalentemente ai bambini, serviva a dare un significato di minore gravità alla circostanza, attribuendole un senso quasi gioioso. Molto incerta ne rimane, invece, l’origine semantica.
Altro termine dialettale per indicare l’atto del vomitare era gomitare, con la sostituzione cioè della v iniziale con la g tendente a rendere più gutturale la parola ed amplificarne il senso di sforzo del conato.
 
MALACCIO
Lett: nc.
Non esiste in italiano un termine corrispondente ma l’origine della parola è facilmente intuibile, derivando sicuramente da male, malattia, di cui malaccio esprime la malignità, la estrema crudeltà.
Ancora oggi viene usato, al pari di tumore, per indicare il cancro.
Tumore deriva dal latino tumor, tumefazione, e porge l’accento esclusivamente sul fenomeno della presenza di una massa, che può avere varie tipologie di diversa gravità, mentre malaccio contiene un forte valore predittivo, evidenziando maggiormente l’evoluzione infausta della malattia.
Si può tranquillamente considerare un termine superato.
I moderni progressi della medicina, lo sviluppo di indagini diagnostiche sempre più sofisticate, i programmi sempre più partecipati delle campagne di screening di massa, ed anche un certo superamento del principale ostacolo alla prevenzione rappresentato dal fatalismo, ha portato a tali vantaggi sulla prevenzione e cura del cancro da rendere la parola addirittura falsa. Se solo pochi decenni or sono cancro era quasi sinonimo di morte, oggi vuol dire battaglia, con probabilità di vittoria tanto maggiore quanto prima si iniziano le azioni per il riconoscimento e la cura della malattia.
Bisogna quindi abbandonare questo termine obsoleto, che non rende giustizia all’uomo ed ai progressi della medicina, e usare magari il termine neoplasia, molto più asettico, formato da un prefisso neo: nuovo e plasia: forma. Una cosa nuova, da valutare ed eventualmente combattere, ma senza quella visione negativa e negativista del brutto termine malaccio.
 
MALLEGATO
Lett: BIROLDO. [Budello ripieno di sangue di vitello o maiale, condito. Sanguinaccio].
Veniva fatto in maniera diversa a seconda delle tradizioni (in lucchesia per esempio è senza uvetta), o dei gusti personali. Era comunque sempre derivato dal sangue residuo della dissezione del maiale, che veniva raccolto e mescolato con pezzi di grasso, spezie e uva sultanina, talvolta anche con aggiunta di cioccolata.
Il maiale era un animale che forniva una fonte formidabile e indispensabile di proteine animali.
Veniva allevato nel mandriolo, o nel castro, uno stanzino di solito posto sopra la conserva e nutrito con scarti alimentari della cucina, dell’orto o dei campi e con un composto di patate e crusca, o semola.
Le patate erano le più piccole, quelle di scarto o più difficile da vendere, che venivano bollite con la buccia in grandi recipienti ricavati da bidoni vuoti o in qualche massaia. Una volta cotte erano mescolate con la crusca che aveva la funzione di addensarle e farne lievitare il volume, creando un miscuglio che poi veniva dato in pasto all’animale.
L’occasione dell’uccisione del maiale era una festa per tutta la corte perché c’era molto lavoro da fare per sistemare l’animale e servivano molte braccia. Veniva chiamato il norcino che portava con sé gli attrezzi del mestiere: coltelli molto affilati per sistemare la carne ed un punterolo o puntarolo per uccidere l’animale. Il puntarolo o punteruolo era un ferro a punta piatta, sufficientemente lungo per raggiungere il cuore dell’animale. Il maiale veniva legato e sdraiato a terra e già cominciava a lamentarsi come se sapesse cosa lo aspettava, poi il norcino lo pugnalava al petto cercando di centrare il cuore. I lamenti che l’animale lanciava erano veramente strazianti e facevano star male. Il maiale poi era un animale domestico, spesso viveva libero nel cortile come il cane od il gatto, diventava parte della famiglia, e la sua uccisione era sempre traumatizzante. Nonostante questo nessuno si sentiva colpevole per quello che stava facendo. Era una cosa naturale e veniva affrontata come tale poiché l’animale rappresentava una quantità e qualità di proteine di cui la famiglia aveva assoluto bisogno. Più il norcino era bravo, meno l’animale soffriva, e i lamenti duravano solo alcuni minuti. In tempi successivi il norcino arrivava munito di una specie di pistola da cui fuoriusciva un punteruolo di ferro che, appoggiato sulla fronte dell’animale, lo uccideva sul colpo con grande sollievo per tutti. Una volta morto veniva appeso ad una trave, o ad una scala appoggiata al muro, e lavato con acqua molto calda per privarlo delle setole, i peli ispidi che aveva su tutto il corpo. Poi il norcino iniziava la vera e propria dissezione dell’animale, badando bene a non buttar via niente: il sangue, le budella, la coda, la testa, ogni cosa veniva raccolta ed aveva poi la sua destinazione. Ne uscivano prosciutti, spalle, pancette, salsicce, carne della bigongia, mallegati, soppressate. A fine serata tutti i partecipanti si riunivano per una grande e festosa cena, naturalmente a base di carne di maiale.
Con semola si solevano indicare anche quelle piccole macchie brune sul viso, le efelidi, tipiche delle persone con la pelle chiara, accentuate dall’esposizione alla luce solare. Il motivo è sicuramente dovuto alla somiglianza delle macchioline con i piccoli grani della crusca.
 
Aneddoto
Rolando del Masoni chiamò Amerigo dell’Antonelli per ammazzare il maiale col punteruolo.
Amerigo lo pugnalò al cuore ed il maiale cadde a terra, come morto.
Accesero il fuoco e cominciarono a strinarlo ma improvvisamente il maiale si riprese, si rimise in piedi e corse via andando a nascondersi dietro al pagliaio che prese fuoco.
Fu necessario chiamare i pompieri per spengere l’incendio che si era sviluppato.
 
MANDRIOLO
Lett: nc.
Era lo stanzino dove veniva tenuto il maiale.
Aveva una porta di legno con il chiavistello esterno per chiuderla, una piccola finestra e una o due mangiatoie (trugolo) dove veniva messo il cibo per l’animale. Le mangiatoie erano fessure quadrate di interruzione del muro, in basso, dove si ricavava un recipiente in muratura che sporgeva all’esterno e all’interno per nutrire il maiale anche senza dover entrare nel mandriolo. Talvolta erano formate da grosse pietre, scavate al centro in maniera artigianale e poste proprio sulla perpendicolare del muro esterno. 

 

FOTO.

Un giovane Francesco Morini alla Festa dello Sport alla Conchiglia

 

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11/3/2016 - 20:19

AUTORE:
Lettore.

Attento alle tue fantasiose etimologie, Giò.
Maulato è idiotismo che deriva da maculato (parola toscanamente privata della c). Coperto di macule, di macchie. Come la lonza di Dante Alighieri. Come la pelle macchiata da ematomi. Non è che se uno che casca di bicicletta si sbudelli o si macelli, magari meno tragicamente si maula tutto.

9/3/2016 - 18:21

AUTORE:
egittologo

non occorrono molti giri di parole per individuare il significato di questa parola, è sufficente scannerizzarla...man fruito, ovvero fruito dalla mano, ovvero onanista, in poe parole...segaiolo

8/3/2016 - 17:51

AUTORE:
gio'

"....No, occhè' dici?....mi fai veni' r' maone!"....
Termine dialettale indicativo di un stato d'animo, esacerbato, sconsolato, afflitto dalla delusione, dalla sofferenza e sconcerto... un sentimento di contrizione miscelato a dolore emozionale, afflizione psicologica, ma anche nostalgia e rimpianto,,,,,,,, saudade in salsa della val di Serchio....... sentimento complesso , dalle sfumature pregnanti di significati,,,, ma anche viscere addominale in animali da preparare per l'imminente cottura, che devono essere liberati , eviscerati separati dag,i organi interni, budella , sostanze della digestione, approssimativamente indicate con il termine in oggetto.......

8/3/2016 - 17:22

AUTORE:
gio'

Termine vernacolare contrazione del ridondante "macellare" italiano, da cui differisce sensibilmente nell'accezione e nel significato, evocando le conseguenze della sua azione, non genericamente dannosa, ma specificamente mirata alla lacerazione e riduzione in massa sanguinolenta, di carNi ancora vive, in organismi VITALI, viventi che ne sopportano le conseguenze... più o meno stoicamente o con disagio evidente,,,,,
"Son cascato dalla biciretta, e mi son maulato tutto r culo" indicando le conseguenze dellìincidente, che ha causato ematomi, sbucciature, congestioni sanguigne , ferite e deiezioni di fluidi vari, dalla parte anatomica menzionata, che ora appare gonfia, tumefatta , MAULATA,,,,,
Espressione usata anche per enfatizzare ed esagerare la gravita delle ferite, in maniera polemica e strumentale.... come solo i toscani sanno fare, con sarcasmo e ironia....

8/3/2016 - 16:57

AUTORE:
gio'

Termine corrotto e storpiato dall'italiano "ermafrodito".....
Viene pero usato con significato spregiativo, per segnalare l'ambiguità di genere e sessuale, non tanto biologica, quanto d'elezione....
D'uso comune nei contenziosi quando si vuol sminuire o negare dignità all'interlocutore, la sua proibita'. ma anche l'inadeguatezza ad u ruolo....
Individua un vulnus biologico, una idiosincrasia intollerabile , una predisposizione e tendenza all'ambiguità, a per estensione a non precisare una posizione, chiarire come la si pensa o assumere una condotta certa,,,,,

"po po' di manfruito, oséè che volevi fa?" indica con implicita superiorità e compiacimento per l'ovvia inadeguatezza dell'interlocutore, la constatazione della condizione inappropriata ad un intrapresa, pur che sia..... e relativo invito a farsi da parte.....