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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

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Pisa, 17 marzo
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Comune di Vecchiano
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Vallo a far capire al cavolo riscaldato e garzone ritornato .....
. . . lo diceva anche il grande Totò che è la somma .....
. . . . e Calenda Carlo ha rimasto solo. . .
. . .....
. . . in tv c'era uno che diceva che tanti elettori .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
di Valeria Fedeli senatrice
Referendum. Ha perso chi cercava lo scontro ideologico

19/4/2016 - 13:03

Con un'affluenza del 31,18% il referendum cosiddetto "sulle trivellazioni" non ha visto raggiunto il quorum necessario, e lascia pertanto immutato quanto deciso dal Parlamento sulle scadenze delle concessioni per l'estrazione di gas o petrolio, che resteranno in vigore fino all'esaurimento dei giacimenti in uso.

 Va subito detto che i referendum sono momenti di discussione e partecipazione importanti per la vita democratica di un Paese, specialmente per un Paese come il nostro in cui, purtroppo, è ancora grande la distanza tra la politica e i cittadini. E a proposito di referendum, vale la pena sottolineare il prossimo appuntamento di ottobre, quando gli italiani saranno chiamati ad esprimersi sulla riforma costituzionale portata a termine, dopo anni di tentativi falliti, dal Parlamento.

Investire sullo strumento referendario, mettendolo al riparo dagli abusi e aprendolo anche ad elementi propositivi, è anche un modo per ricucire la distanza tra cittadini e politica, per dire che la politica è cosa di tutti che riguarda tutti, per estendere le dimensioni della partecipazione e del coinvolgimento. Anche da queste considerazioni e con questi obiettivi è nata la riforma costituzionale, una riforma che, tra le tante cose, modifica e rafforza proprio gli strumenti della democrazia diretta rendendo vincolante e con tempi certi l’analisi della proposte di legge d’iniziativa popolare, introducendo il referendum propositivo e di indirizzo, aggiornando, per rafforzarne la portata, le norme che regolano quello abrogativo.

Passi in avanti importantissimi e attesi anni, di cui poco si parla, ma che offriranno ai cittadini spazi nuovi di partecipazione fino a ieri insperati e apriranno ancora di più le nostre istituzioni alla loro voce.

 Per questo credo sia veramente importante accantonare allarmismi ideologici e demagogia. Dopo aver descritto il referendum di due giorni fa come l'occasione per liberare il Paese da chi lo vorrebbe inquinato o dominato da affaristi e petrolieri, saranno in molti a spacciare il prossimo referendum come l'occasione per abolire una riforma che mette in pericolo la nostra democrazia, quando invece rappresenta un'opportunità per migliorare i processi decisionali e gli strumenti della partecipazione e della rappresentanza.

Così come la demagogia e la disinformazione non hanno avuto la meglio ora, mi auguro che anche ad ottobre si possa tutti partecipare, liberamente e nella piena consapevolezza, al cambiamento del nostro Paese e al miglioramento della vita di tutti.

Nessuno escluso. I poco più di 13 milioni di italiani che hanno votato Sì e i più di 2 milioni che hanno votato No meritano il pieno rispetto di tutti, a cominciare dalle istituzioni, così come lo meritano coloro che, non recandosi al voto, hanno scelto di esprimere la propria contrarietà al quesito referendario in altro modo, un modo comunque legittimo trattandosi di un referendum che prevedeva il quorum e che il Pd ha scelto come indicazione di voto.

L'astensione, peraltro, proprio in quanto strumento anch'esso di espressione di voto nei quesiti referendari, in passato è stata sostenuta anche da molti tra coloro che in questi giorni hanno ritenuto una gravità l'invito del premier Renzi o del Presidente emerito Giorgio Napolitano a non recarsi al voto. Sono stati in molti, purtroppo, specialmente sui social network, a usare contro di loro linguaggi impropri e non poco offensivi, certamente poco utili ai cittadini per fare propria una posizione nel merito e chiarire a tutti quale fosse la reale posta in gioco. Ma non si può dire che in questo referendum non ci siano vinti né vincitori.

I vinti, schierati per il Sì, farebbero bene a riflettere sul grave errore che alcuni media e alcune forze politiche hanno compiuto trasformando questo referendum in un test politico sulla politica energetica o, cosa ancora peggiore, sul governo, su Renzi e sulla legislatura in corso. Sono incomprensibili gli atteggiamenti di chi, anche nel Partito Democratico e con importanti incarichi regionali, ha voluto strumentalizzare il referendum cavalcando a tutti i costi la campagna per il Sì per esigenze personali e rivendicazioni particolari.

Un autolesionismo che il PD e l'Italia non meritano. Era importante stare al merito delle cose e comprendere che non si poteva dare a questo quesito un significato che non aveva. Con uno schieramento per il Sì che andava da alcuni democratici alla Lega, dal M5S a partiti di destra ed estrema destra, l'esito di questo appuntamento non era poi così scontato, e la loro sconfitta ravviva l'idea di un'Italia che crede veramente di poter voltare pagina davanti al falso binomio "ambiente o lavoro" che ci siamo portati dietro per tanti anni.

Ora è più chiaro a tutte e tutti che il problema non può essere mai "ambiente o lavoro", ma "ambiente e lavoro", e questa legislatura ha certamente contribuito a rendere il nostro Paese ancora più avanzato sul piano della tutela del nostro ecosistema e degli investimenti sulle energie rinnovabili. Non è stato un referendum contro le trivellazioni o che avrebbe potuto portare ad una svolta ambientale del nostro modello produttivo: la norma che si intendeva abrogare prevedeva solo che le concessioni per le trivellazioni già in atto fossero prorogate non temporalmente ma fino all’esaurimento del giacimento.

La maggior parte delle piattaforme coinvolte estraggono gas naturale, la più pulita delle fonti fossili, che è individuata come necessaria alla transizione in tutti gli scenari di riconversione elaborati dalle agenzie internazionali per l’ambiente, risorse che altrimenti andrebbero importate dall’estero con un aggravio di costo e anche di carico ambientale, che fa il pari con i benefici che ne avremmo.

 Le modifiche introdotte allo Sblocca Italia, che hanno accolto, secondo me giustamente, gran parte delle richieste dei comitati referendari e delle Regioni che li avevano promossi (i quesiti sarebbero dovuti essere 6, ma 5 sono stati superati grazie alle recenti norme approvate in Parlamento) hanno dato bene l’idea di un cambio di rotta nelle strategie del Governo e questo è senz’altro una vittoria per chi tiene all’ambiente nel nostro Paese. Abbiamo ora normative sull’estrazione che sono tra le più avanzate d’Europa, per questo bisogna continuare a investire sulla tutela dell'ambiente e sulle grandi opportunità occupazionali che le energie rinnovabili possono offrire nei prossimi decenni, nel solco degli impegni presi alla Cop21 di Parigi.

Senza inutili polemiche e senza dividere gli italiani con scontri ideologici che non fanno bene a nessuno. Grazie



























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Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
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20/4/2016 - 19:46

AUTORE:
fabiano corsini

e nel sottofondo la cavalcata delle Walkirie...