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Nei giorni 26-27-28 aprile verranno presentati manufatti in seta dipinta: Kimoni, stole e opere pittoriche tutte legate a temi pucciniani , alcune già esposte alla Fondazione Puccini Festival.Lo storico Caffè di Simo, un luogo  iconico nel cuore  di Lucca  in via Fillungo riapre, per tre mesi, dopo una decennale  chiusura, nel fine settimana per ospitare eventi, conferenze, incontri per il Centenario  di Puccini. 

. . . per questo neanche alle 5. 50 prima di colazione. .....
. . . alle nove dopocena non ciai (c'hai) da far altro? .....
. . . il plenipotenziario di Fi, Tajani, ha presentato .....
Ieri 19 Marzo ci ha lasciato un Vs. concittadino Renato .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Il sole nutre
col suo splendore
il croco il bucaneve
la margherita. . .
Il cuore
cancella il dolore
se alimentato dall'amore
essenza della vita
Quando .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
SEGNI E SOGNI
Daniela Sandoni
“I PIGMENTI NATURALI”

4/5/2016 - 15:08



Claude Monet, Camille Monet ed il figlio nel giardino dell’artista ad Argenteuil, 1875, olio
 
PARLIAMO DI: “I PIGMENTI NATURALI”
 
Con l’arrivo della primavera la natura si tinge dapprima di tenui colori che, in seguito, fino all’arrivo dell’autunno, assumono sempre più intensità così varie e profonde da rallegrarci la vita. L’ambiente diventa un’immensa tavolozza da cui è possibile attingere i colori più belli come del resto facevano i pittori nell’antichità, sempre a caccia di materiali disparati per creare nuovi pigmenti. Propongo perciò un percorso immaginario che parte dai miei ricordi d’infanzia, prosegue con le tradizioni popolari, continua con un po’ di notizie storiche e si conclude con qualche consiglio pratico per far provare, a chi vuole, l’emozione di creare, in proprio, i bellissimi colori che si possono ottenere dalle foglie, dai frutti, dalla terra e dai fiori e che si possono trovare su balcone di casa o durante una passeggiata in campagna.
 
 Ricordi d’infanzia.
Ricordo quando insieme a mia madre tingevamo, facendo bollire erbe, petali e verdure, uova pasquali così come dopo aver colorato pasta minuta ne facevamo collane. Ricordo anche noi bambini e donne andare nei campi e nei giardini a raccogliere petali colorati per allestire l’Infiorata (tappeto floreale) che ancora oggi è lo sfondo della solenne processione dedicata alla Madonna Addolorata che si svolge a San Martino al Cimino, in provincia di Viterbo, bel paese dove ho trascorso parte della mia infanzia.
 
Tradizioni popolari.
La tradizione dell’ ”Infiorata” in Italia risale al 1600 quando a Roma, per la festa dei santi patroni Pietro e Paolo, si utilizzavano "fiori frondati e minuzzati ad emulazione dell'opere del mosaico". Lo stesso Bernini, artefice principale delle feste barocche, partecipò a quest’arte floreale che si divulgò in altre località dei Castelli romani e dell’Italia; tra le più famose, quelle di Genzano, Noto e San Remo. Le infiorate vengono allestite anche in territorio straniero; tra le più belle meritano di essere menzionate: Orotava, nelle Canarie, con i quadri ottenuti grazie alla posa di erbe colorate, anziché petali di fiori; Kobe in Giappone, dove si svolge anche la festa dell' Hanami (letteralmente "ammirare i fiori"), tradizionale usanza giapponese di godere della bellezza della fioritura primaverile degli alberi, in particolare di quella dei ciliegi. La festa più famosa in tutto il mondo dedicata ai colori della natura è comunque: l’Holi Festival che si svolge alla fine della stagione invernale in India, Nepal, Pakistan e Bangladesh ed è la più antica celebrazione indù della stagione primaverile che coinvolge migliaia di persone. Festa della gioia, dell’amore e del divertimento, prevede canti, balli e lancio di polvere colorata per le vie delle città e dei villaggi. Le persone con i volti dipinti si trasformano in veri e propri arcobaleni e si buttano reciprocamente addosso secchi di vernice o polvere colorata.
 
Cenni storici.
Anticamente i pittori realizzavano da soli i colori, lavorando le materie prime che dovevano essere ridotte finemente in polvere, lavate (purificate) ed infine macinate. Per compiere questo procedimento, era necessario avere esperienza e scegliere fra i vari pigmenti quelli che potevano essere mescolati senza creare reazioni di incompatibilità che avrebbero pregiudicato irrimediabilmente la durata delle opere nel tempo. Per questo motivo nei secoli passati alcune opere hanno patito gli effetti di esperimenti mal riusciti (ricordiamo tra tutti “La battaglia di Anghiari” di Leonardo Da Vinci). Le tinte, anticamente, erano prodotte con una varietà cromatica tale da ottenere effetti pittorici straordinari ed è possibile tornare a quelle produzioni grazie al recupero de “ Il Libro dell'Arte” di Cennino Cennini scritto agli inizi del XV secolo: il più importante trattato sulla pittura nell'arte italiana e uno tra i principali per l'arte europea. Questo è il primo testo (scritto in lingua volgare, un linguaggio misto tra toscano e veneto, ritrovato nell’800 da Olindo Guerrini), in cui si affronta dal 35° al 62° capitolo il tema dei colori, su come crearli e utilizzarli. Cennino fornisce un vero e proprio ricettario per creare ciascun pigmento o colorante e le formule sono ancora praticabili da parte di chi non sia schizzinoso (la ditta "Zecchi" di Firenze è riuscita a ritrovare tutti quei colori e materiali). Ecco alcuni suggerimenti per gamme fuori dal comune:
- un bicchiere di orina e piastre di rame per un affascinante azzurro;
- escrementi canini per ottenere le tinte del cielo;
- guscio d’uova e vetro pestato per un bianco bellissimo;
- zafferano a mollo con chiara d’uovo per tre ore, per un giallo luminoso;
-inchiostro, albume e cerume, per ottenere una tonalità di rosso.
Tra i pittori più famosi Caravaggio, ad esempio, utilizzava un preparato naturale che in quegli anni veniva adoperato dagli attori nell’ambito degli spettacoli per rendere magica la loro presenza sulla scena, era a base di polvere di lucciole e/o di meduse per rendere brillanti e fluorescenti i suoi colori. Tracce di questo materiale organico apparirebbero nell’impasto cromatico di alcuni suoi dipinti.
Nel 1864 il chimico Eugène Chevreul catalogò le tinte antiche: 14.400 tonalità cromatiche, tutte ottenute da sostanze naturali. Contemporaneamente la chimica industriale spopolava con l’immissione sul mercato dei colori sintetici, sicché molti artisti lasciarono alle spalle la produzione personale dei colori. I tubetti industriali, comodamente utilizzabili nell’ambito della pittura all’aria aperta, a diretto confronto con il vero, favorirono, ad esempio, lo sviluppo dell’Impressionismo.
 
Tonalità cromatiche
Se siete degli appassionati di pittura, a questo punto sarebbe opportuno che conosceste anche quante tonalità cromatiche si possono trovare in natura, in particolare nelle piante. Questo elenco tratta di colori curiosamente inusuali o quantomeno non si tratta di tinte comuni. Ovviamente questi colori vanno utilizzati velocemente perché, essendo freschi, oltre a ossidare e quindi virare in altri colori, potrebbero formare muffe che li farebbero degradare velocemente:
·        Il rosso-rosato-violetto-bluastro-blu si ottiene dai petali di geranio fresco o secco, dalle rape rosse, dal cavolo rosso, dalle fragole, dalla malva, dai lamponi, dal ribes nero, dall’uva nera, dai mirtilli, dalle more, dalle ciliegie e amarene, dai petali di papavero, dal sambuco, dall’altea nera;
·        il giallo-arancione-marrone da fiori come calendule, tagetes, nasturzi ,dalie, verga d’oro del Canada e altre corolle; dalla buccia della cipolla chiara; dalle spezie come zafferano e curcuma o curry, dalle carote, persino dall'ananas, dalla buccia delle arance, dei mandarini e dalla camomilla;
·        il verde dalle foglie dell’ortica, dagli spinaci, dalle foglie di bietola, dal tè verde, dal cavolo verde, dal prezzemolo, dalle alghe, dalla menta. La spirulina ed erba di grano, sono quelle che meglio possono donare il colore verde della clorofilla;
·         Il blu dal cavolo rosso, dal ligustro, dalle bacche di Mahonia, dalla malva;
·        il marrone dalla cipolla rossa, dal te, dal mallo di noce, dal caffè, dal cacao, dalla cannella;
·        Il nero con la liquerizia che basta sciogliere in acqua;
In particolare:
·        dal verde equiseto (Equisetum telmateja) come dal ginestrino (Osyris alba)si ottiene un incredibile rosa antico;
·         le fronde grigio-verde della ruta (Ruta graveolens) si tramutano in un luminoso color luce;
·         le foglie del faggio danno coloriture dall'aranciato al rosa fegato;
·        le foglie del salice (Salix caprea) un nocciola caldissimo;
·         il giallo iperico (Hypericum perforatum) si converte in un imprevedibile terra di Siena bruciata;
·        dal mallo delle mandorle si ottiene invece un prezioso rosa cipria;
·        c'è poi la Rubia peregrina, volgarmente robbia, che da un bel colore rosso mattone. La pianta ha dato il nome a tutta una stirpe di artisti fiorentini
·        i toni tintori che dona l'Ibisco variano dal rosa al prugna scuro;
·        Il cocco grattugiato e in polvere, imbianca con facilità qualsiasi ricetta;
·        per il grigio, semi di sesamo nero o di papavero, macinati nel macinino;
·        il guado, per il colore indaco,
 
 
Per lo svolgimento esatto del confezionamento dei colori, potreste accedere alla lettura del suddetto libro di Cennini, oppure potreste utilizzare il divertente libro di Helena Arentd “Facciamo i colori! Ricette e idee per dipingere e giocare con la natura”.
 

 

 
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