L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia.
Tolgo, a malincuore, la “posizione“ di Primo piano all’amico redattore, ma ritengo corretto dare la parola a MdS nella persona di Fabio della Tommasina:
Metti una sera al circolo Arci, dove non ci sono più le slot e al loro posto è stata aperta una biblioteca, allora trovi persone che parlano di libri, di biblioteche, letteratura, militanza politica e trovi inaspettatamente anche Papageno, dal Flauto Magico di Mozart, ottimamente eseguito a cappella da un trio tutto femminile. E’ quello che è successo Venerdì 20 giugno al circolo Arci di Migliarino e, detto così, potrebbe sembrare lo stringato resoconto, di una delle tante sere che i circoli Arci organizzano in tutta Italia, invece quello che è andato in scena l’altra sera è uno di una serie episodi che il nuovo consiglio direttivo ha fortemente voluto e sul quale la presidente Daniela Vanni ha investito meritoriamente molte energie, e questa piccola grande storia merita di essere raccontata per intero.
Da tempo l’Arci nazionale aderisce al protocollo no slot e chiede ai propri circoli di eliminare le macchinette mangiasoldi che alimentano l’illusoria speranza di trovare il colpo di fortuna che cambia la vita. Facile a dirsi: il rifiuto di queste macchine truffa è in linea con i principi fondativi di questa storica associazione della sinistra, ma in questi Tempi difficili, alle prese con problemi di bilancio è facile fare “come tutti”.
E invece no, ci dicono dall’Arci di Migliarino e lo dicono con i fatti, nel sommesso primato del fare che però ha la potenza di un urlo. Deve essere sembrato a Daniela Vanni, la presidente, a Mina Canarini, a Giancarlo Pardini, una rinuncia a se stessi, un’abdicazione dei principi e deve tutto questo, essere sembrato loro inaccettabile; così col consiglio direttivo hanno preso la decisione di togliere le slot e per ribadire che la scelta è conseguenza e premessa di un nuovo orizzonte culturale hanno aperto un biblioteca che già ha ricevuto donazioni da privati e che ora aspetta solo di essere accudita e rifornita.
Per l’inaugurazione della biblioteca siamo stati invitati a parlare della nostra attività che, essendo quella di un editore non a pagamento, aderisce idealmente a protocollo di cui si è detto in linea quindi con un precetto morale di non truffare chi è in uno “stato di bisogno”. E’ venuto poi naturale regalare alla neonata biblioteca una dotazione di libri, una parte del catalogo MdS, una parte nostra e di amici che hanno accettato di buon grado di privarsi di libri a loro cari per un piacere più grande, quello di poterli condividere con gli altri.
La serata si è dipanata con Silvia Belli che ha spiegato le caratteristiche della collana “Storie” che dirige da qualche mese e che per l’occasione ha avuto un restyling grafico. Due degli autori della collana erano presenti: Vittorio Cotronei ha parlato del suo Andalù e della vita di provincia segnata dal pettegolezzo, da “ Dice che…”, che comprende approssimazione menzogna e maldicenza, e l’ha paragonata ad un’altra narrazione parziale e ascientifica quale è quella dell’ufologia.
Otello Chelli storico militante del Partito Comunista di Livorno ma anche giornalista al "Tirreno" e scrittore, ha parlato di militanza politica e di come questa sia stata una leva per emanciparsi da una condizione di minorità, ma anche della sua passione sfrenata per i libri la letteratura e la scrittura.
In perfetta sintonia con la decisione di aprire una biblioteca, sono state ricordate le parole di Marguerite Yourcenar; “Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro l’inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado vedo venire”.
Una scommessa vinta dunque, e punto segnato a favore dei responsabili del circolo Arci di Migliarino, che ha terminato la serata con le canzoni di un trio vocale femminile che oltre al già citato brano del Flauto magico e con un repertorio molto ben eseguito a cappella, ha anche proposto la versione tradizionale scozzese della canzone resa popolare da Paul Simon e da Art Garfunkel, “Scarborough fair", colonna sonora del film “il Laureato”.
Ecco, è bastato chiudere alle slot-machine che si è aperto un altro mondo e possiamo dirlo incomparabilmente migliore e, dicendolo, non temiamo di sembrare partigiani: lo siamo.
Fabio della Tommasina