Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Domenica di ballottaggi.
Dopo la finale del Pisa a Foggia e l'avvio degli europei, il tifo fa la prove per spostarsi, senza molta convinzione, sulle elezioni.
Certo, nessuno di noi poteva immaginarlo qualche anno fa. Un centro destra e una destra ridotti a brandelli, che provano in qualche modo a resuscitarsi in qualche grande Città. Un centro sinistra senza più anima, talvolta confuso con l'avversario di sempre, talvolta tentato di votare i Cinque Stelle. E una massa imponente di persone che decidono di non decidere, che restano a bordo campo, che non vanno allo stadio, non vanno a votare e molto spesso non guardano neppure i risultati. Tra le due competizioni, decisamente più incoraggiante e viva quella del calcio, dove al di là dei segni evidenti di una idiozia diffusa, che parte dalla degenerazione della vita civile e della politica e arriva fino allo sport, e non viceversa come si vuol far credere, al di là di questo poi c'è il gioco, ci sono i ragazzi in campo, la loro passione, la loro bravura.
Il calcio forse si salverà, questa settimana molti segnali sembra ci confermino questa previsione. In fin dei conti l'invasione di campo di Foggia l'hanno fatta quattro sciamannati, mentre attorno alle due città c'erano folle di cittadini entusiasti e perfino composti, come si può essere composti per il gioco del pallone.
Attorno alla politica, invece, non ci sono più i popoli, nessuno si scalda più. Non mi convincono, anzi dissento radicalmente da quelli che dicono che questo è segno di civiltà e modernità. Quelli che dicono che nel nostro Paese si sbagliava prima, quando andavamo tutti a votare, quando le passioni civili ci infiammavano.
Citatemi trattati di sociologia o politologia, provate pure con le vostre fini argomentazioni rimasticate dai fondi della stampa piccolo borghese con cui ci volevano indottrinare, e forse ci sono riusciti, dagli anni 60 in poi. La mia esperienza, la nostra esperienza, è che se le cose non sono il prodotto di una grande passione, non hanno vita. Spesso diventano presto spazzatura.
Ma non voglio finire dando l'impressione di un lamento disperato, perchè farlo sarebbe segno di miopia. Perchè questa non è solo la settimana dei ballottaggi: questi sono anche i primi giorni di lavoro degli amministratori che sono stati eletti or ora, anche dalle nostre parti.
La stanchezza della politica cerca di produrre anticorpi, forse nei paesi, là dove le persone si conoscono da vicino, gli stereotipi prodotti dal rullo compressore dei nuovi format nazionali ancora stentano a dilagare.
E allora ci sono persone di buona volontà e di grande impegno, che cercano di portare nel futuro il germe della passione che ci anima, che per farlo sicuramente dovranno combattere dentro e fuori dalle sedi di partito. Buona fortuna.