L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.
E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.
Il dolore di Nizza
Le immagini che provengono da Nizza strozzano in gola le parole, bloccano le dita sulla tastiera. Dolore, commozione, solidarietà. Ma anche la voglia di reagire perché come ha detto il Presidente Hollande "la Francia è colpita, ma è e sarà più forte dei fanatici". Mai come oggi ci stringiamo ai nostri fratelli d'Oltralpe, colpiti proprio nel giorno della Festa Nazionale, il 14 luglio. E l'idea che le vittime di questi attentati siano anche bambini che erano con le loro famiglie a fare festa rende il dolore - se possibile - ancora più forte.
Dal canto nostro in queste ore tutte le strutture preposte sono al lavoro.
La Farnesina, con l'Unità di crisi per i nostri connazionali a Nizza e le loro famiglie su cui stiamo facendo le necessarie verifiche. Il Viminale, che sta lavorando sia sulle frontiere che sulla pianificazione interna. I servizi dell'intelligence, che svolgono meticolosamente il loro lavoro. Nella giornata di lunedì incontreremo i capigruppo di maggioranza e opposizione per condividere con loro - nel rispetto dei ruoli - lo stato dell'arte.Ma al di là delle doverose iniziative governative rimane un senso di dolore e di rabbia vedendo le immagini che arrivano dalla Francia.
Da Nizza siamo abituati a ricevere cartoline di bellezza, non le immagini di morte con una bambola abbandonata accanto a un passeggino distrutto.
Reagire è un dovere morale. Non lasciare soli i francesi è l'impegno dell'Italia e di tutta la comunità internazionale.