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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Silvia Salis, candidata sindaca a Genova del centrosinistra: .....
Stellantis agli operai a casa: andate a lavorare in .....
La riforma, assurda, della giustizia, del ministro .....
. . . il termine guerrafondai è stato usato per i .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Incontrati per caso...
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da Jessy Taylor
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Cara mamma amica zia donna
sorella compagna nonna
che non porti d'abitudine
il tacco a spillo
ma guardi a fronte alta
il mondo con dignità. . . .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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"Le palline, i sassolini, la sabbia: la felicità!"
di Renzo Antichi

31/7/2016 - 19:38


 
Frugando fra le mie carte ho ritrovato un vecchio racconto che mio figlio mi passò qualche anno fa.
Oggi è una storia molto conosciuta che si ritrova in decine di siti web, però la ripropongo perché esercita sempre un certo fascino e invita a qualche riflessione sulla felicità. È opportuno, ogni tanto, fermarsi e riflettere. 
 
“Un professore, prima di iniziare la sua lezione di filosofia, pose alcuni oggetti davanti a sé, sulla cattedra. Senza dire nulla, quando la lezione iniziò, prese un grosso barattolo di maionese vuoto e lo riempì con delle palline da golf. Domandò quindi ai suoi studenti se il barattolo fosse pieno ed essi risposero di si.
Allora, il professore rovesciò dentro il barattolo una scatola di sassolini, scuotendolo leggermente. I sassolini occuparono gli spazi fra le palline da golf. Domandò quindi, di nuovo, ai suoi studenti se il barattolo fosse pieno ed essi risposero di si.
 
Il professore, rovesciò dentro il barattolo una scatola di sabbia. Naturalmente, la sabbia occupò tutti gli spazi liberi. Egli domandò ancora una volta agli studenti se il barattolo fosse pieno ed essi risposero con un si unanime.
Il professore tirò fuori da sotto la cattedra due bicchieri di vino rosso e li rovesciò interamente dentro il barattolo, riempiendo tutto lo spazio fra i granelli di sabbia. Gli studenti risero!


Ora -disse il professore quando la risata finì- vorrei che voi consideraste questo barattolo la vostra vita. Le palline da golf sono le cose importanti; la vostra famiglia, i vostri figli, la vostra salute, i vostri amici e le cose che preferite; cose che se rimanessero dopo che tutto il resto fosse perduto riempirebbero comunque la vostra esistenza.


I sassolini sono le altre cose che contano, come il vostro lavoro, la vostra casa, l’automobile. La sabbia è tutto il resto, le piccole cose.
Se metteste nel barattolo per prima la sabbia -continuò- non resterebbe spazio per i sassolini e per le palline da golf. Lo stesso accade per la vita. Se usate tutto il vostro tempo e la vostra energia per le piccole cose, non vi potrete mai dedicare alle cose che per voi sono veramente importanti.


Curatevi delle cose che sono fondamentali per la vostra felicità. Giocate con i vostri figli, tenete sotto controllo la vostra salute. Portate il vostro partner a cena fuori. Giocate altre 18 buche! Fatevi un altro giro sugli sci! C’è sempre tempo per sistemare la casa e per buttare l’immondizia. Dedicatevi prima di tutto alle palline da golf, le cose che contano sul serio. Definite le vostre priorità, tutto il resto è solo sabbia.”


Una studentessa alzò la mano e chiese che cosa rappresentasse il vino. Il professore sorrise. “Sono contento che tu l’abbia chiesto. Serve solo a dimostrare che per quanto possa sembrare piena la tua vita c’è sempre spazio per un paio di bicchieri di vino con un amico”
 
Non so se questa lezione di filosofia sia stata realmente tenuta, ma non è importante, voglio utilizzare la narrazione per riflettere sul concetto di felicità che il professore invita a raggiungere. Ovvero quella situazione di soddisfazione che frequentemente invochiamo ma che sembra uscita dal nostro bagaglio emotivo. Troppo spesso pensiamo di non averla solo perché non riusciamo a capirla.
 
Come vorresti la vita di tuo figlio? Vorrei che fosse felice. Questa è la prima risposta della maggior parte dei genitori.
Quindi la felicità è un valore importante ma frequentemente male interpretato e associato solo allo stare fisicamente bene, al senso del possesso, al desiderio di riconoscimento sociale, all'inseguimento di una qualsiasi forma di benessere.
Le leggi della felicità nessuno le ha ancora scritte, esistono solo modelli personalizzati che sono indipendenti da format preconfezionati e raggiungibili, o quantomeno avvicinabili, facendo semplici scelte di buon senso.
Imparare a sorridere, saper ascoltare, apprezzare ciò che abbiamo, accettare le emozioni negative come un momento di vita ineludibile e provare a girarle in positivo gestendole come una occasione di apprendimento. Questi dovrebbero essere i cardini.
 
Lungi da me dal voler dettare linee di condotta o principi di scelta. Sono solo riflessioni fatte al termine di una giornata un po’ storta, dove mi sono scoperto contrariato con il mondo, con l’età che avanza e con me stesso che no sono riuscito a fare ciò che volevo. Per cui mi sono chiesto se potevo fare un consuntivo giornaliero diverso a parità di eventi.
 
Si, forse era possibile. Il professore indica un percorso.
Dovrei però riuscire a gestire la felicità non come un’emozione passeggera associata a una situazione favorevole, ma come un normale stato di vita.
Il difficile comincia qui.
 
 
 

 

 
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