Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Chi ha paura della normalità?
Ormai da oltre due mesi l’attività consiliare è tenuta in stand-by; se è vero che a fine luglio un consiglio è stato convocato (per obbligo legislativo) è altrettanto vero che qui da tempo non ci si confronta, né si discute né si possono fare proposte alternative per amministrare il nostro comune.
Con l’approssimarsi della fine di settembre il letargo imposto agli organi democratici comunali (a mente) non ha precedenti e non sarà certo una convocazione – tardiva – di una commissione o di un consiglio a testimoniarne il risveglio. Ci vorrebbe ben altro.
Poco importa se al protocollo giacciono atti ormai vecchi, sopraffatti dal corso degli eventi, poco importa se si sommano criticità importanti a cui sarebbe urgente più che mai dare risposta. Il palazzo dorme, nessuno lo disturbi. O meglio, dorme “narcotizzato” lo spazio del confronto democratico. Le stanze di Sindaco e Giunta lavorano (o almeno si spera) sopratutto ora che nessun confronto o nessuna “altra proposta” possono intralciarne il cammino. “Democrazia orpello inutile”, si diceva.
Stentiamo a riconoscere la nostra comunità dentro questa amministrazione. Stentiamo a sentire come sangiulianese questa paralisi imposta proprio a quelle sedi che, per decenni, hanno guidato nel confronto democratico l’avanzamento sociale di una delle più vive e ricche realtà dell’area Pisana.
Oggi come oggi pochi sanno e pochi fanno. Un’oligarchia de facto che prepotentemente si impone a dispetto di un quadro che a suo tempo (ultime amministrative) ci delineò una forza molto più esigua di quella percepita oggi.
Da tempo chiediamo un’inversione di tendenza tangibile. Allargare la partecipazione, contingentare e programmare il lavoro consiliare, dare seguito ai molti impegni trasversalmente sottoscritti in sede di consiglio e perseguire sulla strada del confronto fattivo.
Stanti così le cose non possiamo che prendere atto di una volontà nettamente contraria.
A San Giuliano chi ha paura della normalità? Chi ha paura del confronto?